In una lettera inviata nel maggio 1789 all'amico Nicola Fabbri, canonico e letterato, così il medico e poi accademico Luigi Rodati si esprime sulla sua allieva ancora undicenne: «Ho con me una fanciulla bolognese di undici anni, che parla e scrive il latino, e si dedica agli studi umanistici. Si possono riporre su di lei tutte le speranze di recuperare Laura Bassi» [Sanlorenzo, 1988, p. 147], avvicinando così la sua promettente e dotata protetta ad un'altra famosa bolognese.
Il 21 dicembre 1799 la «Gazzetta» di Bologna dedica l’intera prima pagina al pubblico esame per il «grado dottorale» in filosofia e medicina della giovane, che si era tenuto qualche giorno prima presso il teatro anatomico della città «alla presenza di tanti spettatori, quanti appena capir potevano in quell'ampio recinto». L'evento aveva attirato un grande pubblico, in quanto è «raro che si trovino Giovani Donne, le quali intraprendano la difficile carriera degli studi, e più la proseguiscano fino a meritarsi questo insigne premio della loro dottrina». La «valorosa Giovine bolognese Sig. Maria Dalle Donne», appena ventunenne, «con ammirabile dottrina ed eloquenza commentò due tesi assegnatele 4 ore prima.. e poscia con singolare prontezza e grazia sostenne due Argomentazioni fatte contro le dette Tesi» [Sanlorenzo, 1988, p. 146].
Clotilde Tambroni, la poetessa e professoressa bolognese di lingua e letteratura greca che aveva accompagnato la giovane Dalle Donne già in occasione del suo esame di laurea, nell'Orazione inaugurale dell'anno accademico 1805/1806 la cita come ultimo anello di una serie di donne dotte e docenti, e come promessa di un ulteriore ampliamento degli spazi per le donne all’interno dell’Università, dichiarando per questa «donna egualmente grande per la sua modestia, e pel il suo sapere» un'amicizia che «né la fuga degli anni, né la serie numerosa de' variati successi di nostri labili giorni saranno mai possenti a disciogliere.» [Sanlorenzo, 1988, p. 156].
Alla morte della dottoressa, avvenuta nel 1842, un necrologio sull'«Almanacco statistico bolognese» ne celebra la fama, la carriera e i molti anni di insegnamento, «che nella città nostra, nella provincia, e fuori ben anco, valsero a rendere più grande e diffuso il nome della Maestra» [Buriani, 1842, p.129].
Edmea Pirami Emiliani, dottoressa bolognese, nel 1964 la ricorderà nel corso delle adunanze della Società medica chirurgica, citando l’epigrafe a lei dedicata sulla lapide della sua tomba presso il Cimitero della Certosa: «Sepolcro di Maria – figlia di Carlo Dalle Donne – donna di grande dottrina – illustre per ogni genere di virtù – dottoressa in filosofia e medicina – ascritta, in segno di onore, fra i soci dell’Accademia Benedettina. Pia, amabilissima, castigata – ebbe consuetudine e famigliarità con gli scienziati – Fu carissima ai suoi, carissima a tutti» [Pirami, 1964, p. 75].