Nata: 28 Luglio 1915 (Palmanova, Udine)
Morta: 4 Maggio 2006 (Padova)
Esplora album (1 foto)Oplinia Hieke nacque a Palmanova, in provincia di Udine, il 28 luglio 1915. Il padre, scultore diplomato a Venezia all’Accademia di belle arti, poi fotografo a Udine, allestì un atelier che in città divenne il più apprezzato per i ritratti; la madre, casalinga, aiutava il marito nel suo studio.
Oplinia frequentò a Udine il Liceo classico e, dopo la maturità, si trasferì a Padova per frequentare l’Università. Qui conobbe Michelangelo Merlin, suo futuro marito (si sposarono nel 1946, al termine della guerra) e collega.
A Padova la Hieke ricevette una vasta educazione universitaria, laureandosi nel 1938 in scienze naturali e nel 1941 in chimica.
Sempre nell’ateneo padovano iniziò la sua carriera accademica: dal ’39 al ’60 come assistente alla cattedra di Mineralogia, presso l’Istituto di geologia, diretto allora dal professor Giorgio Dal Piaz; nel ’54 divenne libero docente di Petrografia. Nel ’65 ottenne la cattedra di Petrografia presso la facoltà di Scienze dell’università di Bari, ove rimase fino al ’73, allorquando si trasferì a Venezia, presso la facoltà di Chimica industriale.
Il periodo barese della Heike fu caratterizzato da un'ampia operosità e vitalità, nel corso del quale svolse un ruolo di primo piano, grazie anche alle sue capacità organizzative, specialmente nella formazione e coordinazione dei collaboratori e degli allievi, nell’indirizzare indagini originali e nell'attivare nuovi laboratori.
A Venezia insegnò invece mineralogia, un esame complementare nella Facoltà di chimica industriale: il suo ruolo venne quindi circoscritto all’interno della facoltà, così come diminuì il numero degli studenti e dei collaboratori. Nonostante ciò, Oplinia riuscì ad organizzare un laboratorio didattico per le applicazioni pratiche della sua disciplina e ad acquistare vari strumenti, tuttora utilizzati, per ricerche mineralogiche, petrografiche e geochimiche. Si inserì infine in programmi di ricerca sostenuti da finanziamenti consistenti, con indagini relative ad alcune aree nord-orientali del Paese, quali la Laguna Veneta, il Mar Adriatico settentrionale, il delta del Po e la foce dell’Adige.Il suo ultimo progetto di studio fu dedicato all’Antartide.
Oplinia Heike è morta a Padova, il 4 maggio 2006.
Petrografa e vulcanologa, Oplinia Hieke si distinse per le ricerche sugli affioramenti rocciosi della Calabria e, in particolare, del Monte Vulture; a tutt'oggi i suoi lavori continuano ad essere citati nella letteratura internazionale di settore. Del gruppo vulcanico del Vulture si interessò nel ’64 (Le vulcaniti del settore nord-orientale del del Monte Vulture –Lucania); nel ’67 produsse una carta geologica completa di quella zona- l’ultima risaliva al 1900- stabilendo altresì tre stadi storici fondamentali: il primo, definito “Vulture Primordiale”; il secondo, “Vecchio Vulture”; il terzo, “Giovane Vulture”.
Strinse collaborazioni scientifiche con le più importanti scuole italiane e straniere di petrografia e vulcanologia e, nella sua qualità di docente universitario, intraprese un significativo percorso didattico e scientifico, realizzando sinergie basilari per la crescita di “giovani” discipline; si impegnò anche per la costruzione, nel campus universitario di Bari, del Palazzo delle scienze della terra e per la messa a punto di numerosi laboratori di microscopia ottica, stereoscopia cartografica, cartografia, disegno tecnico, micro e macrofotografia. Questi laboratori caratterizzarono profondamente la sua scuola, entro la quale si formarono, per fare qualche nome, Luigi La Volpe, Giuseppe Piccarreta e Antonio Paglionico.
Laura Menegozzo ricorda: «con affetto la coppia affiatata che hanno formato lei e il prof. Michelangelo Merlin, due persone della generazione dell’Impero austro-ungarico, che hanno dato il meglio di se stessi nel proprio lavoro e che ho avuto il piacere di frequentare anche negli ultimi anni della loro lunga vita»
[cit. in de Ceglia, 2007, p. 590]
I suoi allievi e collaboratori ricordano Oplinia Hieke come una «persona di straordinaria integrità e coerenza, dotata di grande umanità, che ha trasferito agli assistenti e al personale di ricerca, che con lei ha iniziato l’attività nell’Università di Bari, il suo entusiasmo nell’insegnamento e nella ricerca scientifica, la curiosità, l’originalità, il rigore e la dedizione.»
[cit. in de Ceglia, 2007,, p. 589]
Le vulcaniti acide dell’Africa orientale, «Memorie degli Istituti di Geologia e Mineralogia dell’Università di Padova», 18 (1953-54), pp. 1-45.
[con E. Justin Visentin] Studio dei componenti accessori nelle rocce del Gran Paradiso con particolare riguardo ai minerali radioattivi, «Memorie degli Istituti di Geologia e Mineralogia dell’Università di Padova», 22 (1962-62), pp. 1-30.
[con L. Amodio] I proietti inclusi nelle priroclastiti del Monte Vulture (Lucania), «Memorie degli Istituti di Geologia e Mineralogia dell’Università di Padova», 25 (1965-66), pp. 1-48.
I prodotti vulcanici del Monte Vulture (Lucania), «Memorie degli Istituti di Geologia e Mineralogia dell’Università di Padova», 26 (1967-68), pp. 1-70.
[con L. Menegazzo Pitturi e G. Semenzato] Contributo alla conoscenza dei sedimenti superficiali delle lagune venete, «Atti dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti», 137 (1978-79), pp. 35-52.
[in collaborazione] Caratteristiche tessiturali e mineralogiche e contenuti di idrocarburi policiclici aromatici e clorurati in sedimenti di fondo dell’Adriatico settentrionale, «Bollettino di Oceanologia Teorica ed Applicata» (1989), pp. 153-66.
Scienziati di Puglia, a cura di Francesco Paolo de Ceglia, Bari, Adda, 2007, pp. 589-91.
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