Pierpaoli Irma

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Irma Pierpaoli [Mezzetti Bambacioni, 1967-69, p. 307]

Nata: 19 Aprile 1891 (Roma)

Morta: 10 Gennaio 1967 (Senigallia)

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Irma Pierpaoli nacque il 19 aprile 1891 a Roma. Studiò scienze naturali all’università della capitale e si laureò il 23 giugno 1915 con una tesi sperimentale di botanica, eseguita sotto la guida di Romualdo Pirotta. Ottenne poi il diploma presso la scuola di magistero e l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole medie. Nel 1915 diventò assistente preparatore in soprannumero presso l’Istituto botanico.

Dal 1920 al 1925 fu professore di scienze naturali presso l’Istituto tecnico “Pitagora” di Taranto; dal 1925 al 1944 presso il Liceo scientifico di Ancona che, nel 1944, venne trasferito, a causa della guerra, a Senigallia.

La sua grande passione erano le alghe, ragione per la quale rimase legata a Taranto dove frequentava l’Istituto demaniale di Biologia marina (oggi Istituto sperimentale talassografico).

Nel 1932 pubblicò Prima contribuzione allo studio delle alghe del Golfo di Taranto. Nel 1937, conscia dell’importanza delle alghe, ebbe l’idea di esporre alla Fiera della pesca di Ancona quattro grandi tabelle formate con i campioni più rappresentativi della flora algologica anconetana. Il Provveditore agli studi di allora negò però l’autorizzazione.

Nel 1942, il Comitato talassografico italiano, un organismo nato nel 1908 per promuovere la ricerca oceanografica con un indirizzo dal chiaro risvolto industriale, secondo gli orientamenti del suo fondatore, il matematico Vito Volterra, aveva accordato alla Pierpaoli una borsa di studio di 4000 lire per la durata di quattro mesi, per compiere indagini presso l’Istituto, con l’obbligo di presentare una relazione sui risultati ottenuti. Irma compì le proprie ricerche fra mille disagi, essendo il mare, in periodo bellico, uno spazio di manovra tutt’altro che riparato e protetto. «La ricercatrice- ricordava Parenzan- tirava su le alghe, ma dall’alto piovevano le bombe, e spesso urlavano le sirene d’allarme mentre era in battello sul mare» [cit. in Parenzan, 1983, p. 108]. Proprio per motivi di sicurezza dovette abbandonare Taranto.

Nel 1944 si ritrovò sfollata a Senigallia ma, senza perdersi d’animo, accanto al lavoro di insegnante, continuò a coltivare i suoi interessi scientifici, inviando alla Società botanica italiana di Firenze un rapporto sulle sue osservazioni algologiche dal 1925 al 1943; pubblicò quindi i Rilievi sulla flora algologica anconetana.

Nel 1948 chiese il pensionamento anticipato, anche per seguire meglio e più da vicino l'anziano padre e il fratello, rimasto invalido durante la I guerra mondiale. Fu allora che ricominciò a dedicarsi in maniera più assidua alla ricerca, che comunque non aveva mai del tutto abbandonata. 

Prima delle lezioni a scuola, aveva infatti l’abitudine di recarsi al mare per osservare e studiare le alghe, offrendo un contributo inestimabile alla disamina della biodiversità degli ecosistemi costieri. Così scriveva nel 1958 da Senigallia: «Belle le cose del mare! Ma io non ho più gli anni di quando prima delle lezioni, prima delle otto del mattino andavo a Taranto a mare, per vedere, cercare, pescare, scoprire la bellezza e la grandezza di quel mondo che ora pare si apra anche agli italiani!» [cit. in Parenzan, 1983, p. 108].

Fu in contatto e strinse relazioni con molti algologi italiani: oltre a Parenzan, Romualdo Pirotta, Enrico Carano, Giovanni Battista De Toni, Agilulfo Preda, Vito Zanon.

A partire dal 1909 aveva iniziato a raccogliere e collezionare alghe provenienti prevalentemente dall'Adriatico centrale e dai mari di Taranto. Irma donò in seguito la sua collezione a Parenzan, mettendola a disposizione della comunità scientifica. Egli arricchì poi l'algario con esemplari raccolti nel basso Adriatico e nello Ionio. Sono presenti 219 specie suddivise tra Alghe rosse (122), Alghe brune (53) ed Alghe verdi (44). L'algario costituisce un reale patrimonio per gli studi floristici e, in generale, ecologici, riguardanti il Mar Adriatico ed il Mar Ionio; recentemente è stato segnalato per l'inserimento nell'Index Herbariorum pubblicato dal New York Botanical Garden. Il catalogo dei campioni delle macroalghe dell'Algario "Irma Pierpaoli" è disponibile, oltre che su supporto cartaceo (all. 8.2 in La Stazione di Biologia Marina di Porto Cesareo 1966-1999, Edizioni del Grifo, 2000), su supporto elettronico (http://siba2.unile.it/sbm/catalg.htm).

Irma Pierpaoli è morta il 30 gennaio 1967 a Senigallia.

 


Algologa, Irma Pierpaoli è nota soprattutto per i suoi studi sulle alghe del Golfo di Taranto e per la sua collezione di alghe essiccate che, raccolte nel periodo compreso tra il 1909 e il 1965, furono da lei affidate al professore Pietro Parenzan, ricercatore e naturalista, fondatore del Museo e della Stazione di biologia marina di Porto Cesareo, nonché della rivista «Thalassia Salentina». Con Parenzan iniziò, nel 1957, una fitta corrispondenza e collaborazione.

L’«Algario Pierpaoli» è oggi conservato in parte presso l’Istituto per l’ambiente marino costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e in parte, oltre 700 reperti di macroalghe, presso la Stazione di biologia marina di Porto Cesareo dell’Università del Salento. «Sono contenta che la mia collezione riprenda vita a Porto Cesareo … per porla a disposizione di chi volesse consultarla e studiarla» [cit. in Parenzan, 1983, p. 109].

Nel giugno del 1987 la Stazione di biologia marina promosse la realizzazione del Congresso nazionale di algologia «Alghe e loro utilizzazione». L'idea del convegno era venuta a Parenzan che, nel suo discorso di apertura dei lavori congressuali, volle dedicare il convegno ad Irma Pierpaoli, ricordata come «benemerita dell'Algologia jonica».

 


«Io la conobbi nel 1916 quando, al II anno di Scienze naturali, iniziai la tesi di laurea in Botanica e la nostra amicizia, basata sulla stima reciproca e su una visione simile dei valori umani, non cessò mai anche se le vicende della vita ci tennero quasi sempre lontane [...] Irma Pierpaoli, naturalista e insegnante nel più elevato senso delle parole, musicista, poeta ed esperta di casa, non è più […]».

[Mezzetti Bambacioni, 1967-69, pp. 307-12]

 

«Personalmente la scopersi nel 1957. […] Ovviamente, dovendo interessarmi alla biologia dello Jonio, non potei fare a meno di rintracciare la Prof. Pierpaoli, per una necessaria collaborazione. […] per quanto la Pierpaoli affermi di non essere “algologa di professione”, per l’amore che ha messo nella ricerca e nello studio delle alghe del Golfo di Taranto, per le sue acute osservazioni sull’epifitismo, per il suo spirito di sacrificio, è più che degna di avere il suo posto fra gli algologi, perché il suo contributo all’algologia lo ha dato in forma superiore […] E’ quello della Pierpaoli, un lavoro che ha aperto la mente di molti giovani verso la vita dei mari; […] La Pierpaoli rivela in tutti i suoi scritti, nelle pubblicazioni scientifiche come nelle lettere, una personalità permeata di spiritualità e di poesia, che dovrebbe essere di esempio, di incitamento per le nuove leve nel campo della ricerca biologica».

[Parenzan, 1983, pp. 107-109]


Ricerche anatomiche, istologiche ed embriologiche sulla putoria calabrica pers, «Annali di botanica», 14, 1916, pp. 83-100.

Osservazioni sul Fiore del Nespolo e sull'origine della nespola apirena, «Rendiconti R. Accademia dei Lincei», ser. V, 27, 1918, pp. 121-25.

Prima contribuzione allo studio delle alghe nel golfo di Taranto, «Rivista di biologia», 5, 1923, pp. 693-709.

Senigallia nel suo sfondo geografico e nelle sue zone di verde, Senigallia : Tip. Senigalliese, 1953.

Microfotografie di alghe del Golfo di Taranto, «Thalassia jonica», 3, 1960, pp. 100-106.

 


 


P. Parenzan,  Lo studio delle alghe del Golfo di Taranto nell'appassionata opera di Irma Pierpaoli, «Voce del popolo», anno 83, n. 20.

P. Parenzan, Irma Pierpaoli (algologa), «Thalassia salentina», 2, 1967, pp. 173-74.

V. Mezzetti Bambacioni, Irma Pierpaoli (1891-1967), «Annali di botanica», 29, 1967-69, pp. 307-12.

P. Parenzan, Puglia Marittima, Galatina (Lecce), Congedo Editore, 1983, pp. 107-09.

Scienziati di Puglia, a cura di Francesco Paolo de Ceglia, Bari, Adda, 2007, pp. 511.

 


Miriam Focaccia
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