Borghini Maria Selvaggia

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Stemma dell'Accademia del Cimento

Nata: 7 Febbraio 1654 (Pisa)

Morta: 22 Febbraio 1731 (Pisa)

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Maria Selvaggia nacque a Pisa da Pier’Antonio Borghini in un’illustre famiglia pisana. Il padre, resosi conto delle sue capacità, le fece studiare latino e greco con Giovanni Farinati Uberti, all’epoca governatore del collegio Ricci di Pisa. Avida di conoscenze, Maria Selvaggia si dedicò inoltre all’apprendimento della filosofia e della matematica, come scrisse Angelo Fabroni :«[…]e a ragionar apprese con semplicità e precisione, e quindi purgata la mente con adequata analisi delle idee dalle false nozioni, e da’ presagi de’sensi, a scorrer prese sotto la scorta di un finissimo raziocinio l’esteso campo della Filologia, e la Naturale e la Morale Filosofia divennero l’oggetto di sue lunghe meditazioni» [Fabroni, 1792, p. 375]. Si impegnò anche nel diritto e nella teologia. Suoi maestri furono Francesco Maria Poggi e Alessandro Marchetti.

Fin da giovanissima mostrò un particolare talento per la poesia e le sue rime la resero famosa anche oltre i confini nazionali. Venne accolta fra gli Apatisti di Firenze, fra i Ricoverati di Padova, fra i Pigri di Bari e gli Stravaganti di Pisa, mentre l’Arcadia di Roma l’ascrisse tra i propri membri col nome di Filotima Imnia. Trattò svariati argomenti, sia sacri che profani, in diverse metriche, che le valsero le lodi, tra gli altri, di Antonio Magliabechi, del maestro Alessandro Marchetti e dello stesso Redi. I suoi componimenti poetici le recarono altresì l’ammirazione di Luigi XIV di Francia, oltre che la protezione della Principessa Vittoria della Rovere, moglie del granduca di Toscana Ferdinando II, figlia del principe di Urbino e di Claudia de’ Medici, che la volle a corte come propria dama di compagnia.

La maggior parte dei suoi scritti non sono stati pubblicati; molti sono andati perduti. La sua opera letteraria maggiore fu la traduzione in toscano delle Opere morali di Tertulliano.

Donna di indole modesta, molto religiosa, visse sempre con semplicità, lontana dalla fastosità tipica delle corti dell’epoca, perseverando nel suo stile di vita, senza lussi e senza adulazione. Non si sposò mai.

Morì il 22 febbraio 1731.


Maria Selvaggia Borghini è nota soprattutto per la traduzione che fece delle Opere morali di Tertulliano, col titolo Opere di Tertulliano tradotte in Toscano dalla Signora Selvaggia Borghini, Nobile Pisana, stampato postumo nel 1756 a Roma.

Ella si appassionò pure alle scienze, in particolare alla matematica, entrando in contatto con alcuni scienziati dell’epoca appartenenti all’Accademia del Cimento, fra i quali, per esempio, Francesco Redi.


«Ma l’indole scientifica, per dir così, del tempo, in cui visse, concorse ancora al felice sviluppo, ed al raffinamento de’ suoi straordinari talenti. Vivevano fin d’allora le Scienze, e le Muse tranquille e beate in seno al Patrio Liceo, ed acquistavano ogni dì per la Toscana tutta nuovo incremento e splendore al benefico influsso delle Stelle Medicee. […] E certamente agevol cosa riuscir dovea al perspicacissimo ingegno della Borghini l’arricchir la sua mente di nuove utilissime cognizioni […]»

[Fabroni, 1792, p. 376]

 

Francesco Redi nelle sue Lettere la chiama frequentemente «lo splendore e la gloria della Toscana, la Saffo del suo secolo»

[F. Redi, Lettere, T. IV, p. 273]


Opere di Tertulliano tradotte in Toscano dalla Signora Selvaggia Borghini, Nobile Pisana, In Roma, nella stamperia di Pallade, appresso Niccola, e Marco Pagliarini. MDCCLVI.

Lettera e sonetto di Maria Selvaggia Borghini finora inediti, pubblicati per cura di Emilio Bianchi, Pisa, 1872.

Rime delle signore Lucrezia Marinella, Veronica Gambara, ed Isabella Della Morra. Di nuouo date in luce da Antonio Bulifon. Con giunta di quelle fin'ora raccolte della signora Maria Selvaggia Borghini, Napoli, 1693.

 Per le nozze del sig. cav. conte Alfredo Agostini Venerosi Della Seta patrizio pisano colla nobile donzella Teresa contessa Marcello patrizia veneta, Pisa, 1882.

Tre Sonetti della Borghini sono stampati nelle Opere di Francesco Redi; due Sonetti nelle Poesie Italiane di Rimatrici viventi raccolte da Teleste Ciparissiano (Giovanni Battista Recanati), Venezia; tre Sonetti nelle Aggiunte alla nuova Scelta del Gobbi; sette Sonetti nella Raccolta di Componimenti Poetici delle più Illustri Rimatrici d’ogni secolo, fatta dalla Sig. Contessa Luisa Gozzi Bergalli; un Sonetto nella Istoria della Volgar Poesia del Crescimbeni, vol. II.

 



A. Fabroni, Memorie istoriche di più uomini illustri pisani, tomo III, 1792, pp. 373-99.

A. Rebière, Les femmes dans la science, Paris, Librairie Nony & Cie,  1897, p.  40.

Maria Selvaggia Borghini, in Dizionario biografico degli italiani, XII, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1970, pp. 676-77.


Miriam Focaccia
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