Nata: 25 Marzo 1860 (Londra)
Morta: 16 Settembre 1943 (Roma)
Esplora album (6 foto)Eugénie Sellers nacque a Londra il 25 marzo 1860. Di madre francese, Anne Oates, e padre britannico, Frederick William Sellers, un ricco commerciante di vini dello Yorkshire, la sua educazione iniziò in Spagna, nella città di Valladolid, ove i Sellers trascorsero un lungo periodo. Si trasferì poi in Francia e, a partire dal 1877, trascorse col padre un paio d’anni fra Grecia e Italia. Nel 1879 entrò al Girton College di Cambridge dove si laureò nel 1882 in archeologia. Proseguì i suoi studi passando qualche tempo a Londra, indi ad Atene e in Germania, ove lavorò con Adolf Furtwangler. Intorno al 1890, in occasione di un suo soggiorno a Roma, conobbe Ersilia Caetani Lovatelli, dalla quale restò profondamente colpita: la raffinata archeologa romana rappresentò per la giovane Eugénie un modello, facendole capire come anche una donna potesse aspirare ad una carriera autonoma e di successo. Ersilia ed Eugénie rimasero amiche fino alla morte della Lovatelli, nel 1915.
Nel 1897 sposò Sandford Arthur Strong, orientalista, bibliotecario della House of Lords e poi bibliotecario e archivista delle collezioni del duca del Devonshire, presso la residenza di Chatsworth. Dopo la morte del marito, nel 1904, Eugénie prese il suo posto a Chatsworth fino al 1909, allorquando venne chiamata alla British School at Rome (BSR) in qualità di vice direttore nel periodo della direzione di Thomas Ashby.
Passò il resto della sua vita a Roma, la cui storia, arte e archeologia divennero per Eugénie la passione di tutta una vita intellettuale. Fu protagonista dei circoli della capitale tanto che, spesso, a contrassegnare il successo di una conferenza bastava la sua presenza.
In questo periodo si riavvicinò alla fede cattolica, che avrebbe poi fortemente influenzato il resto della sua vita.
Nel 1910 venne eletta prima Research Fellow al Girton, di cui fu altresì Life Fellow. Durante la sua carriera fu insignita di numerose onorificenze: nel 1920 fu eletta, prima donna, socia della Society of Antiquaries; tre anni dopo ricevette la sua terza laurea ad honorem; fu eletta membro onorario dagli Istituti di archeologia tedesco e americano, dell'Accademia pontificia di Archeologia e dell'Accademia dei Lincei; nel 1938, le fu conferita la medaglia d’oro «Serena» per i suoi studi sull’archeologia italiana dalla British Academy.
In tarda età simpatizzò con il regime fascista, tanto che per il suo atteggiamento politico venne considerata dal governo britannico disaffected.
Ormai rimasta sola e quasi paralizzata dall’artrite, Eugenie morì a Roma, in due stanze dell’albergo Regina di via Veneto in cui si era trasferita, il 16 settembre 1943.
Dal 1949 la sua collezione di libri e di fotografie, i suoi carteggi e la sua corrispondenza personali sono conservati presso la biblioteca del Girton College grazie alla donazione della sorella di Eugénie, Charlotte Leigh-Smith. Il lascito comprende ricordi personali e biografici, corrispondenza privata e accademica, fogli di lavoro concernenti pubblicazioni, lezioni e conferenze. Fu in corrispondenza con archeologi, scrittori, dignitari cattolici, diplomatici, artisti ed accademici.
Anche presso la British School di Roma è presente un fondo «Eugénie Strong» che comprende circa 4700 cartoline e 12309 stampe di fotografi rinomati fra i quali, per esempio, Alinari, Anderson, Brogi, Bruckmann, Evangelisti, Fraglia, Giraudon, Gray, Leon, Lombardi, Moscioni, Poppi, Tuminello.
Eugénie Sellers Strong fu una presenza attiva e protagonista sulla scena culturale europea a cavallo fra XIX e XX secolo. Può essere definita una pioniera: fu infatti una delle prime donne inglesi a ricevere un’educazione universitaria. Archeologa di fama, strinse durature amicizie con alcuni dei più importanti scrittori, artisti ed intellettuali del suo tempo, fra i quali, per fare qualche nome, Edward Burne-Jones, Edmund Gosse, Gertrude Bell, Frederick Leighton, Lady Ottoline Morrell and Jane Harrison.
Nella sua casa di via Balbo tenne uno dei salotti più frequentati di Roma tanto che Mario Praz scriveva: «Appartenere al mondo intellettuale romano e non conoscerla era impossibilie. Chi non è stato una volta o l’altra nel salotto di via Balbo? Chi, essendoci stato una volta, non si è sentito conquistato dalle grandi maniere di quella vecchia signora che pareva una statua romana animata, o l’attrice Siddons fissa in una delle sue pose tragiche?» [Praz, 1952, p. 381].
Il 24 agosto 1928 fu eletta socia straniera per la classe di scienze morali dell’Accademia dei Lincei, sicuramente dietro suggerimento di Ersilia Caetani Lovatelli.
Visse in uno dei più affascinanti, tumultuosi, oltre che tragici periodi della storia europea: nata nell’epoca d’oro della regina Vittoria, Eugénie morì all’apice della distruzione provocata dalla seconda Guerra mondiale, divenendo testimone, dalla sua abitazione romana, delle vicende drammatiche che coinvolsero la storia e la politica italiane di allora.
«Le sue lezioni erano una gioia e una delizia e io non persi mai occasione di parteciparvi ...la prima fu nel 1911 ... trattò delle maggiori opere d'arte romane sparse per il mondo, dal palazzo di Diocleziano a Spalato alle antiche città del Nord Africa: una varietà di soggetti che diede grande libertà di spaziare al suo genio e ampia versatilità alla sua lezione»
[Oscar Browing, critico d'arte inglese, cit. in Dyson, 2004, pp. 113-14.]
Oscar Wilde, alla domanda se ricordasse Eugénie Sellers Strong, rispose: «Ricordo Miss Sellers: una giovane Diana»
[cit. in Praz, 1952, p. 382]
«“Romanità” è uno di quei termini che suonan bene la prima volta che si usano, ma che a forza d’essere usati e mescolati a discorsi vuoti di senso, finiscono per diventare sospetti, intollerabili. Ma come tutte le insegne, anche le più logore, possono nobilitarsi quando le rianimi una gagliarda e genuina passione, così, parlando della “romanità” di Eugenie Strong, spira qualcosa della grande aria delle elegie goethiane: «Un mondo, in verità, o Roma, tu sei …» […] Ma la signora Strong aveva sposato più che la causa della Roma nel passato; per lei Roma era qualcosa di molto vivo, un terreno dove gli antichi miracoli potevan ripetersi. […] Più delle sue pagine, si ricordano le sue parole, e più delle sue parole, le sue apparizioni […] Ci fu un’epoca in Roma in cui l’avvenimento principale d’una conferenza era l’arrivo della signora Strong. Incedeva lentamente, appoggiandosi al bastone, nella sua veste nera dai contorni imprecisi, misteriosi come quelli d’una nube; quel volto pallido, quegli occhi chiari e penetranti sotto il cipiglio imperioso alla radice della fronte, erano di una Sibilla. Essa venerava il Sapere e amava la messa in scena: una conferenza sembrava combinare entrambe le due cose, con la voce che squilla e il pubblico che applaude. La sua presenza consacrava un conferenziere. […] la sua fine ebbe una certa grandiosità wagneriana, da Crepuscolo degli dei. Il cannone tedesco tuonava su Roma in quei primi giorni del settembre 1943; e quella Roma caduta al punto più basso della sua storia, nella confusione e nell’avvilimento di tutto, forniva una messa in scena d’un indescrivibile pathos tragico per la morte della grande esaltatrice della “romanità”».
[cit. in Praz, 1952, pp. 381-84.]
Archaeological research in Italy, «The Times», London, 1917.
Chiesa Nuova (Santa Maria in Vallicella) : guida storica ed artistica_con un saggio biografico sopra san Filippo Neri di Piero Misciattelli : 50 illustrazioni, Roma, Società Editrice d'Arte illustrata, 1923.
La scultura romana da Augusto a Costantino, (tr. it. di Giulio Giannelli dall'opera intieramente rifatta dall'autrice), Firenze, Alinari, 1923-1926.
L' arte in Roma antica : Prima traduzione italiana di Lisa Sarfatti Scopoli, Bergamo, Ist. It. D'arti Grafiche, 1929.
Rome antique, Paris, Hachette, stampa 1932.
L' oeuvre de la "Societa Magna Grecia" sur le terrains classique et byzantin, Paris, Librairie Ernest Leroux, 1932.
L' enigma dell'Ara Pacis : terra mater o Italia, Roma, Palombi, 1937.
Sulle tracce della lupa romana : progetto di studio, Roma, Tipografia del Senato, 1937.
Viaggio attraverso le strade della Britannia romana, Roma, Istituto di Studi Romani, 1938 (Spoleto : Panetto & Petrelli).
La legislazione sociale di Augusto ed i fregi del recinto dell'Ara Pacis, Roma : Istituto di studi romani, 1939.
M. Praz, La signora Strong, in La casa della fama, Milano-Napoli, Ricciardi ed., 1952, pp. 381-84.
The Brtish School at Rome. One Hundred Years, ed. by A. Wallace-Hadrill, London, The British Academy, 2001.
Stephen L. Dyson, Eugénie Sellers Strong: Portrait of an Archaeologist, London, Duckworth, 2003.
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