Pignatelli, Carafa Faustina, principessa di Colubrano

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Veduta di Napoli [Galasso, Picone, Petrusa, del Pesco, 1981]

Morta: 1785 (Napoli)

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Si conosce molto poco della vita di Faustina Pignatelli. Nel 1724 sposò il poeta Domenico Francesco Carafa; per il matrimonio ricevette in dote il feudo di Colubrano dal padre Diego.

Allieva di Nicola De Martino che, insieme al fratello Pietro, aveva legato il proprio nome alla diffusione del newtonianesimo a Napoli, Faustina pubblicò nel 1734, come «anonimae napolitanae» sui «Nova Acta eruditorum» di Lipsia, una dissertazione anti-leibniziana dal titolo Problemata Mathematica.

Parecchi anni più tardi, la Pignatelli veniva concordemente indicata da illustri scienziati e filosofi, italiani e stranieri, come animatrice del più importante circolo scientifico napoletano anche in virtù dell’intenso scambio di idee che ella ebbe con l’Accademia delle scienze di Parigi proprio sul problema delle forze vive.

A giudicare da uno scritto di Francesco Maria Zanotti, segretario dell’Istituto e dell’Accademia delle scienze di Bologna dal 1723 al 1766, De vi corporum viva, pubblicato nei «Commentarii» dell’Accademia nel 1745, Faustina aveva una solida preparazione matematica che le permetteva di elaborare, circa il problema delle forze vive, una posizione originale e di inserirsi in questo dibattito con una serie di riflessioni di carattere epistemologico. Ciò le era valso nel 1732 l’elezione a membro onorario dell’Accademia delle scienze di Bologna: era la seconda donna, dopo la fisica bolognese Laura Bassi, ad essere ammessa entro quella istituzione.

Negli anni successivi la questione delle forze vive continuò ad essere discussa con fervore arricchendosi di ulteriori opere che Zanotti, infine, riassunse in un libro del 1751, Della forza dei corpi che chiamano viva, scritto in forma di dialogo immaginario tra scienziati però reali e viventi che davano voce alle posizioni effettivamente discusse in quel periodo.

Il dibattito, che Zanotti finse essere avvenuto nel 1750, in occasione di una sua visita a Napoli, con la Pignatelli e con gli scienziati legati al suo circolo, Francesco Serao, Nicola De Martino e Felice Sabatelli, evidenziava come l’ambiente partenopeo si opponesse al primato della metafisica sulla scienza.

Al contrario, Zanotti, che rappresentava allora su questi temi una voce autorevole dell’ambiente bolognese, si rifaceva alla tradizione cartesiano-newtoniana e alla autorità di Pietro De Martino esprimendosi, per un verso, a favore di una netta separazione tra scienza e metafisica; per l’altro, a sostegno della supremazia della metafisica.

È questo il punto attorno al quale si sviluppava il dialogo tra la Pignatelli e Zanotti; un dialogo che, riaffermate le rispettive posizioni, si concludeva con un motto di spirito della principessa di Colubrano la quale chiariva che, se è vero che i fisici «non si arrischiano di disputare [sulla natura] di quella virtù che muove i corpi» [Zanotti, 1745, p. 384], è altrettanto vero che i metafisici sono «più oscuri e si perdono dietro a quistioni inutili» [Zanotti, 1745, p. 385].

Faustina Pignatelli morì a Napoli nel 1785.

«Dama intelligentissima delle mattematiche e della filosofia» [cit. in Genovesi, 1962, p. 42], Faustina Pignatelli, principessa di Colubrano, a Napoli era alla guida di un circolo dichiaratamente antimetafisico in un ambito scientifico generale, anche se prudente su un piano sperimentale.

Faustina si cimentò con scritti propri- pare tutti scomparsi- in cui affrontava la questione delle misure delle forze, entrando così nel vivo del dibattito sulle grandi questioni scientifiche, che allora ruotava perlopiù intorno alla controversia tra Cartesio e Fermat sulla rifrazione della luce e intorno alla celeberrima disputa sulle cosiddette forze vive.

«Dama intelligentissima delle mattematiche e della filosofia»

[Genovesi, 1962, p. 42]

 

«Lo stesso Voltarire precisa che, come la Du Chatelet, la Colobrano non aveva «un'opinione fondata [...] su quella del maestro; esse hanno scritto entrambe da matematiche ed entrambe con punti di vista nuovi». »

[cit. in A. Brigaglia, P. Nastasi, 1984, p. 163]

 

 

Problemata Matematica, «Nova Acta eruditorum» , Lipsia, 1734  (PERDUTO)

 


 

F.M. Zanotti, De vi corpurum viva, in «De Bononiensi scientiarum ed artium Istituto atque Accademia commentarii» , II, 1745, pp. 377-413.

F.M. Zanotti, Della forza dei corpi che chiamano viva, Bologna, per gli Eredi di C. Pisarri e G.F. Primodi, 1751.

A. Genovesi, Autobiografia, lettere e altri scritti, a cura di G. Savarese, Milano, Feltrinelli,1962.

P. Nastasi, I primi studi sull’elettricità a Napoli e in Sicilia, «Physis», XXIV, 2, 1982, pp. 237-264.

A. Brigaglia, P. Nastasi, Bologna e il Regno delle due Sicilie: aspetti di un dialogo scientifico (1730-1760), «Giornale critico della filosofia italiana», LXIII, 2, 1984, pp. 145-178.

R. Simili, In punta di penna. Donne di scienza e di cultura fra cosmopolitismo e intimità meridionale, in La scienze nel mezzogiorno dopo l'Unità d'Italia, Napoli, Rubettino, 2008, pp. 27-89.

Miriam Focaccia
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