Nata: 24 Novembre 1895 (Roma)
Morta: 15 Giugno 1978 (Roma)
Esplora album (8 foto)Nata a Roma il 24 novembre 1895 da Domenico ed Enrica Amici, Valeria Bambacioni, conseguita con lode la laurea in scienze naturali a Roma nel luglio 1918 discutendo una tesi sull’embriologia di alcune specie di Bellis, si iscrisse ai corsi di chimica addottorandosi in tale materia con il massimo dei voti nel luglio del 1921. Dopo una breve esperienza come docente nei licei della capitale, intraprese la carriera accademica.
Nell’aprile del 1923 venne nominata assistente alla cattedra di botanica dell’ateneo di Roma, lavorando con Pietro Romualdo Pirotta, che considerò sempre suo maestro insieme ad Enrico Carano, di cui fu aiuto dal dicembre 1936 al novembre 1942. Libera docente in botanica nel 1924 e in fisiologia vegetale nel 1934, tenne numerosi insegnamenti fra cui quelli di genetica nella Facoltà di scienze di Roma (1937-1940), di botanica in quella di Messina negli anni accademici 1939-1942 e, infine, di genetica nella medesima sede dal 1941 al 1948.
Nel 1942, in seguito a concorso, era stata chiamata proprio a Messina come professore straordinario di botanica e direttore dell’Istituto e dell’Orto botanico, incarico che mantenne fino al 1948 quando passò ordinario di botanica generale nella Facoltà di agraria dell’Università di Napoli, a Portici. Durante il lungo periodo trascorso a Portici, svolse numerosi incarichi di insegnamento: botanica sistematica dal 1948 al 1958; genetica dal 1957 al 1966, anno in cui lasciò l’insegnamento attivo. Continuò, tuttavia, a far parte del corpo accademico fino al 1971, quando venne collocata a riposo. Nel 1931 aveva sposato Ulderico Mezzetti.
L’attività scientifica di Valeria Bambacioni è documentata da più di cinquanta pubblicazioni su vari argomenti tra i quali si segnalano quelli di carattere embriologico. I suoi lavori d’esordio, iniziati quando era ancora studentessa, riguardarono, per un verso, studi di fisiologia cellulare sul significato e la struttura delle fibrille di Němec; per l’altro, una ricerca tassonomica su l’origine di Bellis hybrida Ten.
Nel primo caso, le sue osservazioni, condotte su molte Pteridofite e Angiosperme, mostrarono che le fibrille descritte da B. Němec per Hyacinthus orientalis ed altre piante e da lui interpretate come strutture continue da cellula a cellula, capaci di condurre stimoli nervosi, non erano strutture differenziate e marcate così come erano state raffigurate dallo stesso Němec, ma erano prive di continuità e ascrivibili al condrioma, per le Angiosperme, e a formazioni reticolari intorno al nucleo, per le Pteridofite.
Nel secondo, riuscì, in collaborazione con Carano, a stabilire che, sotto il profilo tassonomico, la Bellis hybrida Ten. è uno stadio epigeo del ciclo annuale di Bellis perennis L. e non può quindi essere considerata né una sua varietà né, a maggior ragione, una specie indipendente.
Seguirono alcune analisi che, richiamandosi alla teoria della polarità di N. Cholodnyi e di F.W. Went, e all’idea che i metalli pesanti e le radiazioni penetranti influenzassero lo sviluppo delle piante, indagarono la rigenerazione delle radici in rapporto all’azione antagonista di alcuni sali nutritizi nonché l’azione di taluni ioni metallici sulla sensibilità geotropica delle radici, con particolare riferimento ai sali di berillio, zirconio, palladio, uranio, torio nonché ai raggi γ.
Le ricerche alle quali la Bambacioni ha legato la sua fama risalgono a due articoli del 1927 e del 1928 pubblicati, rispettivamente, nei «Rendiconti dell’Accademia nazionale dei Lincei» e negli «Annali di botanica». Si tratta di due studi sullo sviluppo del gametofito femminile di Fritillaria persica, nel corso dei quali descrisse con dovizia di particolari il meccanismo relativo all’aumento dei cromosomi che si verifica nei nuclei calaziali, risolvendo così un problema che si trascinava da oltre cinquant’anni.
Verificò, infatti, che in «Fritillaria Persica […] la cellula madre delle megaspore […] produce quattro nuclei megasporiali, perfettamente uguali fra loro» e tutti coinvolti nella formazione del gametofito femminile. Nello specifico, tre dei nuclei megasporiali si distribuiscono al polo inferiore (calaza) della cellula madre ed uno solo in quello superiore (micropilo); durante la metafase dello loro prima mitosi i tre nuclei calaziali si riuniscono formando un unico fuso con corredo triplo di cromosomi e con dimensioni molto maggiori del fuso micropilare. In definitiva, sottolineava Bambacioni, Fritillaria persica segue lo stesso tipo di sviluppo che Carano aveva messo in luce nel 1926 per Euphorbia dulcis ed evidenziava come i precedenti errori di interpretazione fossero dovuti al fatto che «lo stadio a due fusi è stato confuso con quello della seconda divisione della cellula madre delle megaspore, ossia con la divisione omeotipica». [Bambacioni, 1928, p. 31]. Trovato che la disposizione dei nuclei megasporiali del gameto femminile di Fritillaria persica è simile a quello del gametofito di Euphorbia dulcis, sostenne l’opportunità di ascrivere la prima al secondo tipo e, conseguentemente, di abolire la denominazione Lilium rientrando anche quest’ultimo tipo in Euphorbia dulcis.
Sulla base di questi risultati ha prodotto e ispirato ulteriori lavori sull’embriologia delle Liliacee, lavori che hanno portato ad una revisione critica della letteratura esistente. Nel corso degli anni Trenta, le sue osservazioni hanno contribuito a modificare pure il quadro delle caratteristiche morfologiche ed embriologiche della Lauracee; inoltre, ha preso parte al nascente dibattito sulla classificazione dei tipi principali di macrogametofiti allo scopo di chiarire, sulla base delle loro relazioni, la filogenesi delle Embriofite.
Oltre all’attività di ricerca sperimentale e di didattica, si è interessata della gestione amministrativa e tecnica dell’Istituto e dell’Orto botanico di Portici di cui tenne la direzione dal 1948 al 1958. E' intervenuta personalmente nella schedatura, nel riordino e nell’ampliamento del Museo e dell’Erbario intitolati nel 1958, su sua proposta, ad Orazio Comes nonché nella sistemazione della Biblioteca dell’Istituto. Potenziò la consistenza dell’attrezzatura scientifica e del personale organico grazie ai fondi del Consiglio nazionale delle ricerche, all’opera del genio Civile e alla fiducia di cui godeva presso il rettore, Ernesto Pontieri. Nel corso della sua direzione scientifica sono stati affrontati svariati temi di ricerca tanto su argomenti di citologia, morfologia, fisiologia, tecnica, sistematica, quanto in settori meno coltivati in Italia come la protoplasmatica. Tra i fattori che hanno reso possibile all’aiuto Edmondo Honsell di specializzarsi a Vienna nell’Istituto di fisiologia vegetale di Höfler va ricordata la politica delle borse di studio grazie alla quale l’Istituto si è inserito nel circuito internazionale delle ricerche d’avanguardia. Il successo dell’impegno della Bambacioni si misura altresì nel numero dei suoi allievi divenuti titolari di cattedre, tra i quali lo stesso Honsell, in fisiologia vegetale, e Paolo Pizzolongo, in botanica generale.
Numerosi i riconoscimenti che le sono stati conferiti: membro della Società botanica italiana; dell’Accademia peloritana di Messina; della Società dei naturalisti di Napoli; della Società italiana di fisiologia vegetale, di biogeografia e di quella di genetica. Collaboratore dell’Enciclopedia italiana Treccani ha scritto parecchie voci: Cambio, Caule, Colonie cellulari, Corteccia, Epidermide, Fascio vascolare, Fellogeno, Ghiandole, Idioblasti, Idatodi, Ipoderma, Intercellulari, Laticiferi, Leptoma, Lignificazione, Oangio, Peli, Propagolazione, Protallo, Radice (morfologia interna), Schizogenesi, Sclereide, Scorza, Spermio, Spora, Sporangio, Sporogonia, Suberificazione, Trachee, Tubi cribrosi.
Autrice di svariati libri di testo per le scuole, la Bambacioni è stata insignita della Medaglia d’oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte nel 1968; ha avuto per due volte il premio “Carpi” dell’Accademia dei Lincei e quello ministeriale per le scienze naturali; mentre, nel 1972 è stata nominata Commendatore dell’ordine al merito della Repubblica italiana.
È deceduta a Roma il 15 giugno 1978.
É stata tra coloro che hanno influenzato in modo significativo la ricerca embriologica classica, revisionando in maniera critica la letteratura relativa all’embriologia delle Liliacee.
«Il merito di questa autrice è di avere ben interpretata la fusione in atto dei tre nuclei megasporiali per coalescenza dei loro fusi acromatici (che la Sargant aveva già intravisto in Lilium, ma senza intenderne il significato), e inoltre l’aver spiegato alcune particolarità di tale fusione, quale la tripolarità iniziale del fuso calaziale, e soprattutto l’aver comprovato la fusione dei tre nuclei con il computo dei cromosomi, che risultò essere triploide».
(G. Martiroli, La priorità della denominazione “tipo Euphorbia dulcis (1927) sulla denominazione “tipo Fritillaria” (1937), «Nuovo giornale botanico italiano», 47, 1940, p. 466.
«Sotto l’apparenza ed il modo quasi burbero, a volte sbrigativo, in cui si nascondeva una certa timidezza, aveva una delicatezza di tratto, un calore umano e una sollecitudine, che dovevano essere scoperti, ma che non venivano meno; cosicché si sapeva di trovare in lei una sicura amicizia, o una non meno schietta avversione. Fu persona di ferma energia, risoluta negli atteggiamenti e nelle prese di posizione, non incline ai compromessi, e tuttavia disponibile agli affetti e vivamente aperta ad una calda umanità. […] La prof.ssa Bambacioni Mezzetti non vide mai realizzata la sua aspirazione di concludere la carriera accademica a Roma, con la chiamata alla cattedra di botanica, quando nel 1960 l’on. prof. Vincenza Rivera lasciò l’insegnamento. Fra le soluzioni possibili, questa avrebbe consentito una preparazione graduale delle deliberazioni che la Facoltà adottò nel 1963, dopo tre anni di vacanza, e ne avrebbero avuto vantaggio l’istituto, i ricercatori ed assistenti, e forse gli stessi docenti che raccolsero la successione. Ma non si può disconoscere che in quei tempi, peraltro non lontanissimi, vigevano ancora prevenzioni verso le donne, oggi oramai superate».
(Gaspare Mazzolani, Embriologia vegetale: ricordo della prof.ssa Valeria Bambacioni Mezzetti, «Annali di botanica», vol. XXXVII, 1978, pp. 67, 98).
Sulle strutture fibrillari del Němec, «Rendiconti della R. Accademia nazionale dei Lincei», s. 5°, 29, 1920, pp. 62-65.
(con E. Carano), Sopra alcuni risultati di ricerche culturali e di esperimenti di ibridazione nel gen. Bellis, «Rendiconti della R. Accademia nazionale dei Lincei», s. 5°, 31, 1921, pp. 48-49.
Osservazioni sulla struttura del citoplasma in relazione con le fibrille di Němec, «Annali di botanica», 16 (1), 1923, pp. 1-8.
(con E. Carano), Ricerche sul genere Bellis L. con speciale riguardo alla B. hybrida Ten., «Annali di botanica», 16 (1), 1923, pp. 9-70.
Contribuzione alla conoscenza del luogo di formazione delle sostanze organiche azotate nei vegetali, «Rendiconti della R. Accademia nazionale dei Lincei», s. 5°, 32, 1923, pp. 108-110.
Come avviene in Fritillaria persica L. lo sviluppo del gametofito femminile e l’aumento dei cromosomi nella regione calaziale, «Rendiconti della R. Accademia nazionale dei Lincei», s. 6°, 6, 1927, pp. 544-546.
Ricerche sulla ecologia e sulla embriologia di Fritillaria persica L., «Annali di botanica»,, 18 (1), 1928, pp. 7-37.
Risultati di alcune esperienze in relazione al fenomeno dell’ingiallimento dei vegetali, «Annali di botanica», 18 (2), 1929, pp. 237-252.
Sulla rigenerazione delle radici in rapporto coll’azione antagonistica di alcuni sali nutritizi, «Annali di botanica», 19 (3), 1931, pp. 395-410.
Azione dei sali di berillio, zirconio e palladio sulla sensibilità geotropica delle radici, «Rendiconti della R. Accademia nazionale dei Lincei», s. 6°, 20, 1934, pp. 125-128.
Nuove ricerche sul geotropismo radicale: azione dei sali di Uranio, Torio e dei raggi γ, «Annali di botanica», 20 (3), 1934, pp. 504-533.
Ricerche morfologiche sulle Lauracee: lo sviluppo dell’ovulo e dei sacchi pollinici nel Laurus nobilis L. «Annali di botanica», 21 (1), 1935, pp. 186-204.
Ricerche morfologiche sulle Lauracee: la microsporogenesi nella Persea gratissima Gaertn., «Annali di botanica», 21 (3), 1937, pp. 560-566.
Osservazioni cariologiche in alcune Lauracee, «Scientia genetica», 1 (4), 1940, pp. 326-332.
Ricerche morfologiche sulle Lauracee: embriologia della Umbellularia californica Nutt. e del Laurus canariensis Webb., «Annali di botanica»,, 22 (2), 1941, pp. 99-116.
Sull’embriologia della Fritillaria messanensis Raf. e sull’opportunità di distinguere una serie Fritillaria nel tipo Euphorbia dulcis, «Annali di botanica», 23 (1), 1947, pp. 116-118.
G. Martiroli, La priorità della denominazione “tipo Euphorbia dulcis (1927) sulla denominazione “tipo Fritillaria” (1937), «Nuovo giornale botanico italiano», 47, 1940, pp. 464-468.
A. Codignola, a cura di, L’Italia e gli italiani di oggi, Genova, Il nuovo mondo, 1947.
Panorama biografico degli italiani d’oggi, Roma, Armando Curcio editore, vol. I, 1956, p. 1007.
F. Scarano, a cura di, Chi è? Dizionario biografico degli italiani, Roma, Filippo Scarano editore, 1957, p. 354.
V. Mezzetti Bambacioni, L’istituto e l’Orto botanico di portici a un quarantennio dalla morte di Orazio Comes, «Annali di scienze agrarie dell’Università degli studi di Napoli. Portici», s. 3°, vol. XXIV, 1958-59, pp. 321-352.
Ead., L'Orto botanico di Portici, «Agricoltura», n. 7, 1963.
Ead., La biblioteca della Facoltà di agraria di Portici: cenni storici e organizzazione attuale, «Annali della facoltà di agraria dell'Università di Napoli, Portici», s. 4°, 1, 1966.
M. Gastaldi, C. Scano, Dizionario delle scrittrici italiane contemporanee: arte, lettere, scienze, Milano, Gastaldi, 1961, pp. 132-133.
G. Mazzolani, Embriologia vegetale: ricordo della prof.ssa Valeria Bambacioni Mezzetti, «Annali di botanica», vol. XXXVII, 1978, pp. 65-102 (con ritratto ed elenco delle pubblicazioni).
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