Fabri Cornelia

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Ritratto di Cornelia Fabri [U. Foschi, G. Ravaldini, 1976, p. 91]

Nata: 9 Settembre 1869 (Ravenna)

Morta: 24 Maggio 1915 (Firenze)

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Cornelia Fabri nasce a Ravenna in una delle più colte e antiche famiglie della città ed eredita dal nonno Santi e dal padre Ruggero la passione per la scienza. Scolara particolarmente dotata, è  la prima donna laureata in matematica alla Scuola normale di Pisa.

A Cornelia viene riservata un'educazione tutt'altro che tradizionale: invece di inserirla in una scuola femminile, il padre, considerata la sua attitudine verso le discipline scientifiche, la iscrive all' istituto tecnico della città, tanto che la giovane si trova ad essere la sola studentessa in una scuola frequentata unicamente da maschi. Si iscrive poi alla Facoltà di scienze fisiche, matematiche e naturali dell'Università di Pisa dove si laurea il 30 giugno del 1891 dopo aver sostenuto dodici esami speciali, dei quali due superati col massimo dei voti 30\30 e tutti gli altri col massimo più la lode. Una sessione di laurea davvero brillante: dall'elenco dei laureati in quella sessione risulta esservi anche Federigo Enriques, che diventerà uno dei geometri più illustri del nuovo secolo.

Cornelia è dunque spinta e spronata nei suoi studi da due maestri: il padre e Volterra che, in diverse lettere scritte a Ruggero Fabri, non esita a tesserne le lodi.

Chi infatti, più dell'insigne Volterra, analista geniale, fisico matematico, meccanico, animatore e organizzatore della scienza italiana fino ai primi venticinque anni del Novecento, poteva comprenderne il talento, che si espresse inizialmente in scritti di analisi e, in seguito, sulle funzioni di linea?

A proposito di questi scritti, il professore scrive parole di grande affetto: «Nel 1887 avevo dato alla luce i miei primi lavori sulle funzioni dipendenti da altre funzioni e le funzioni di linee. Nel 1890 avevano già richiamato l'attenzione, ma senza essere ancora seguiti da studi originali di altri matematici. Cornelia Fabri fu la prima a dimostrare fiducia in quelle idee ed alla loro importanza per il progresso della Scienza [...] Dopo 30 anni, ora che quelle idee sono penetrate nel campo delle Matematiche, ripenso con vivissima commozione e profonda riconoscenza a chi per prima ebbe fiducia in esse, e divise con me le ansie per la loro riuscita» [Volterra, 1925, pp. 535-38].

Dalla corrispondenza a tutt'oggi inedita Volterra-Fabri, appare chiaramente l'impegno, la dedizione, la passione che Cornelia nutre per lo studio: lettrice avida e attenta, puntualmente segue i consigli che le vengono dati e, in continuo fermento, invia lunghe serie di calcoli e dimostrazioni di teoremi per i quali chiede l'aiuto dell'illustre professore. La collaborazione fra maestro e allieva è veramente molto stretta: il primo le dedica grande attenzione, inviandole e prestandole testi da analizzare, conscio delle capacità della giovane; lei, rigorosamente, ripaga quelle attenzioni con una dedizione totale allo studio.

Il suo ultimo lavoro vede la luce nel 1895, dopo di che Cornelia non pubblica più nulla.

Nel 1902 muore la madre Lucrezia; nel 1904 il padre: a lei tocca occuparsi della casa e degli affari di famiglia.

Lo studio delle matematiche ha però affinato e irrobustito la sua mente; la frequenza della vita universitaria e pubblica l'ha in qualche modo emancipata, resa più autonoma e abile a trattare quegli affari amministrativi ed economici che dovrà maneggiare, suo malgrado, sino alla morte.

Il ritorno a Ravenna, in una città di provincia, esclusa dai centri di scienza più importanti, culturalmente poco vivace, rende l'isolamento della Fabri più acuto.

Ma è soprattutto l'allontanamento di Volterra da Pisa nel 1893, dopo la sua chiamata alla cattedra di meccanica razionale all'Università di Torino e, in seguito, alla cattedra di fisica matematica a Roma, che rende maggiore il distacco di Cornelia da quella cerchia di studiosi che aveva seguito il suo lavoro e che ne poteva apprezzare le doti intellettuali e il talento matematico. Lo scambio epistolare su temi di studio col Volterra prosegue fino al 1902; poi si incontrano per l'ultima volta nel 1905.

Infatti la vita di Cornelia può essere suddivisa in due periodi differenti: il primo, scandito dalla passione per le scienze esatte, sotto la guida del padre e del suo professore di meccanica razionale a Pisa, Vito Volterra; il secondo, a partire dal 1904, anno della morte del padre, caratterizzato da una spiritualità esasperata, in cui risulta completamente assorta nelle proprie attività di carità e di preghiera e sempre più rapita in ritiri spirituali intensi e coinvolgenti.

Da sempre religiosissima, d'ora in poi Cornelia si abbandona totalmente ad opere di carità, di pietà e di preghiera. Nel 1908 viene a conoscenza dell'ordine religioso della Visitazione e, trovandolo conforme alle sue aspirazioni, comincia a frequentarne un monastero a Pisa.

Muore a Firenze il 24 maggio del 1915, confortata dalla vicinanza dei propri familiari e, testuali parole del sacerdote che la confessa sul letto di morte, dando «un ragguaglio quasi matematico di tutta la sua vita» [Mesini, 1925, p. 45].


Allieva dell'illustre matematico Vito Volterra, Cornelia Fabri, laureatasi in scienze matematiche alla Scuola normale di Pisa nel 1891, si dedica allo studio dell'analisi  e delle funzioni di linea, proseguendo ricerche da lui avviate e che, nel mondo accademico, non avevano ancora riscosso un successo immediato.

E' sempre su indicazione del maestro, esperto di idrodinamica, che la Fabri comincia ad occuparsi di idraulica, dando alle stampe quelli che sono considerati i suoi scritti più importanti. Cornelia dedica quattro memorie alla teoria dei moti vorticosi, più precisamente all'estensione della teoria ordinariamente chiamata dei vortici.

Cornelia si segnala altresì per un paio di contributi di scienza applicata legati alla realtà della sua città natale, Ravenna.

Del 1892 è il saggio Brevi considerazioni intorno alle nuove discipline per la chiusa sul fiume Montone: si tratta di un notevole lavoro di idraulica pratica e risponde alla richiesta di un parere sulle modificazioni che il Genio civile aveva intenzione di introdurre a cavallo della chiusa del fiume Montone, uno dei due fiumi che, insieme al Ronco, fino a metà del Settecento circondavano la città.

Il secondo lavoro consiste nella descrizione di una ingegnosa "campana elettrica" brevettata dal sacerdote ravennate Giuseppe Ravaglia, acuto e appassionato inventore. Questa "campana" doveva servire a segnalare alle navi l'ingresso nel porto in caso di nebbia o di burrasche. Questo congegno venne installato all'estremità del molo destro del porto canale ravennate e, considerata la sua efficacia, fu poi installato anche nei porti di Cervia, Pesaro e Rimini. Cloche-signal électrique installée par l' abbée Ravaglia dans le port de Ravenne, uscì nel 1893 a Parigi.


Nel 1925, in ricorrenza del decimo anniversario della morte di Cornelia, monsignor Giovanni Mesini veniva incaricato dalla famiglia della Fabri di redigere un piccolo opuscolo, In memoria di Cornelia Fabri. Nata il 9 settembre 1869. Morta il 24 maggio 1915, che ne ripercorreva la vita e ne ricordava il carattere, come era d'uso tra le famiglie nobili dell'epoca. All'interno si trova il ricordo che Vito Volterra, ormai famoso in Italia e all'estero, scrive dietro invito del Mesini:

 

«Conservo vivissima memoria della Signorina Cornelia Fabri, mia Allieva all'Università di Pisa intorno al 1880, la prima, e forse la migliore, fra le molte allieve che ebbi in seguito a Torino e a Roma. Ricordo che il suo esame di laurea fu un avvenimento per l'Università di Pisa, non solo in quanto per la prima volta veniva ivi ad addottorarsi una donna, ma anche perché la prova fu sostenuta in modo ammirevole dalla candidata, che riportò i pieni voti assoluti e la lode. In quell'occasione l'Illustre Preside della facoltà di Scienze, Professore Antonio Pacinotti, pronunziò elevate ed opportune parole, rilevando tutta l'importanza dell'avvenimento, e prevedendo l'aprirsi di una nuova era con l'entrata nel campo della scienza, di eminenti personalità femminili. Durante la precedente carriera universitaria, Cornelia Fabri fu sempre in prima linea fra i suoi compagni di studio, fra i quali si annoverano alcuni che dovevano farsi un nome illustre nelle matematiche.

Posseggo nella mia biblioteca otto scritti della Fabri i quali si riferiscono all'Alta Analisi Matematica, alla Meccanica e più specialmente all'Idraulica. [...] Ma i lavori più importanti dell'illustre scomparsa sono indubbiamente quelli di Idraulica.

[...] L'attività scientifica di Cornelia Fabri, così intensa durante la sua carriera universitaria e negli anni che seguirono la sua laurea dal 1892 al 1895, dovette ben presto arrestarsi a cagione della sua non florida salute. [...] Gli ultimi suoi anni furono consacrati tutti alla famiglia e alle opere di pietà, ed in esse si esaltarono e rifulsero maggiormente le nobili virtù che essa possedeva.

[...] Se è raro e triste per un maestro il commemorare l'allievo dal quale invece attende il postumo ricordo, debbo però esprimere a Lei i sensi della mia riconoscenza per avermi dato modo di scrivere queste parole, modesto ma devoto omaggio alla memoria di una donna che si è tanto elevata al disopra delle altre per la qualità della mente e del cuore.» [Mesini, 1925, p. ]

[Mesini, 1925, pp. 9-15]


Sopra alcune proprietà generali delle funzioni che dipendono da altre funzioni e da linee. Nota di Cornelia Fabri, Torino, Claudio Clausen, 1890.

Brevi considerazioni intorno alle nuove discipline per la chiesa sul fiume Montone, Ravenna, Calderini, 1892.

Sui moti vorticosi nei fluidi perfetti. Memoria di Cornelia Fabri , Bologna, Gamberini e Parmeggiani, 1892.

Sulla teorica dei moti vorticosi nei fluidi incomprimibili, Pisa, Mistri & C, 1892.

Cloche-signal electrique installée par l'abbée Ravaglia dans le port de Ravenne, Paris, A. Durand et Pedaue-Lauriel, 1893.

Sopra le funzioni di iperspazii. Nota di Cornelia Fabri, Venezia, Ferrari, 1893.

I moti vorticosi di ordine superiore al primo in relazione alle equazioni pel movimento dei fluidi viscosi, Bologna, Gamberini, 1894.

I moti vorticosi di ordine superiore in relazione alle equazioni pel movimento dei fluidi viscosi compressibili, 1895.

 

Archivio Volterra, Corrispondenza, Cornelia Fabri, Roma, Biblioteca Corsiniana e dell'Accademia Nazionale dei Lincei. Il carteggio Cornelia Fabri-Vito Volterra, conservato presso l'Archivio Volterra, consiste in una cinquantina di lettere scritte tra il 3 febbraio 1891 e il 27 dicembre 1914, vale a dire pochi mesi prima della morte della Fabri. Tre lettere sono postume alla Fabri, scritte, una dal cognato Ulrico Farini che ne annunciava la morte; due da Giovanni Mesini per chiedere a Volterra un breve ricordo di lei. Questa corrispondenza risulta essere di eccezionale interesse poiché è l'unica testimonianza di prima mano di Cornelia, che distrusse tutte le altre memorie in suo possesso e che ci permette così di scoprire e conoscere una Cornelia privata e inedita.

 



Archivio Volterra, Corrispondenza, Cornelia Fabri, Roma, Biblioteca Corsiniana e dell'Accademia Nazionale dei Lincei.

A. Rebière, Les femmes dans la science, Paris, Librairie Nony & Cie,  1897,  p.  102.

G. Mesini, In memoria di Cornelia Fabri, Ravenna, Arti Grafiche, 1925. Il ricordo di Volterra è altresì pubblicato in: V. Volterra, Opere matematiche: memorie e note, Roma, Accademia Nazionale dei Lincei, 1960, vol. IV, nota XXV, pp. 535-38.

U. Foschi, G. Ravaldini, I Ravegnani com'erano : 550 fotografie di personaggi, avvenimenti e figure del la vecchia Ravenna, Ravenna, Libreria Tonini, 1976.

M. Modoni Georgiou, Cornelia Fabri scienziata ravennate, «Ravenna Studi e Ricerche», IV\2, 1997, pp. 147-88.

S. Foschi, Cornelia Fabri, in Donne nella storia nel territorio di Ravenna, Faenza e Lugo dal Medioevo al XX secolo, a cura di C. Bassi Angelini, Ravenna, Longo Editore, 2000, pp. 199-202.

M. Focaccia, Cornelia Fabri mathematician: two teachers, in More than pupils. Italian Women in Science at the Turn of the 20th Century, Firenze, Olschki, 2007, pp. 51-74.


Miriam Focaccia
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