Mameli Calvino Eva Giuliana

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Eva Giuliana Mameli nel laboratorio crittogamico di Pavia. [Forneris e Marchi, 2004, p. 46].

Nata: 12 Febbraio 1886 (Sassari)

Morta: 31 Marzo 1978 (San Remo)

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Eva Mameli discendeva da una famiglia della medio-alta borghesia. Il padre, Giovanni Battista Mameli, colonnello dei carabinieri, e la madre, Maddalena Cubeddu, si trasferirono dopo il  pensionamento in Sardegna. Trasmisero ai loro figli – indipendentemente dal fatto se si trattasse di maschio o femmina – l’alto valore dell’educazione, dello studio e del massimo impegno nella vita e nella carriera professionale. Così troviamo la loro figlia maggiore, Eva Giuliana, nata il 12 febbraio 1886 a Sassari, frequentare un liceo pubblico, tradizionalmente “riservato” ai maschi, e in seguito, avendo mostrato presto uno spiccato interesse per le scienze, iscritta al Corso di matematica presso l’Università di Cagliari.

Dopo il diploma e la morte del padre, Eva si trasferì a Pavia per stare vicina al fratello maggiore, Efisio (1875-1957), uno dei fondatori del Partito Sardo d’Azione, che operò all’università lombarda come assistente e libero docente di chimica organica. Qui ella frequentò il Laboratorio crittogamico di Giovanni Briosi (1846-1919), laboratorio che si occupava di piante “inferiori” come muschi e alghe che si erano rivelati di massima rilevanza per gli studi di fisiologia, patologia ed ecologia vegetale, e che vantava un’alta reputazione scientifica essendo unico nel suo genere in Italia. Eva si appassionò a tal punto da proseguire le sue ricerche come assistente volontaria anche dopo la laurea in scienze naturali nel 1907. Nel 1908 ottenne il diploma della scuola di magistero e, due anni dopo, l’abilitazione per la docenza in scienze naturali per le scuole normali. Vinse però anche due concorsi per borse di studio di perfezionamento che le permisero di continuare l’attività di ricerca. Nel 1911 le fu assegnato il posto da assistente di botanica e nel 1915, prima donna in Italia, conseguì la libera docenza in questa disciplina. Il suo primo corso universitario “La tecnica microscopica applicata allo studio delle piante medicinali e industriali” testimonia sia la sua preparazione scientifica sia la sua inclinazione per la scienza applicata.

Durante gli anni della prima guerra mondiale si attivò come crocerossina e fu decorata con la medaglia d’argento della Croce rossa e quella di bronzo del Ministero dell’interno. Nell’immediato dopoguerra si trovò di fronte a scelte difficili: aveva 34 anni e, dopo la morte del maestro Briosi e il trasferimento del fratello Efisio sulla cattedra di Chimica farmaceutica a Cagliari, era sola e senza concrete prospettive per il futuro.

La svolta decisiva avvenne nell’aprile del 1920 quando incontrò Mario Calvino (1875-1951), conosciuto alcuni anni prima, che la venne a trovare durante una sua breve visita in Italia. Mario era, come Eva, personalità estremamente seria e retta, taciturno ma con molteplici impegni scientifici, educativi e sociali, un “apostolo agricolo sociale”, come lei lo chiamerà nella sua biografia. Sanremese di nascita, ma dal 1908 trasferitosi in Messico e poi a Cuba dove da tre anni dirigeva la Stazione agronomica di Santiago de las Vegas, Calvino era alla ricerca di un valido collaboratore di genetica vegetale. Senza molte riflessioni, la Mameli accettò sia la proposta di matrimonio sia il trasferimento in un mondo a lei del tutto nuovo ed estraneo. A Cuba gli sposi trascorsero una vita semplice ma serena, caratterizzata soprattutto dal lavoro e dallo studio. Qui nacque, il 15 ottobre 1923, il loro primogenito, Italo Giovanni (1923-1985), che sarebbe diventato uno dei maggiori scrittori italiani del Novecento.

Nel 1925 la coppia rientrò in Italia per occuparsi della nascente Stazione sperimentale di floricoltura “Orazio Raimondo” di San Remo. Acquistarono Villa Meridiana, che a quei tempi si trovava ancora ai confini della città, e misero l’ampio giardino a disposizione della Stazione. Qui Eva coprì il ruolo di assistente e vice-direttrice, ma non rinunciò ad una vita professionale autonoma. Nel 1927, infatti, vinse il concorso per la cattedra di botanica dell’Università di Catania e poco dopo quella di Cagliari. Dopo due anni – nel frattempo era nato anche il secondo figlio, Floriano (1927-1988), poi docente di geologia a Genova – Eva Mameli Calvino abbandonò la faticosa vita da pendolare tra l’isola natia e la dimora sanremese. Da allora in poi si dedicò esclusivamente alla Stazione sanremese. Durante la seconda guerra mondiale, la loro casa diede asilo ad alcuni partigiani, ragione per la quale Mario Calvino subì quaranta giorni di prigionia e Eva dovette assistere a due simulate fucilazioni del marito da parte dei fascisti. Nel 1951, dopo la morte del marito, la direzione della Stazione passò nelle sue mani per otto anni. Coltivando i suoi interessi floristici pure dopo il pensionamento, Eva morì il 31 marzo 1978 all’età di 92 anni.


Ariane Dröscher
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