Villepreux Power Jeannette

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Frontespizio della Guida della Sicilia, Napoli, 1842

Nata: 25 Settembre 1794 (Juillac, Francia)

Morta: 8 Gennaio 1872 (Juillac, Francia)

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Jeanne Villepreux nacque in Francia, a Juillac, il 25 settembre 1794, primogenita di Pierre, un calzolaio del paese, e di Jeanne Nicot, una donna colta: il suo nome compariva nella lista delle donne che potevano istruire i bambini del comune dopo che gli istitutori erano quasi del tutto scomparsi a causa della Rivoluzione. E’ grazie a lei che, probabilmente, la piccola Jeanne iniziò a leggere e scrivere. Jeanne Nicot morì che la figlia non aveva ancora 11 anni. All’età di 18 anni, pare anche a causa del nuovo matrimonio del padre, Jeannette partì a piedi per Parigi accompagnata nel viaggio da un tutore in quanto, per legge, era ancora minorenne. Dopo diverse traversie raggiunse, in ritardo, Parigi, ove il posto che la aspettava non era però più disponibile. Tale disguido rappresentò la sua fortuna: un giorno, aggirandosi in un quartiere elegante della capitale e fermandosi di fronte ad una vetrina di un negozio di mode, venne notata dalla proprietaria che iniziò a chiacchierare con lei. Colpita dall’entusiasmo della giovane, la assunse e presto Jeannette divenne la sua pupilla e la sua sarta migliore, tanto che a lei venne affidata la lavorazione dei merletti dell’abito nuziale di Maria Carolina di Borbone che, nel 1816, sposò il duca di Berry, nipote del re di Francia. Fu probabilmente in occasione del matrimonio principesco che Jeannette incontrò James Power, di tre anni più vecchio, d’origine irlandese e devoto cattolico. Il 4 marzo 1818, nella chiesa di S. Giovanni Evangelista a Messina, Jeannette sposò James, diventando Lady Power.

Nell’anglofila Messina del XIX secolo, i Power frequentavano la migliore società e l’attiva colonia inglese. In città James svolgeva i suoi affari: potrebbe essere stato quello che oggi noi definiremmo un “uomo d'affari”.

Dopo il matrimonio, Jeannette non dedicava più del tempo necessario agli obblighi del suo nuovo rango e all’attività del marito, preferendo dedicarsi alla ricerca naturalistica, in particolar modo quella dell’ambiente siciliano.

Instancabile, continuò a fare lunghe passeggiate, come era abituata da ragazza: «Ho percorso a piedi e in tutte le direzioni più volte tutta la Sicilia, provincia per provincia, per fare collezioni di storia naturale e di antichità» [Arnal, 1995, p. XXV]. Furono proprio gli esiti di queste ultime, che contribuirono all’origine delle sue collezioni rare e insolite destinate a trasformare la sua villa in un punto di ritrovo per studiosi italiani e stranieri. Purtroppo queste collezioni andarono perdute a seguito di un naufragio, presumibilmente all’epoca in cui i Power lasciarono Messina per trasferirsi a Parigi.

Dotata altresì di non comuni abilità manuali, sapeva disegnare e dipingere magnificamente (alcune sue tavole sono conservate al Muséum d’histoire naturelle di Parigi), oltre che praticare la tassidermia: la sua casa, ormai ritrovo dell’elite scientifica siciliana, era diventata un piccolo museo.

E’ alle ricerche oceanografiche che Jeannette deve però la sua fama. Abitando nella zona del porto di Messina (in una villetta messa a disposizione, pare, da Anastasio e Luigi Cocco, naturalisti ben noti nell'isola) dal 1832 iniziò ad analizzare tutte le creature marine che poteva rimediare, inaugurando la sperimentazione della vita nell’ambiente marino. «Mi sono resa conto- osservava la Power- che la mancanza d’esperienza era la causa della divergenza di opinioni» [Arnal, 1995, p. XXVIII] e approfittò quindi dell’importante fauna marina a sua disposizione: non solo a quel tempo si sapeva poco a proposito degli animali marini, ma nulla si conosceva del loro ambiente, della loro alimentazione, della loro prolificazione. L’oceanografia rimaneva così una "parente povera della scienza", essendo lo spazio marino difficilmente praticabile per l’uomo.

Jeannette cominciò a elaborare i suoi primi esperimenti proprio in mare, costruendo delle gabbie, che vennero denominate “gabbioline Power” o “cages à la Power” dall’Accademia Gioenia di Catania nel 1835 e dalla Zoological society di Londra nel 1837, di modello differente a seconda che fossero destinate al gabinetto della naturalista o ai bassi fondali del porto. Fabbricate da artigiani locali erano in legno imputrescibile con ancore di ormeggio per le lunghe immersioni in mare, oppure in vetro, per dare la possibilità di osservare i piccoli ospiti che lì vivevano.

Fra le creature marine analizzate da Jeannette figurano, oltre all’Argonauta, la Stella di mare, la Piovra (di cui verificò la capacità di ricostruire le sue parti amputate), la Bulla lignaria per la sua alimentazione e digestione, la Pinna nobilis. Nel Catalogo dei crostacei italiani di F. G. Hope del 1851 uno dei crostacei enumerati è battezzato Carcinococcus poweriae: si tratta della Phronima sedentaria, familiarmente chiamata dai pescatori siciliani “Granchio con barilotto”.

Nel 1842 pubblicò in italiano la Guida per la Sicilia presso un editore di Napoli: la Power non era certo una viaggiatrice d’occasione, ma viveva in Sicilia e risiedeva a Messina da oltre vent’anni. La specialità scientifica della Guida era data dal fatto che Jeannette vi aveva inserito una vera e propria «rubrica di storia naturale», integrata in appendice da «alcuni cataloghi appartenenti alla Conchiologia , alla Tetologia, alla Ornitologia, alla Botanica, ecc.» [D'Angelo, 1995, p. VIII]

Fu membro corrispondente della Società zoologica di Londra e della Società delle scienze mediche e naturali di Bruxelles; membro fondatore, per citare alcuni nomi, della Società Cuvérienne di Parigi e della Società di lettere, scienze e arti di Marsiglia; infine, membro onorario dell’United Service Institution di Londra. Fu socia altresì di molte accademie siciliane, fra le quali, oltre l’ Accademia Gioenia di Catania, l’Accademia delle scienze di Palermo, di Marsala e di Aci Reale.

Jeannette indicò il 1843 come data della fine dei suoi studi e dei suoi esperimenti sulla fauna marina; nello stesso anno i Power lasciarono Messina per trasferirsi a Parigi, ove James continuò le sue attività: nel 1852, infatti, egli divenne il rappresentante per la Francia della «Compagnie du Télégraphe sous-marin entre la France et l’Angleterre». La coppia aveva il proprio domicilio parigino in rue de l’Université 58, sede della «Société des Télégraphes».

Jeannette morì a Juillac, il suo paese natale, il 25 gennaio 1871; James morirà un anno dopo a Parigi, l’8 gennaio 1872.


La fama di Jeanne (in seguito Jeannette) Villepreux Power è legata, da un lato, ai suoi studi sulla fauna marina dello stretto di Messina; dall’altro, alla pubblicazione, nel 1842, di una Guida per la Sicilia.

Durante gli oltre vent’anni trascorsi a Messina, Jeannette aveva innovato profondamente, in piena solitudine, l’indagine faunistica trasportandola entro un contesto marino specifico rispetto al quale ella conduceva, grazie all’osservazione diretta, una serie ordinata di esperimenti; osservazione dalla quale derivava altresì la necessità di esaminare sperimentalmente l’ambiente marino al fine di distinguere non solo le caratteristiche di una specie, soprattutto se nuova, ma anche – questo è il punto – comportamento e abitudini.  

Ecco allora lo stratagemma delle cosiddette gabbie, il primo dei suoi successi, questo di genere tecnico-sperimentale: erano acquari artificiali nei quali Jeannette ricostruiva, grazie ad alghe, sassi, piante, l’ambiente “naturale” più adatto nel quale collocare gli animaletti suoi ospiti, i molluschi, in modo da studiarne meglio e più da vicino la vita e lo sviluppo.

In particolare, la Power attirò l’attenzione del mondo scientifico dell’epoca per i suoi esperimenti e studi sull’Argonauta, il polpo dalla bella e lunga conchiglia, molto comune sulle coste siciliane. Questo animale, all’inizio del XIX secolo, era ancora al centro di ininterrotti dibattiti a proposito della sua conchiglia: essa era prodotta dallo stesso animale, oppure il polpo la sottraeva a qualche altra creatura marina ancora sconosciuta?

Sfruttando le sue gabbie, a partire dal 1832 Jeannette iniziò a indagare sistematicamente il piccolo polpo del quale, grazie ai pescatori del luogo, coi quali spesso usciva anche in mare, era  in possesso di numerosi esemplari. Dopo dieci anni di ricerche la naturalista poté dimostrare che era lo stesso animale a produrre la conchiglia secernendola a partire dai due tentacoli che sono a quella costantemente aggrappati: frantumò infatti la delicata conchiglia per vedere se l’Argonauta poteva aggiustarla autonomamente, e questo fu ciò che in effetti accadde! Nel 1840 il celebre naturalista dell’età vittoriana, Robert Owen, direttore del Museo di storia naturale di Londra, sostenne che Jeannette Power aveva risolto il problema: si chiudeva allora, dopo secoli di controversie, la questione della conchiglia dell’Argonauta.

Fu ancora Owen a riconoscere a Jeannette il merito di aver ideato per prima, coi suoi acquari, dei veri e propri “laboratori marini”. A lui ella dedicò le sue Observations et Expériences physiques del 1860.

Per quanto riguarda invece la Guida per la Sicilia, ben lungi dall’essere nonostante il titolo la classica guida turistica ad uso degli stranieri -un genere per altro in voga dalla fine del Settecento a seguito delle sempre più numerose escursioni à la Grand Tour- era un testo che presentava alcune importanti peculiarità scientifiche: esso rifletteva prevalentemente le esperienze e le ricerche realizzate dall’autrice studiosa, diremmo noi oggi, di fauna marina, di ecologia, di parchi ambientali non solo naturalistici.


«Dolce cosa è annunziare al pubblico la nuova Guida per la Sicilia della chiarissima Power, nome pur troppo noto agli scienziati nazionali e forestieri, nome che segna una scoperta nella Storia Naturale. L’opera che viene ora in luce è la più compiuta ed esatta fra quante in simil genere se ne conoscono»

[Francesco Aldaresi, nel “Giornale del Gabinetto Letterario dell’Accademia Gioenia di Catania”, 1844; cit. in D’Angelo, 1995, pp. V]

 

«In riguardo a me, che non ho giammai macchiate le mie scritture di bassa adulazione, ma che non deffrando la lode a coloro che la meritano, dico, che quantunque figlio di una Patria che in fatto di conoscenze di Storia Naturale non ha da invidiare a nessun paese di Sicilia, non pertanto io invidio la bella, florida e dotta Messina perché dà ricetto ad una Power»

[Prof. Carmelo Maravigna, Accademia Gioenia di Catania, sul periodico “L’Innominato”, anno II, 1837, cit. in Arnal, 1995, p. XXVI]

 

«Furono questi tre modelli, di cui il primo (in vetro) è stato perfezionato fino a diventare l’acquario in uso oggi, che servirono a Madame Power dal 1832 al 1842 per le sue osservazioni a Messina, in Sicilia»

[Richard Owen, nell’Introduzione a Mollusca del 1858, a proposito delle “gabbie” di Jeannette Power, citato in Arnal, 1995, p. XXIX]


Memoria intorno alle conchiglie fossili nei circonvicini di Milazzo, 1837.

 

Itinerario della Sicilia, riguardante tutt’i rami di storia naturale, e parecchi di antichità che essa contiene, 1839.

 

Guida per la Sicilia, Napoli, 1842.

 

Observations physiques sur le polpe de l’Argonauta Argo, commencées en 1832 et terminées en 1843, Paris, 1856.

 

Observations et expériences physiques sur la Bulla lignaria, l’Astérias, l’Octopus vulgaris et la Pinna nobilis, …, Paris, 1860.

 


 


A. Rebière, Les femmes dans la science, Paris, Librairie Nony & Cie, 1897, p. 228.

M. D’Angelo, Un guida per la Sicilia, in Jeannette Power, Guida per la Sicilia, ristampa anastatica, Messina, Perna edizioni, 1995, pp. V-X.

R. Moscheo, Ipazia in Sicilia, ivi, pp. XI-XVIII.

C. Arnal, La dama degli Argonauti, ivi, pp. XIX-XXXIX.

 

R. Simili, In punta di penna. Donne di scienza e di cultura fra cosmopolitismo e intimità meridionale, in La scienze nel mzzogiorno dopo l'Unità d'Italia, Napoli, Rubettino, 2008, pp. 27-89.



Miriam Focaccia
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