Maria Binghinotto nacque a Padova il 24 febbraio 1884 da Domenico e Maria Scattolin.

Dopo aver conseguito nel 1904 la licenza fisico-matematica presso l’Istituto tecnico "G.B. Belzoni" della città, si iscrisse al corso di fisica della Facoltà di scienze dell’Università di Padova.

Si addottorò con il massimo dei voti nel 1909, discutendo una tesi sperimentale sulla suscettività dei corpi diamagnetici e debolmente ferromagnetici, vale a dire il loro potere di magnetizzazione sotto l’effetto di un campo magnetico.

Ne scaturì un lavoro che, pubblicato sul «Nuovo cimento» nel 1910 in collaborazione con Tullio Gnesotto, si proponeva di indagare le proprietà magnetiche del bismuto nei suoi composti, nelle sue leghe e nelle amalgame solide e liquide, alla luce del comportamento apparentemente bizzarro di tale materiale rispetto agli altri corpi diamagnetici. Il coefficiente di magnetizzazione del bismuto solido, infatti, varia linearmente con la temperatura anziché essere indipendente da essa secondo la legge stabilita da Pierre Curie nel 1895.  

Le misure delle costanti magnetiche di una serie di leghe di bismuto furono al centro di ulteriori analisi condotte sempre in collaborazione con Gnesotto,  cui si affiancarono a partire dal 1916, anno in cui Maria conseguì pure la laurea in matematica (110/110), ricerche su argomenti di elettromagnetismo, sulle torsioni magnetiche nonché sulle contrazioni di volume e dilatazione termica delle soluzioni di nicotina.

Per 15 anni fu assistente di ruolo presso la cattedra di fisica sperimentale dell’ateneo di Padova, fino al 1926 quando le fu diagnosticata una grave forma di neoplasia addominale.

Morì il 9 gennaio 1929 mentre si trovava ricoverata nella clinica "Villa Bellombra" di Bologna.