Aulenti Gae

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Gae Aulenti

Nata: 4 Dicembre 1927 (Palazzolo della Stella- Udine)

Morta: 31 Ottobre 2012 (Milano)

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Gae Aulenti nasce a Palazzolo della Stella, in provincia di Udine, nel 1927 in una famiglia benestante di origini calabresi. Il padre, commercialista, era «Bellissimo, severo. […] Dolcissimo. Buono. Burbero. Ironico. Un sentimentale che si metteva la maschera della razionalità» [Maraini, 1973, p. 173]; la madre, sempre nel ricordo di Gae: «Era bella. Aveva gli zigomi sporgenti, il naso sottile, la pelle tesa, i capelli castani. […] Dolcissima. E intelligentissima. Capisce tutto. Anche adesso capisce le cose più lontane da lei» [Maraini, 1973, pp. 174-5]

Fin da giovanissima, negli anni della guerra, è impegnata attivamente in politica: antifascista, dopo la guerra si iscrive al PCI e scrive su un giornale partigiano di Biella. Esce dal partito comunista nel 1952, allorquando viene a conoscenza «dell’antisemitismo di Stalin» [Maraini, 1973, p. 179]

Nel 1954 si laurea al Politecnico di Milano. La Milano degli anni Cinquanta fa da sfondo alla sua formazione: l’architettura italiana è concentrata sul recupero storico-culturale del passato in relazione all’ambiente circostante; un percorso che si attua prima col neorealismo e poi dà vita alla corrente del neoliberty.

«Credo che il luogo sia innanzitutto un fatto concettuale- scrive Gae Aulenti- cioè un fatto di cultura: infatti se si opera a Parigi, a Barcellona, a Milano o a Roma, le condizioni culturali sono diverse. Capire queste diversità, e conoscerle, diventa, per chi si accinge a progettare, una necessità, in quanto si deve operare in continuità con la tradizione di un luogo» [Aulenti, 1996, p. 13]

La giovane Aulenti, insieme ad altri architetti e designer esordienti, aderisce immediatamente al neo-liberty realizzando, attraverso un utilizzo figurato delle forme, sia gli allestimenti per la XIII Triennale di Milano del ’64, sia svariati arredamenti durante gli anni Settanta.

Dal 1960 al 1962 è assistente del professor Giuseppe Samonà presso la cattedra di Composizione architettonica all’Istituto universitario di architettura di Venezia; dal ’64 al ’69 ricopre lo stesso ruolo presso la cattedra di Elementi di composizione architettonica del professor Ernesto Nathan Rogers alla Facoltà di architettura del Politecnico di Milano. Sempre con Rogers che, da un punto di vista professionale, Aulenti considera un “padre”, dal 1955 al 1965, Gae collabora nell’ambito della redazione di “Casabella”, rivista da lui diretta.

A partire dal 1960 fa parte dell’Associazione disegno industriale (ADI), di cui sarà vice-presidente per il triennio 1966-69; nel 1966 è Art Director del Centro Fly Casa a Milano; dal 1974 al 1979 fa parte del comitato direttivo della rivista “Lotus International”; dal 1977 al 1980 è membro del comitato esecutivo della Triennale di Milano. Nel 1984 viene nominata accademico corrispondente dell’Accademia romana di S. Luca e nel 1988 accademico nazionale. Nel 1995 viene nominata Presidente dell’Accademia di Belle arti di Brera.

Come designer per l’industria ha realizzato serie di mobili per Poltronova, Knoll e Zanotta, oltre che serie di lampade per Artemide. L’idea di prodotto industriale che Gae Aulenti ha fatto propria, e che caratterizza ormai il design italiano, consiste nel realizzare prodotti coi quali il consumatore possa stabilire sia rapporti funzionali, sia affettivi e letterari: l’oggetto dunque ha una sua vitalità al di là della sua specifica efficienza, in grado di catturare e conquistare i propri utenti, di comunicare con loro.

Nel 2005 ha fondato la Gae Aulenti Architetti Associati, con sedi a Milano, Barcellona e Parigi.

«L’architettura nella quale mi piacerebbe riconoscermi deriva da tre capacità fondamentali di ordine estetico e non morale. La prima capacità è quella analitica nel senso che dobbiamo saper riconoscere la continuità delle tracce urbane e geografiche sia concettuali che fisiche, come essenze specifiche dell’architettura […]. La seconda capacità è quella sintetica cioè quella di saper operare le sintesi necessarie a rendere prioritari ed evidenti i principi dell’architettura, in grado di contenere qualsiasi variazione e cercando di allontanare così dal progetto quel tanto di arbitrario che esso naturalmente possiede. La terza capacità è quella profetica, propria degli artisti, dei poeti, degli inventori. Se la tradizione di una cultura non è qualche cosa che si eredita passivamente, ma qualche cosa che si costruisce ogni giorno, questa terza capacità non può che essere una aspirazione. Una aspirazione a creare un effetto di continuità della cultura, a costruire le sue forme e le sue figure, con un contenuto personale e contemporaneo.» [Aulenti, 1996, p. 17]

Architetto, ma anche designer e scenografa, Gae Aulenti è uno dei personaggi più prestigiosi del panorama culturale internazionale. Fra le sue opere architettoniche si ricordano: a Parigi l’allestimento del Museo d’Orsay e del Museo nazionale d’arte moderna, il Centro Georges Pompidou; a Barcellona l’allestimento del Museo nazionale d’arte catalana; la ristrutturazione di Palazzo Grassi a Venezia; la realizzazione del nuovo accesso alla stazione S. Maria Novella dalla Fortezza da Basso e la ristrutturazione della piazza antistante la ex-stazione Leopolda a Firenze; la ristrutturazione dello "Spazio Oberdan" a Milano e delle ex-scuderie papali al Quirinale. In occasione delle Olimpiadi invernali del 2006, ha curato la ristrutturazione del Pala Vela a Torino; a Ferrara ha diretto il restauro del Castello Estense; a Tokio l’Istituto di cultura italiana.

Progettata nel 1963 è la lampada “Pipistrello”, disegnata per Martinelli Luce S.p.a.: l’oggetto di design al quale l’Aulenti si dichiara più affezionata.

Realizza scenografie di numerosi lavori portati in scena da Luca Ronconi col quale collabora altresì, fra il 1976 e il 1978, al Laboratorio di progettazione teatrale di Prato.

Cura l’allestimento di varie mostre ed esposizioni nei più importanti musei e gallerie internazionali.

Ha ottenuto molteplici riconoscimenti, fra cui: nel 1964 il Gran premio internazionale per l’allestimento della Sezione italiana Il tempo delle vacanze alla XIII Triennale di Milano; nel 1979 il premio “UBU 1978” per la migliore scenografia italiana; nel 1983 la “Medaille d’Architecture” dell’Académie d’architecture di Parigi;  nel 1987 il titolo di “Chevalier de la Legion d’Honneur” conferitole dal presidente della repubblica francese Mitterand; nel 1989 il premio speciale per la Cultura assegnato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana; nel 1990 viene eletta socio onorario dell’American Institute of Architects (Hon. FAIA) e del “Bund Deutscher Architekten” (BDA); l’anno successivo il “Praemium Imperiale” da The Japan Association (Tokio) per l’architettura; nel 1995 il titolo di “Cavaliere di Gran Croce” conferito dal Presidente della Repubblica italiana. Nel 2001 è stata insignita della laurea ad honorem in Belle arti dalla Rhode Island School of Design (Providence, USA); mentre nel 2007 ha vinto il primo premio al Marble Architectural Awards di Carrara.

«[…] Lo stesso avviene per il Pompidou e la Triennale; Gae ogni volta ricomincia da capo; il suo fare è naturalmente consapevole che ogni volta non si può che cambiare, è chiamato eclettico, ma le forme non si trovano nel cassetto, vengono da un misterioso e profondo deposito che continuamente le trasforma.»

[Valle, 1996, p. 15]

 

«Oltre che piuttosto indifferente all’idea di essere considerata di moda, Gae Aulenti è anche serenamente disinteressata all’idea di passare di moda. Chi non teme né l’una né l’altra cosa risparmia parecchia energia: va avanti col proprio lavoro e aspetta che la moda lo raggiunga. E’ il caso di Aulenti, che è molto di moda in questo momento, malgrado ci sia arrivata senza provarci. »

[Rykwert, 1990]

 

«Il ruolo di Gae Aulenti nel quadro del design italiano del dopoguerra è del tutto particolare. A partire dalla seconda metà degli anni ’60 la Gae è andata a collocarsi nel ruolo di straordinaria produttrice di icone ambientali, cioè progettista di scenari di grande forza figurativa. Questo tipo di energia deriva alla Gae da una sua particolare posizione, che la porta a vedere il progetto come un “segno” che trova soltanto nella propria capacità di circolazione, i motivi profondi del suo esistere. […] La capacità progettuale della Gae è così anche la stessa qualità che sta alla base della ininterrotta riconoscibilità internazionale, che il design italiano ha acquisito da trenta anni a questa parte.»

[Branzi, 1996, p. 225]

 

«Gae Aulenti non entra nel teatro assorbendone le indiscusse regole di comodo, che non solo stabiliscono la riduzione delle dimensioni in scala per un’attrezzeria per lo più di trovarobato, ma anche un tipo di immagine segnato dall’abitudine del déjà vu, da cui viene prescritta una figuratività decorativa d’assieme sempre sull’onda d’una pittura che non è più pittura, ma che titilla sensazioni alla moda senza riuscire a diventare scenografia. Non di qui parte l’Aulenti, che della scenografia moderna si sofferma piuttosto sulle origini, documentandosi sul Seicento dei Bibbiena […] Dal primo momento individua nella scatola scenica non un contenitore da abbellire e rendere riconoscibile nel senso di qualcosa che è già noto, ma uno spazio vero e proprio. E se con il suo ingresso in teatro si verifica un cambiamento radicale, è nel senso più naturale della consapevolezza acquisita della proprietà della scena, di uno studio approfondito del mezzo. Lo spazio della scena viene identificato per operarvi delle trasgressioni, e per prima quella che debba contrapporsi alla platea nella sua forma codificata, come luogo di una visione unica.»

[Quadri, 1996, p. 277]

Fra i suoi scritti:

 

Quartetto della maledizione : materiali per Rigoletto, Cavalleria e Pagliacci, Fanciulla, a cura  di G. Aulenti, M. Vallora, Milano, Ubulibri, 1985.

Museum architecture, Milano, Tecno, 1992.

Musei e mostre temporanee : The Italian Metamorphosis 1943-1968 al Guggenheim Museum di New York : Musee National d'art moderne al Centre Georges Pompidou di Parigi : Galleria alla Triennale di Milano, Venezia, Il Cardo, 1995.

La costruzione di Piazza San Giovanni nel 1870 e la sua riqualificazione nel 2006, a cura di F. Cece, G. Aulenti, Prometeo Edizioni, 2006.

 

D. Maraini, E tu chi eri?, Milano, Bompiani, 1973, pp. 171-80.

J. Rykwert, Gae Aulenti’s Milan Design Passages for the Celebrated Architect, in «Architectural Digest», Gennaio, 1990.

Gae Aulenti, a cura di M. Petranzan, Milano, Rizzoli, 1996.

G. Aulenti, Dentro l’architettura, in Gae Aulenti, a cura di Margherita Petranzan, Milano, Rizzoli, 1996, pp. 13-14.

G. Valle, Dentro l’architettura, in Gae Aulenti, a cura di Margherita Petranzan, Milano, Rizzoli, 1996, pp. 14-15.

A. Branzi, Testo per CD ROM, 1996, in Gae Aulenti, a cura di Margherita Petranzan, Milano, Rizzoli, 1996, pp. 225-26.

F. Quadri, Teatro come trasgressione, 1979, in Gae Aulenti, a cura di M. Petranzan, Milano, Rizzoli, 1996, pp. 277-79.

http://www.gaeaulenti.it

Miriam Focaccia
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