Nata: 12 Febbraio 1924 (Torino)
Morta: 14 Dicembre 1993 (Avigliana, Torino)
Esplora album (1 foto)Elda Valabrega nacque a Torino il 12 febbraio 1924 da Achille e Fiorina Pavese; compì gli studi classici presso il liceo “Cavour” e si iscrisse poi alla Facoltà di scienze del locale ateneo dove si laureò in matematica e fisica il 28 gennaio 1946, discutendo una tesi su un argomento di analisi superiore che le valse la menzione della lode. Dopo la laurea insegnò nelle scuole medie dal 1947 al 1974; mentre, nel 1950 entrò all’università come assistente incaricato di matematiche complementari.
Stando ai ricordi dell’amico e collega Paolo Solomon, le prospettive di carriera accademica di Elda furono, almeno all’inizio, alquanto incerte: ella non ebbe infatti una «guida efficiente per le sue ricerche»; anzi, fu «scarsamente motivata ad intraprendere studi avanzati» tanto da occuparsi «essenzialmente dell’attività didattica» [Solomon, 1995, p. 231]. Furono anni difficili pure sul piano personale segnati dall’inesorabile malattia del marito, Silvio Gibellato, assistente al Politecnico di Torino, che Elda aveva sposato nel 1952 e che morì nella primavera del 1957. In quel periodo, tuttavia, Elda fece parte di un sodalizio formato da un gruppo di ex allievi della Scuola normale superiore di Pisa, ove aveva studiato suo marito, che si riunivano periodicamente, talvolta a casa di esponenti degli ambienti intellettuali torinesi di sinistra, per discutere vivacemente di questioni politiche, sociali e argomenti di varia cultura.
A partire dagli anni Sessanta, trovò in Tullio Viola, professore di matematiche complementari indi di analisi matematica all’Università di Torino, un illustre maestro grazie al quale si cimentò con l’attività di ricerca nel settore della storia della matematica.
Dal 1959 Elda ebbe l’incarico di esercitazioni matematiche per i chimici e, dal 1962 al 1982, di matematiche elementari da un punto di vista superiore. Infine, nel 1982, divenne professore associato nella medesima materia.
La militanza all’interno del Gruppo nazionale del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) su Filosofia, pedagogia e storia della matematica, il primo del genere reso operativo in Italia nel 1960 da Viola, fece maturare l’interesse di Elda per la storia della matematica considerata nella duplice valenza di disciplina importante tanto per lo sviluppo della stessa matematica, quanto per la sua didattica.
Da questo punto di vista, gli argomenti dei suoi lavori riguardarono i concetti matematici fondamentali, le problematiche ricorrenti nel corso dello sviluppo storico della materia nonché le tecniche adottate per dimostrare teoremi di spiccato valore scientifico. Presero così quota le analisi dell’atteggiamento tenuto da D’Alembert nei confronti del calcolo delle probabilità; gli interventi nella diatriba sulla continuità tra la ricerca matematica medioevale e quella moderna; le osservazioni sull’origine dell’algebra geometrica di Euclide; o, ancora, il coinvolgimento nel dibattito sulle prime dimostrazioni non-euclidee nella storia della geometria.
Si trattava di studi che, interrogandosi sulle difficoltà concettuali e metodologiche con le quali si erano cimentati gli studiosi del passato, sulle ragioni dei loro successi o dei loro errori, ambivano ad essere qualcosa di più di una cronaca della matematica, ovvero di comprendere la dinamica delle scoperte scientifiche collegandole al contesto storico e culturale dell’epoca.
La ricerca teorica di Elda procedette di pari passo con l’impegno per il rinnovamento della didattica delle materie scientifiche specialmente nelle scuola pre-universitaria. Forse, la sua sensibilità verso i problemi legati all’ambito pedagogico era sorta negli anni Cinquanta durante la sua prima esperienza di docente presso l’Istituto tecnico commerciale “Q. Sella” di Torino, ove si era scontrata con un ambiente ben poco dinamico in cui la didattica era imbalsamata in forme monotone e di scarso respiro intellettuale.
In seguito, l’università divenne per lei un banco di prova per la messa a punto di un metodo d’insegnamento che faceva ricorso solo in parte alla lezione cattedratica, prediligendo un approccio educativo che richiedeva all’allievo uno sforzo personale e creativo. Inoltre, agli studenti del corso di laurea ad indirizzo didattico spesso assegnava una tesi, per così dire, sul campo da svolgere a diretto contatto con gli insegnanti della scuola media inferiore e superiore. Ne nacque un fecondo e duraturo interscambio tra università e scuola secondaria, tant’è che non pochi di coloro che erano coinvolti nelle tesi proseguirono la collaborazione con Elda, impegnandosi nel rinnovamento del percorso formativo sia sotto il profilo dei metodi che dei contenuti.
A partire dal 1975, il lavoro di svecchiamento dei programmi di matematica si organizzò attorno ai Nuclei di ricerca didattica promossi dal CNR. Elda ne impiantò uno a Torino che, nel giro di pochi anni, produsse una serie di documenti in cui si sollecitava, per un verso, l’introduzione nelle scuole secondarie di elementi di statistica, calcolo delle probabilità, logica, geometria delle trasformazioni; per l’altro, l’adozione di un approccio alla materia essenzialmente per gruppi di argomenti da discutere a livelli di approfondimento via via maggiori.
I materiali elaborati dal Nucleo confluirono in due volumi: Esplorando lo spazio: avviamento alla geometria (1979) e Contando e ricontando: avviamento al calcolo delle probabilità (1980).
Negli anni Ottanta, divenuta presidente della sezione torinese della Società "Mathesis", punto di riferimento associativo e intellettuale per gli insegnanti delle scuole secondarie, la rivitalizzò attraverso una serie di incontri tra i quali si segnala il convegno tenutosi nel capoluogo piemontese nel 1990, La logica come fondamento dell’informatica.
L’iniziativa nasceva dal timore che la diffusione dell’informatica con il suo bagaglio di conoscenze necessariamente tecniche potesse andare a discapito degli aspetti formativi dell’insegnamento e, in particolare, ridurre ulteriormente lo spazio riservato nei programmi alla geometria. Organizzato non senza fatica a causa di alcuni problemi di salute, che nel 1988 l’avevano costretta a lasciare l'università, il convegno ebbe un notevole riscontro di pubblico e fu un momento di incontro e discussione tra insegnanti, specialisti di logica ed esperti pedagogisti come Emma Castelnuovo.
Tre anni dopo, il 14 dicembre 1993, Elda si spense nella sua casa di Avigliana, in provincia di Torino.«La varietà e la numerosità delle sue iniziative in campo didattico sono segno della passione che Elda pose nel lavoro di docente: il suo impegno fu sempre motivato dalla convinzione sociale che, a qualsiasi livello, lo studente, quale cittadino, avesse diritto a conoscenze corrette ed attuali, coerenti con quanto la ricerca va via via elaborando. […] Coloro che l’anno conosciuta come docente […] ricordano la profondità con cui Elda trattava gli argomenti, la sua preoccupazione che tutti avessero realmente compreso. Erano una componente qualificante del suo corso di matematiche elementari da un punto di vista superiore i lavori di ricerca che ogni studente svolgeva: Elda li seguiva con molta cura; il dialogo diretto era un efficace strumento per l’apprendimento; l’allievo riceveva in tal modo, attraverso l’esempio, una valida lezione di didattica».
(M. Mosca, Elda Valabrega e la didattica della matematica, in Conferenze e seminari 1994-95, a cura di E. Gallo, L. Giacardi, C.S. Roero, Torino, Associazione subalpina Mathesis, 1995, pp. 240-241).
«Nell’autunno del 1954 si ritrovarono a Torino […] quattro ex-allievi della Scuola normale di Pisa che avevano terminato gli studi universitari da pochi anni. Il più anziano era Silvio Gibellato, marito di Elda Valabrega. […] Ultimo per età e per arrivo a Torino ero io [Paolo Salomon]. L’aspetto più piacevole dei nostri incontri era la conversazione che, coll’andar del tempo, sempre meno era assorbita dai ricordi pisani […], per addentrarsi invece sui problemi torinesi […]. Elda aveva tante conoscenze dirette o indirette ed era sempre molto al corrente su quanto si svolgeva o maturava negli ambienti culturali della città orientati a sinistra. […] In seno al sodalizio, la comprensione maggiore mi venne costantemente da Elda e questa fu l’origine di quella preziosa amicizia, rafforzata poi da altre motivazioni dettate dalla comune professione di docenti di matematica e dall’identica sensibilità didattica. Vi è da dire che Elda aveva sempre manifestato riserve ideologiche sulla dottrina marxista, così come veniva interpretata allora […]. Il suo orientamento a sinistra, mai venuto meno in tutti gli anni seguenti, era sempre sostenuto da una visione laica che non le permetteva di condividere gli aspetti fideistici e talvolta totalitari dei compagni ortodossi.»
(P. Solomon, Un sodalizio torinese degli anni ’50, in Conferenze e seminari 1994-95, a cura di E. Gallo, L. Giacardi, C.S. Roero, Torino, Associazione subalpina Mathesis, 1995, pp. 224, 228, 230).Sui principali sviluppi della critica moderna relativi al concetto di numero, «Rendiconti del circolo culturale Università e Politecnico di Torino», 1947, pp. 39-41.
Riflessioni sull’atteggiamento di D’Alembert nei confronti del calcolo delle probabilità, «Atti dell’ Accademia delle scienze di Torino, classe di scienze fisiche matematiche e naturali», 96, 1961/62, pp. 644-653.
Il teorema di esistenza degli zeri delle funzioni continue nell’analisi moderna, «Atti dell’Accademia delle scienze di Torino, classe di scienze fisiche matematiche e naturali», 98, 1963/64, pp. 437-444.
Fu Oresme precursore di Galileo?, «Atti del simposio internazionale “G. Galilei nella storia e nella filosofia della scienza” (Pisa 1964)», Firenze, 1967, pp. 301-307.
La questione dell’incommensurabilità della diagonale in N. Oresme, «Atti dell’Accademia delle scienze di Torino, classe di scienze fisiche matematiche e naturali», 105, 1970/71, pp. 245-250.
(con P. Valabrega), Dai «Grundlagen der Geometrie» di D. Hilbert all’«Algèbre lineaire et géométrie élémentaire» di J. Dieudonné: i reali di Dieudonné, «Atti dell’Accademia delle scienze di Torino, classe di scienze fisiche matematiche e naturali», 106, 1971/72, pp. 119-127.
Relazione sul Nucleo di ricerca didattica di Torino, «Notiziario dell’unione matematica italiana», 4, 1976, suppl. al n. 6, pp. 60-61.
(con A. Cassana), Algebra per il biennio, vol. 2, Torino, Loescher, 1977.
Relazione sul Nucleo di ricerca didattica dell’università di Torino al terzo convegno sull’insegnamento della matematica (Bologna 1977), «Notiziario dell’unione matematica italiana», 5, 1977, suppl. ai nn. 8-9, pp. 49-51, 146.
Spazio fisico e spazio geometrico, La ricerca, Torino, Loescher, 15.3.1977.
L’insegnamento della geometria: rinnovamento della metodologia I, II, La ricerca, Torino, Loescher, 1.2.1978, 1.3.1978.
Un’ipotesi sull’origine dell’algebra geometrica in Euclide, «Bollettino dell’unione matematica italiana», 5, 16/A, 1979, pp. 190-200.
Ancora sui reali di Dieudonné, «Atti dell’Accademia delle scienze di Torino, classe di scienze fisiche matematiche e naturali», 113, 1979, pp. 193-196.
Osservazioni sui libri III e IV di Euclide, «Atti dell’Accademia dei fisiocratici di Siena», 14, 12, 1980, pp. 627-630.
Considerazioni sull’insegnamento della geometria, «Periodico di matematiche», 5, 55, 1979, pp. 19-22.
(con L. Manassi), Esplorando lo spazio, avviamento alla geometria, Torino, Loescher, 1979.
La geometria nella scuola secondaria superiore, Quinto convegno sull’insegnamento della matematica (Ferrara 1979), «Notiziario dell’unione matematica italiana», 6, 1979, suppl. ai nn. 8-9, pp. 110-112.
Matematiche elementari da un punto di vista superiore, Torino, Levrotto & Bella, 1980.
Contando e ricontando, avviamento al calcolo delle probabilità, Torino, Loescher, 1980.
I nuovi programmi di matematica del biennio e il piano nazionale dell’informatica, «Periodico di matematiche», 6, 64, 1988, pp. 93-95.
Le trasformazioni geometriche nell’insegnamento alla luce della storia della geometria, «L’educazione matematica», 4, 1989, pp. 135-141.
Le memorie di Eugenio Beltrami, Corrado Segre, Giovanni Vailati sul «Saccheri dimenticato», «Atti del convegno Pietro Riccardi e la storiografia delle matematiche in Italia (Modena 1987)», Bologna, Tecnoprint, 1989, pp. 297-304.
La riscoperta Vailatiana nella logica demonstrativa di Gerolamo Saccheri, in Giovanni Vailati nella cultura del Novecento, a cura di M. Quaranta, Sala Bolognese, Forni, 1989, pp. 53-56.
R. Trudeau, «La rivoluzione non euclidea», «Lettera Pristem», 6, 1992, p. 40.
Giuseppe Peano e la sua scuola, in Storia illustrata di Torino, a cura di V. Castronovo, vol. 5, Torino, Ed. Sellino, 1993, pp. 1401-1420.M. Mosca, Elda Valabrega Gibellato, «Lettera Pristem», 14 dicembre 1994, pp. 24-25.
P. Solomon, Un sodalizio torinese degli anni ’50, in Conferenze e seminari 1994-95, a cura di E. Gallo, L. Giacardi, C.S. Roero, Torino, Associazione subalpina Mathesis, 1995, pp. 224-239.
M. Mosca, Elda Valabrega e la didattica della matematica, in Conferenze e seminari 1994-95, a cura di E. Gallo, L. Giacardi, C.S. Roero, Torino, Associazione subalpina Mathesis, 1995, pp. 240-243.
P. Dupont, Elda Valabrega Gibellato e la storia della matematica, in Conferenze e seminari 1995-96, a cura di E. Gallo, L. Giacardi, C.S. Roero, Torino, Associazione subalpina Mathesis, 1996, pp. 225-233.
L. Giacardi, C.S. Roero, Tullio Viola (1904-1985) e la storia della matematica, in Cento anni di matematica: atti del Convegno Mathesis centenario 1895-1995: una presenza nella cultura e nell'insegnamento, Roma, F.lli Palombi, 1996, pp. 156-164.
C.S. Roero, Elda Valabrega, in La Facoltà di scienze matematiche fisiche naturali di Torino 1848-1998, vol. II, I docenti, Torino, Deputazione subalpina di storia patria, 1999, pp. 663-666 (con ritratto ed elenco delle pubblicazioni).
E. Luciano, C.S. Roero, Elda Valabrega Gibellato, in Numeri, atomi e alambicchi. Donne e scienza in Piemonte dal 1890 al 1960. Parte I, a cura di E. Luciano, C.S. Roero, Torino, Centro studi e documentazione pensiero femminile, 2008, pp. 196-200.
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