Puritz-Manasse Paper Ernestina
«« indietroOriginaria di Odessa ed appartenente ad una famiglia della borghesia commerciale ebraica, i Puritz-Manasse, si recò a Zurigo per intraprendere gli studi medici seguendo un percorso comune in quegli anni per le studentesse russe a seguito della chiusura dell’Università alle donne in patria tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo.
Nel 1872 si trasferì presso l’Università di Pisa, dove frequentò la Facoltà di medicina per tre anni, spostandosi poi a Firenze per frequentare l’ultimo biennio di pratica clinica presso il regio Istituto di studi superiori, secondo l’ordinamento dell’epoca.
Fondato nel 1859 durante il governo provvisorio di Bettino Ricasoli, quando ormai i Lorena avevano lasciato la Toscana, l'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento ereditava e proseguiva l'attività del Liceo di scienze fisiche e naturali, inserendosi nella grande tradizione culturale fiorentina. Le finalità dell'Istituto, come chiaramente indicava il nome, erano, da un lato, il perfezionamento per coloro che avevano terminato gli studi universitari e, dall'altro, la pura ricerca scientifica; allo stesso tempo proponeva un coordinamento fra gli studi scientifici e quelli umanistici. Era composto da tre sezioni: medicina e chirurgia, scienze naturali, filosofia e filologia. Inizialmente fu istituita anche una sezione di Scienze Giuridiche, che tuttavia ebbe breve durata. Nel 1872 fu approvata dal parlamento nazionale una convenzione che ne consentiva una riorganizzazione ed un ampliamento, assumendo sempre più una fisionomia universitaria. Infatti, negli anni seguenti, le sezioni furono configurate come vere e proprie facoltà e, nel 1923, l'Istituto si trasformo in Università degli Studi di Firenze.
A Firenze Ernestina fece parte di un comitato promotore per l’apertura, in città, di un liceo femminile: erano anni di accese discussioni a proposito del diritto delle donne di poter accedere all’istruzione superiore. I regolamenti universitari del 1876 permettevano infatti alle donne di iscriversi all’università, previa licenza liceale. Poiché la possibilità di creare licei misti non era stata neppure contemplata, presero il via, in diverse città italiane, numerose iniziative per aprire licei femminili. Al comitato fiorentino, di cui si fece promotore Bartolomeo Zandonella, professore di greco e latino al liceo "Dante" della città, aderirono Pasquale Villari, Gaetano Cammarota, provveditore agli studi, Torello Sacconi, prefetto della Biblioteca Nazionale, alcune signore fiorentine, altre di famiglia ebraica, anche straniere, fra le quali appunto la dottoressa Paper.
La giovane dottoressa una volta laureata intraprese altresì una carriera professionale, come indica un’inserzione pubblicitaria apparsa nel 1878 sulla «Nazione» di Firenze, alla terza pagina, che comunicava l’apertura di uno studio medico “delle donne e dei bambini”. Avrà tra i suoi giovani pazienti pure Aldo (1895-1916), Carlo (1899-1937) e Nello (1900-1937) Rosselli. All’epoca, infatti, era sufficiente trasmettere al Comune in cui si intendeva aprire il proprio esercizio i regolari certificati di laurea rilasciati dall’Università, senza dover appartenere ad un albo professionale chiuso. Nel 1882 la sede dello studio era sicuramente in Viale Principessa Margherita, al civico 52 (l’attuale Viale Spartaco Lavagnini).
Fu inoltre incaricata, nel 1886, dalla Direzione compartimentale dei Telegrafi di Firenze di effettuare le visite mediche al personale dipendente femminile.
Ernestina Paper fu la prima donna in Italia ad ottenere la laurea in Medicina, che conseguì nel 1877 presso l’Università di Firenze.
«Ella non è solo colta, ma seriamente istruita; è un tipo tutto femminile; una graziosa personcina, alta e flessibile, sicché la vi affascina con la grazia di una giovinetta e v’impone con la semplicità dignitosa delle sue maniere, con il prudente riserbo della parola, che ha, come il sorriso, amabilissima e piena di bontà. E’ l’angelo della famiglia, moglie, madre amorosissima, e trova il tempo per tutti i suoi doveri, professando la medicina come un vero sacerdozio, e non trascurando mai lo studio.»
[in «La donna», 6 maggio 1879, n. 8, p. 77]
«La donna», 6 maggio 1879, n. 8.
B. dalla Casa, F. Tarozzi, Da «studentinnen» a «dottoresse»: la difficile conquista dell'istruzione universitariatra '800 e '900, in Alma Mater Studiorum. La presenza femminile dal XVIII al XX secolo, Bologna, Clueb, 1988, pp. 159-174.
M. Raicich, Liceo, università, professioni: un percorso difficile in L'educazione delle donne. Scuole e modelli di vita femminile nell'Italia dell'Ottocento, a cura di S. Soldani, Milano, Franco Angeli, 1989, pp. 147-81.