Nata: 1 Gennaio 1868 (Mantova)
Morta: 7 Settembre 1939 (Bologna)
Esplora album (5 foto)Elisa Norsa nacque a Mantova il 1° gennaio 1868, ove frequentò il liceo, classificandosi tra le primissime allieve di tutto l’istituto. La sua vocazione scientifica emerse già dai risultati del suo esame di licenza: dieci in matematica, fisica e chimica, storia naturale e geografia fisica.
A 17 anni Elisa aveva già conseguito il titolo di maestra e, volendo continuare a studiare senza essere di peso alla famiglia, iniziò anche ad insegnare. Non necessariamente sintomo di condizione socio-economico disagiata, questa decisione risulta piuttosto in linea con lo spirito di indipendenza che caratterizzò le decisioni prese da Elisa in merito alla propria vita, sia privata che lavorativa.
Come, per esempio, il trasferirsi a Bologna ove si iscrisse, nel 1890, al corso di laurea in Scienze naturali di quella Università, intraprendendo un percorso in un campo, quello scientifico, allora poco usuale per una donna.
Proprio al periodo degli studi universitari risale il suo impegno nel movimento di emancipazione femminile bolognese: faceva parte di quel gruppo di donne ad opera delle quali, nel 1890, si costituì il Comitato di propaganda per il miglioramento delle condizioni della donna, il cui fine principale era di lottare per l’emancipazione della donna dallo stato di soggezione morale, giuridica ed economica e di promuoverne contemporaneamente l’educazione culturale.
La Norsa si laureò in Scienze naturali il 7 luglio 1894: unica donna del suo corso di laurea, fu altresì l’unica, su altri sei iscritti, ad ottenere la lode, meritando, per tale ragione, di essere citata nell’Annuario dell’anno successivo dal rettore Giovanni Cappellini.
La tesi di laurea, Alcune ricerche sulla morfologia dei membri anteriori degli uccelli, pubblicata contemporaneamente dal laboratorio di Zoologia di Bologna e dal laboratorio di Anatomia normale di Roma, le procurò l’ambito premio «Vittorio Emanuele». La commissione che le conferì il premio era composta, fra gli altri, da Emery, dal matematico Salvatore Pincherle e dal chimico Giacomo Ciamician. Il lavoro fu altresì pubblicato sugli «Archives italiennes de Biologie», rivista diretta dall'illustre fisiologo Angelo Mosso, sulla quale comparivano le sintesi dei lavori scientifici più pregevoli.
Nel 1900 sposò Raffaele Gurrieri, docente di Medicina legale all’università di Bologna: per trentanove anni furono uniti da un profondo legame affettivo e intellettuale. Gurrieri, infatti, dimostrando grande apertura mentale per l’epoca, non solo accettò che la moglie continuasse a lavorare dopo il matrimonio, ma la coinvolse anche nell’esperienza editoriale che lo vide direttore, insieme a Domenico Barduzzi prima e Pietro Albertoni poi, della rivista «L’Università italiana», pubblicata a Bologna per quasi quarant’anni.
Due, in particolare, furono gli argomenti, in linea con i suoi interessi, intorno ai quali ruotò l’attività di articolista della Norsa: la scienza e la condizione femminile.
Il suo primo articolo, pubblicato nel 1902, riguarda il tema delle laureate italiane dall’Unificazione al 1900 e commenta il fenomeno della presenza femminile nelle università e nelle professioni, quale si era delineato a partire dall’ultimo ventennio del XIX secolo. Sottolineando la correlazione tra scienza e cultura femminile, convinta che fosse stata proprio la scienza ad offrire alle donne le prime reali possibilità di affermarsi nella vita accademica, argomentava: «La vera scienza, la vera e austera scienza, è profondamente morale […] Perciò io saluto con lieta speranza questo diffondersi della cultura scientifica femminile; perciò aspetto da questa cultura un alzarsi del tono morale nella vita interiore della donna; perciò io credo con ferma fede che a partire dall’età presente, e sempre più andando verso le età future, la dignitosa ed alta coscienza della donna sarà formata dalla scienza» [Norsa, 1902].
Il nome di Elisa su «L’Università italiana» scompare a partire dal 1906, con una sola eccezione: nel 1912 scrisse un necrologio in occasione della morte della fisiologa e femminista Margherita Traube Mengarini.
Nel 1936, quasi presagendo di essere vicina alla fine scrisse: «Voglio che sia posto presso al mio corpo, nel feretro, un ritratto di ciascuno dei miei genitori e di mio marito e una piccola bandiera italiana tricolore a ricordo e compendio dei miei affetti più forti e più saldi. […] Ho amato il lavoro, che ha dato la gioia, conforto, dignità, indipendenza alla mia vita […] Ho vissuto col cuore pieno del più intenso amore per tutti i miei cari e per la diletta mia Patria, l’Italia. Fui entusiasta dei più elevati ideali umani.» [Gurrieri, 1939, p.138].
Morì, a Bologna, il 7 agosto del 1939.
Lo studio, la vita universitaria e la laurea resero la vita di Elisa Norsa un’esperienza diversa da quella della maggior parte delle donne del suo tempo: oltre a Giuseppina Cattani, fu la sola donna che in quel periodo tentò la carriera accademica nell’ateneo bolognese.
Appena laureata in Scienze naturali, nel 1894, venne nominata preparatrice presso il gabinetto di Zoologia dell’Università di Bologna, allora diretto dal noto zoologo Carlo Emery. Nel 1899 il Ministero della pubblica istruzione approvò la richiesta del professor Emery di promuovere Elisa al ruolo di assistente. Mantenne questo incarico fino al 1910, allorquando dovette lasciare per motivi di salute.
Partecipò altresì al movimento di emancipazione femminile che era nato a Bologna nel 1890: fu probabilmente nell’ambiente universitario che la futura dottoressa entrò in contatto con le esponenti di quel gruppo di donne bolognesi attivamente impegnate nel movimento e riunite intorno alla figura di Gualberta Beccari e del giornale «La donna».
Dal 1902 collaborò alla rivista «L’Università italiana», firmando articoli incentrati su due questioni fra loro correlate: l’educazione femminile e il ruolo della scienza nell’emancipazione culturale della donna.
«Alla Zoologia erano iscritti studenti di varie Facoltà e Scuole, ed ella, quale assistente, ebbe più volte occasione di fare corsi per invito del Maestro su varii rami della Zoologia a gruppi speciali di studenti. E molti laureati ricordano ancora con piacere, e l’hanno scritto in questa occasione, quelle limpide lezioni. […] essa non tralasciava il lavoro, la scienza, le lettere, pur dedicandosi alla casa e al marito, espertissima, come era, nel dirigere saggiamente la sua casa. Trentanove ani di matrimonio e trentanove nitidi volumi in cui, giorno per giorno, sono notate tutte le spese, anche le più minute. Sarebbe un buon materiale per i futuri storici dell’economia domestica in una data epoca.
Appassionata lettrice, era al corrente della produzione letteraria contemporanea italiana ed estera; dotata di forte memoria diceva a memoria, anche ultimamente, interi canti della Divina Commedia e poesie di Leopardi, di Foscolo e del Giusti, il poeta patriota che da giovinetta l’aveva più entusiasmata.
E fu anche preziosa collaboratrice di questa Rivista. Vi dette assidue cure fino a pochi giorni prima della sua repentina dipartita. Di questo lavoro, dedicato alla Rivista, pochi sono gli scritti che portano la sua firma: modesta qual’era, non teneva a far risaltare il suo nome».
[Gurrieri,1939, pp. 137-38].
Alcune ricerche sulla morfologia dei membri anteriori degli uccelli, «Ricerche fatte nel Laboratorio di Anatomia normale della R. Università di Roma ed in altri Laboratori biologici», IV, 1(1894).
Su «L’Università italiana», dal 1902 fino al 1912, scrisse numerosi articoli, fra i quali:
Le laureate in Italia
Donne matematiche
La nervosità dei fanciulli
La pedagogia di Herbart e le scuole di Magistero nelle Università
La moderna biologia speculativa
Margherita Traube Mengarini
R. Gurrieri, In memoria della Dott. Elisa Gurrieri nata Norsa, «L’Università italiana», vol. I, serie VI, fasc. IX-X, sett-ott. 1939, pp. 137-38.
R. Bonetti, Donne e scienza a Bologna nell'Italia post-unitaria (1870-1900), tesi di Laurea in Storia del pensiero scientifico, Corso di Laurea in Filosofia, Università di Bologna, a.a. 2003/04,
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