Nata: 1759 (Firenze)
Morta: 1791 (Bagnacavallo, Ravenna)
Esplora album (3 foto)Maria Maddalena Petraccini nacque nel 1759 in Toscana da famiglia borghese e, dopo il matrimonio col dottor Francesco Ferretti, noto medico di Bagnacavallo, si trasferì in Romagna. Maria si avvicinò alla chirurgia inizialmente grazie agli insegnamenti del marito, che era chirurgo primario presso l'ospedale di Bagnacavallo. Nel 1788, il 13 settembre, si immatricolò all'Università di Firenze, ove seguì le lezioni dei professori Lorenzo e Angelo Nannoni, che le insegnarono anche l'ostetricia; proseguì quindi il suo apprendimento presso l'ospedale di Ferrara presso il quale «alla presenza dei Professori della Umanità dette pubblici saggi di profonde cognizioni anatomiche operando sopra i cadaveri» [Canonici Fachini, 1824, p. 203], laureandosi in chirurgia all'Università di Ferrara.
Nel 1789 pubblicò, proprio in questa città, il suo unico lavoro, Memoria per servire alla fisica educazione dei bambini, che la fa entrare, a buon diritto, nella ristretta avanguardia femminile che anche in Italia contrassegnò il Settecento. Un secolo, questo, caratterizzato da rivoluzioni culturali, in cui si fecero strada, tra l'altro, nuove concezioni scientifiche e pedagogiche che la Ferretti cercò di diffondere allo scopo di dare nuova dignità all'infanzia: «io abbandono il fantasma del pregiudizio e, disprezzando il volgare sentimento, mi armo a favore dell'innocente umanità» [Petraccini Ferretti, 1789]. Eppure era consapevole delle difficoltà causate dal suo essere donna poiché, come scrisse amaramente nella prefazione all'opera: «io però non cesso di essere Donna, e perciò stesso un oggetto, che può meritare poco l'altrui considerazione» [Petraccini Ferretti, 1789].
Scritta basandosi sulla sua esperienza personale a seguito della nascita del primogenito, la memoria della Ferretti fu certamente influenzata dalla lettura dell'Émile di Rousseau, oltre che dall'opera di Nicolas Andry De Boisregard (1658-1742), decano della Facoltà medica di Parigi e fondatore della moderna ortopedia.
In un periodo in cui le donne rivestivano un ruolo tradizionale all'interno della famiglia, seguendo generalmente l'educazione dei figli solo nella primissima infanzia, Maria, al contrario, prospettava un modello estremamente moderno, che risentiva certamente della preoccupazione derivata dall'enorme mortalità infantile, divenuta ormai un vero flagello.
In un'ottica tanto attuale quanto del tutto rivoluzionaria per l'epoca, ecco dunque che Maria sconsigliava le strette fasciature allora abbondantemente utilizzate: inutili, in quanto nocive alla salute dei piccoli, giacché li costringevano in posizioni innaturali, causa principale di malformazioni, oltre che esporli a tremende sofferenze. Al bimbo appena nato prescriveva bagni tiepidi e riposo tranquillo, vestiti comodi, ovvero «una camicia alquanto larga [...] affinché nulla avesse che ai suoi piccoli moti servire potesse d'impedimento» [Petraccini Ferretti, 1789]. La Ferretti era altresì decisamente favorevole all'allattamento materno, una consuetudine a quei tempi praticata solo dalle donne di basso ceto, tenendo le aristocratiche e le ricche borghesi una balia in casa appositamente a questo scopo, o inviando i lattanti a domicilio da quella: Maria consigliava «che tre ore dopo il parto è bene che la Donna attacchi al petto il suo bambino» [Petraccini Ferretti, 1789].
Raccontava le ore passate allegramente insieme al figlioletto che, a soli 7 mesi, potendosi muovere liberamente, cominciava a gattonare; benché impensierita dalle reazioni dei suoi concittadini, fece tuttavia un'altra scelta controcorrente nel momento dello svezzamento, sostituendo gradualmente al proprio latte «tre o quattro volte al giorno una ben cotta minestrina» [Petraccini Ferretti, 1789]: con questa dieta il bimbo crebbe robusto finché ad un anno cominciò a camminare. E dunque l'autrice poté concludere il proprio manuale orgogliosamente, presentando il risultato di un bimbo robusto e snello, augurandosi che la propria esperienza potesse essere seguita da altre madri per migliorare la qualità della vita dei loro figli.
Nel frattempo continuava gli studi e insieme al marito («un intrepido Marito accompagna le mie tenerezze, e mi determina a pensare senza prevenzione» [Petraccini Ferretti, 1789]: così ella lo definiva), o da sola, visitava pazienti, soprattutto bambini, esercitando la professione pure a domicilio ed elargendo consigli tanto alle poche madri aristocratiche del luogo, quanto alle donne del popolo. Il suo metodo ebbe un forte impatto presso i suoi concittadini, che andavano a trovarla il più delle volte motivati da semplice curiosità, anche se non sempre concordavano con lei.
Nel febbraio del 1789, il Consiglio degli anziani di Bagnacavallo volle riconoscere ufficialmente il valore professionale della sua attività e le attribuì un sussidio per assistere gratuitamente le donne povere della campagna, sia nell'arte ostetrica che in quella chirurgica: in tal modo Maria entrò ufficialmente a far parte del personale medico "di condotta".
Maria Maddalena Ferretti morì prematuramente a 32 anni, in circostanza finora non note.
Maria Maddalena Petraccini Ferretti è nota per la compilazione di un breve manuale intitolato Memoria per servire alla fisica educazione dei bambini commissionatole dalla contessa Barbara Papini Corbici e a quest'ultima dedicato. La nobildonna, prossima ad essere madre, chiedeva infatti alla Ferretti, donna esperta e colta, che aveva intrapreso studi di Chirurgia e Ostetricia prima a Firenze poi a Ferrara, consigli di puericultura. Maria rispose con entusiasmo alla richiesta, anche nella speranza di poter così divulgare il proprio metodo di allevare i neonati. Un metodo originale e decisamente innovativo col quale sperava di poter aiutare le future madri a correggere abitudini sbagliate ma radicate dalla tradizione, e dunque di poter migliorare la salute dei loro figli.
«[…] Racconta ella stessa in un suo Opuscolo, che il desiderio di giovare all’afflitta umanità la condusse ad apprendere la Chirurgia […] L’amabile fanciullezza, che più d’ogni altra sofferente creatura interessa le anime sensibili, ebbe largo ristoro da Maddalena, e l’opuscolo a vantaggio di quella lasciatoci lo manifesta. Parlava e scriveva con eleganza, non solo nella propria lingua, ma nella latina e nella francese ancora, e di soavi e culte maniere era dotata. Fu madre eccellente, ottima moglie, formò la delizia e l’onore della terra che l’aveva accolta. […]»
[Canonici Fachini, 1824, p. 203.]
Memoria per servire alla fisica educazione de’ bambini. Offerta al merito singolarissimo della nobile donna Contessa Barbara Papini-Corbici da Maria Ferretti bagnacavallese, Ferrara, 1789.
G. Canonici Fachini, Prospetto biografico delle donne italiane rinomate in letteratura. Dal secolo XIV fino a’ giorni nostri. Con una risposta a Lady Morgan riguardante alcune accuse da lei date alle donne italiane nella sua opera “L’Italie”, Venezia, Dalla Tipografia di Alvisopoli, 1824, pp. 203-204.
A. Rebière, Les femmes dans la science, Paris, Librairie Nony & Cie, 1897, p. 224.
The biographical dictionary of women in science. Pioneering lives from ancient times to the mid-20th century, ed. by M. Ogilvie, J. Harvey, New York-London, Routledge, 2000, p. 1013.
E. Baldini, Maria Maddalena Ferretti, in Donne nella storia nel territorio di Ravenna, Faenza e Lugo dal Medioevo al XX secolo, a cura di Claudia Bassi Angelini, Ravenna, Longo, 2000, pp. 170-174.
G. Berti-Logan, Women and the Practice and Teaching of Medicine in Bologna in the Eighteenth and Early Nineteenth Centuries, «Bulletin of the History of Medicine», 77, 2003, pp. 507-535.
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