Roccati Cristina

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L'Accademia Galileiana a Padova, già  Accademia dei Ricoverati.

Nata: 24 Ottobre 1732 (Rovigo)

Morta: 16 Marzo 1797 (Rovigo)

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Cristina Roccati nasce a Rovigo, in una famiglia aristocratica, il 24 ottobre 1732, da Giovan Battista e Antonia Campo.

Segue gli studi letterari sotto la supervisione di don Pietro Bertaglia di Arquà, poi rettore del Seminario di Rovigo: impara le lingue classiche e inizia a comporre versi. La sua abilità in questo campo sarà presto tanto stimata che Cristina, a soli quindici anni, verrà accolta ad una seduta dell’Accademia dei Concordi di Rovigo e onorata come poetessa.

Dopo aver ottenuto il consenso paterno, il 25 settembre del 1747 si trasferisce a Bologna, accompagnata dal Bertaglia, per studiare filosofia naturale. Qui viene ammessa all’Università, prima studentessa non bolognese.

La preparazione di Cristina va collocata nella Bologna tra gli anni 1747 e 1751: qui, oltre che continuare i propri studi letterari, frequenta i corsi di logica di Bonifacio Collina, quelli di geometria del Brunelli, altri corsi di metafisica e morale; visita spesso la Specola, ove si avvicina alla meteorologia e all’astronomia. E’ comunque alla fisica, insieme alle scienze naturali, che si dedica quasi totalmente. In questi anni i suoi versi compaiono in svariate raccolte e la fama di “poetessa” di cui aveva goduto in patria la ottiene anche a Bologna, tanto da conseguire la carica di “Consigliatrice della Veneta Nazione” (un riconoscimento altissimo per uno studente dell’Ateneo di Bologna).

Il 30 dicembre 1749 viene ascritta all’Accademia dei Concordi; nel 1750 è accolta tra gli Apatisti di Firenze; entra nell’Arcadia con il nome di Aganice Aretusiana e, nel 1753, nell’Accademia degli Ardenti di Bologna e dei Ricoverati a Padova.

Il 5 maggio 1751 si laurea in filosofia; nello stesso anno raggiunge Padova per perfezionare il proprio percorso scientifico; indi inizia il suo impegno di lettrice di fisica all’Accademia dei Concordi alla quale, sempre dal 1751, si era affiancato il locale Istituto delle scienze. Terrà i propri corsi almeno sino al 1777.

A Padova studia la fisica newtoniana, il greco e l’ebraico, mentre continua a coltivare interessi letterari e a comporre versi. Nel maggio del ’52 rientra definitivamente a Rovigo da dove non si allontanerà più probabilmente a causa di una serie di sfortune che colpirono il patrimonio di famiglia.

Nel 1754 è Principe (presidente) dell’Accademia dei Concordi.

Dell’attività scientifica di questo periodo rimane poco: l’epistolario, cominciato nel ’47, arriva al 1754; degli anni seguenti restano solo le 51 lezioni di fisica dell'Accademia dei Concordi. Tuttora inedite, non sono presentate in ordine cronologico, e solo in parte sono datate e titolate: è tuttavia possibile ricostruire la struttura interna dei corsi; i tre saggi del 10 gennaio, 17 marzo e 10 maggio 1774 rappresentano l’ultima testimonianza documentata dell’attività di lettrice della Roccati.

Cristina Roccati muore a Rovigo il 16 marzo 1797.

 

Dalla lettura delle sue lezioni emerge una passione per la divulgazione e la ricerca. Affiora inoltre un quadro piuttosto definito della sua propensione: rifiuta l’aristotelismo, si esprime in termini decisamente copernicani e galileiani. I cardini fondamentali della sua preparazione e delle sue convinzioni si radicano nell’opera newtoniana e nella produzione scientifica del tempo.

Il suo corso non affronta tutte le parti della fisica: manca, per esempio, la fisica dei fluidi; così come ogni riferimento al calcolo probabilistico e infinitesimale. Ben trattate risultano invece le nozioni naturalistiche, in particolare quelle chimiche e geodetiche.

Rivolte ad un pubblico eterogeneo, le lezioni danno l’idea, nel complesso, di aver sviluppato un monologo più che ventennale, suddiviso in sezioni ben precise, che dalla definizione «del corpo, dello spazio e del moto» [Roccati, 1751-1774, c. 1], fornita nella prima lezione del 31 gennaio 1752, giunge alla dimostrazione dell’esistenza di un divino creatore.


Cristina Roccati è nota, su un piano letterario, per la produzione di versi e sonetti:

 

Lassa! Sperai formar di culti accenti

lavoro in sul fiorir de’ miei verd’anni

da gir al par delle più eccelse menti.

Veggi’or l’ira de fatj empi e tiranni,

e come uom spesso, allor che i fondamenti

getta di rara speme, erre e  s’inganni

 

Su un piano scientifico, la sua fama è legata all’impegno nella diffusione della fisica newtoniana settecentesca operata attraverso il suo ruolo di insegnante (lettrice) di fisica all’Accademia dei Concordi di Rovigo. Dal 1751 al 1777, Cristina tiene infatti un corso di fisica di cui testimonianza sono le 51 lezioni giunte a noi.

Nella Prolusione del 15 novembre 1751 così esordisce:

«Tratterò io dunque la Fisica; … e quanto potrò al più m’ingegnerò ‘sta sera di brevemente mostrarvi, quanto sempre sia stata in pregio questa scienza, e ‘l piacere, e ‘l diletto che in istudiandola ne apporta, e l’utilitade finalmente ch’essa ne reca a quelli che si applicano da dovere a considerare le tante cose, ond’ella è ripiena» [Roccati, 1751-1774, c.4]

E poi prosegue: «Ma io non posso trattenermi di non porre sotto gli occhi vostri, Uditori, un’altra utilitade, che è di tutte la maggiore, e quella appunto per cui conseguire dovrebbero tutti allo studio della Fisica incessamente applicarsi. La cognizione della natura, la quale come Voi udiste, per mezzo della Fisica noi ce l’Acquistiamo, serve pur ella a farne conoscere il grande Autore della stessa Natura, a rispettarlo, a venerarlo, ad amarlo a dispetto anche di quelli, che dissero dentro del loro cuore pazzamente: non v’è Dio» [Roccati, 1751-1774, cc. 19-20]


Girolamo Silvestri, amico e corrispondente della Roccati, accademico dei Concordi, lettore di logica e metafisica, oltre che esperto di problemi economici e sociali, in una lettera del 6 maggio 1751 così si esprimeva a proposito della laurea di Cristina:
«… si portò valorosissimamente e si meritò che né meno uno le negasse l’onore che ricercava. Anzi furono presi dalla meraviglia li più del suo valore e franchezza. Il promotor fu il chiarissimo sig. dott. Balbi e la sig. Bassi la levò di casa ed accompagnolla al Collegio ed ivi la presentò ai sigg. Collegiali. Dopo la ballotazione nella sala esterna piena di popolo il dott. Donelli le pose la laurea in capo e il Priore del Collegio volle distinguerla recitando egli, in vece del promotor Balbi un’orazione latina in sua lode e in lode di Rovigo»

[cit. in M. L. Soppelsa, E. Viani, 1999, p. 216.]

 

Gian Alberto Colombo, suo professore di astronomia e matematica all’Università di Padova, la paragona a Vittoria Colonna, a Laura Bassi e a Maria Gaetana Agnesi. 6 novembre 1752.

[Corrispondenza Roccati-Colombo, edita in G. Grotto, Lodi della dottoressa Cristina Roccati, Venezia, Fracasso, 1815; cit. in M.L. Soppelsa, E. Viani, 1999, pp. 218-19.]


Mss. Conc., 312/2, Rovigo, Accademia dei Concordi: Cristina Roccati, Lezioni di fisica (1751-1774)

Presso l’Archivio dell’Accademia dei Concordi restano l’epistolario, conservato da Girolamo Silvestri, con gli scambi epistolari tra la Roccati e Silvestri e quelli di vari corrispondenti alla Roccati: Mss. Conc., 352-43; Mss. Silv. 192-197; Mss. Silv. 195, Mss. Silv. 203, Rovigo, Accademia dei Concordi.

Tra le opere a stampa ricordiamo, in particolare:

Componimenti poetici per l’ingresso di S. E. Almorò Barbaro Procuratore di S. Marco a S. E. Cecilia Emo Barbaro Procuratessa, Venezia, 1750.

Componimenti poetici per le nozze di S. E. Maria Foscarini con S. E. Andrea Corraro, Rovigo, Miazzi, 1751.

Poetici componimenti degli Accademici Concordi di Rovigo per le faustissime nozze di Sua Eccellenza Chiara Zeno con Sua Eccellenza Sebastiano Mocenigo, s.n.t., 1759, p. 49.

Poesie per l’esaltazione al Ducal Soglio di Venezia del Serenissimo Principe Marco Foscarini, Padova, Conzatti, 1762, p. 49.

Componimenti poetici per l’ingresso solenne alla dignità di proccuratore di S. Marco, per merito, di sua Eccellenza il Signor Lodovico Manin, Venezia, 1764, p. 49 e pp. 50-51.

Rime di donne illustri a S. E. Caterina Dolfina Cavaliera e Procuratessa Tron nel gloriosissimo ingresso alla dignità di procuratore, per merito, di S. Marco, di S. E. Cav. Andrea Tron, Venezia, Valvasense, 1773.

Componimenti per la partenza del glorioso reggimento di Rovigo di S. E. Andrea IV da Lezze, Venezia, Zatta, 1782.

 



U. Cessi, Una dottoressa rodigina del sec. XVIII. Nuove notizie e documenti, in «Ateneo Veneto», XXXIV, 1901.

P. Findlen, Translating the New Science: Women and the Circulation of Knowledge in Enlightenment Italy, «Configurations» 3.2 (1995), pp. 167-206.

M. L. Soppelsa, E. Viani, Dal newtonianesimo per le dame al newtonianesimo delle dame, in Donne, filosofia e cultura nel Seicento, a cura di P. Totaro, Roma, CNR, 1999, pp. 211-40.

P. Findlen, A forgotten Newtonian: Women and Science in the Italian Provinces, in The Sciences in Enlightened Europe, ed. by W. Clark, J. Golinski, S. Schaffer, Chicago, University of Chicago Press, 1999, pp. 313-349.


Miriam Focaccia
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