Bonarelli  Giulia

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Giulia Bonarelli a fianco del marito, Gustavo Modena.

Nata: 06 Maggio 1892 (Ancona)

Morta: 19 Agosto 1936 (Bolzano)

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Nacque ad Ancona il 6 maggio 1892 in un’antica e nobile famiglia, secondogenita di Guglielmo Bonarelli (1862-1933), noto avvocato civilista, più volte amministratore della città di Ancona, e di Giuseppa Boldrini (1864-1957), figlia del patriota fanese Aureliano Boldrini. Il fratello maggiore Vittorio Emanuele I (1889-1956), dopo la laurea in giurisprudenza e in scienze politiche e coloniali, intraprese con successo la carriera diplomatica, mentre la sorella minore Virginia (1899-1985) si laureò in chimica e lavorò presso l’ufficio di igiene e profilassi di Ancona impegnandosi allo stesso tempo in attività benefiche e di assistenza come dama di San Vincenzo.

Giulia Bonarelli frequentò il ginnasio e il liceo classico “Carlo Rinaldini” di Ancona ottenendo la licenza liceale d’onore il 30 luglio del 1910. Nell’autunno dello stesso anno (21 novembre 1910) si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell’università di Bologna. Concluse il percorso universitario il 4 aprile 1916 laureandosi a pieni voti con una tesi dal titolo Influenza dell’alimentazione a riso brillato sul sistema nervoso (esperienza sui piccioni). Due giorni dopo (6 aprile 1916) si laurearono in medicina e chirurgia le compagne di corso Cesira Zagolin di Udine e Maria Venezian di Macerata. Il 7 agosto 1916 si iscrisse all’albo dell’ordine dei medici e chirurghi della provincia di Ancona come libera esercente; fu la prima donna. La sua vita e la sua formazione furono segnate dall’incontro con lo psichiatra Gustavo Modena (1876-1958), che iniziò a lavorare presso il manicomio di piano San Lazzaro di Ancona (inaugurato nel 1901) a partire dal luglio del 1902 come medico assistente con funzioni di settore, divenendone poi il direttore dal 1913 al 1938. Si sposò con il dottor Modena il 9 dicembre 1911, all’età di diciannove anni, con rito civile poiché divisi dalle rispettive credenze religiose: Giulia Bonarelli era cattolica mentre Gustavo Modena era ebreo. Con lui condivise a livello professionale l’importanza dell’approccio clinico nei confronti della malattia e l’impegno a realizzare l’open door o no-restraint per i malati mentali, un ambiente privo di qualsiasi mezzo di coercizione. Gustavo Modena aveva appreso queste nuove idee nel 1907, in uno dei suoi viaggi di perfezionamento in Germania, presso la clinica dello psichiatra Emil Kraepelin a Monaco di Baviera. Nella stessa clinica Modena venne a conoscenza della psicoanalisi e fu uno dei primi psichiatri in Italia a diffondere le teorie di Freud; ma al grande entusiasmo iniziale subentrò il distacco, avvenuto pubblicamente nel 1923, in occasione del XVI Congresso della Società italiana di freniatria a Roma, anche per il mutato clima politico e culturale.

Subito dopo il matrimonio Giulia Bonarelli frequentò con il marito il laboratorio di anatomia del sistema nervoso di Ludwing Edinger a Francoforte, in Germania, e poco dopo la sua laurea, nel 1916, si recò in Francia con Gustavo Modena, il quale era stato incaricato dalla Sanità militare di visitare i principali centri neurologici francesi sul fronte e sul territorio, al fine di individuare le direttive più adeguate per la creazione di centri neurologici militari in Italia, Ancona compresa. In quell’occasione la Bonarelli frequentò la clinica Salpêtrière, divenendo tra l’altro allieva del neurologo Pierre Marie, e si specializzò in elettroterapia ed elettrodiagnosi. Sulla base dell’esperienza francese elaborò il suo primo contributo scientifico Neurologia di guerra in Francia 1. Nervi periferici (pubblicato in «Rivista Sperimentale di Freniatria», vol. XLII, fasc. II, 1917), raccogliendo le diverse posizioni dei neurologi sulla questione se intervenire o meno in caso di lesione dei nervi periferici. Ciò che dedusse la dottoressa Bonarelli fu l’importanza dello «studio profondo, coscienzioso, protratto del singolo caso», senza affidarsi indistintamente a categorie generali, una lezione che guidò sempre il suo lavoro.

Al ritorno dalla Francia prestò servizio presso l’ospedale di riserva “Piazza d’armi” di Ancona – presente all’interno del manicomio – come arruolata del corpo di Sanità militare con il grado di assimilata a sottotenente medico, e a partire dal 1917 operò nel Centro neurologico – struttura in cui venne convertito l’ospedale di riserva – svolgendo un importante e innovativo lavoro con i pazienti fisiopatici, cioè i pazienti che avevano problemi funzionali agli arti, senza evidenti lesioni nervose. Passò dall’utilizzo di cure energiche e violente all’adozione di un «metodo di dolcezza», che prevedeva l’uso di manovre brevi e lievi nei confronti del paziente, eseguite individualmente due volte al giorno, passando poi a un’intensificazione graduale dei movimenti passivi in modo tale da vincere qualsiasi resistenza fisica e morale del malato. Con la fine della prima guerra mondiale e la chiusura del Centro neurologico, la medica Bonarelli continuò a svolgere la sua professione presso il gabinetto elettroterapico dell’ambulatorio neuropsichiatrico del manicomio, gratuito, specializzato e aperto agli esterni. Partendo da alcuni casi incontrati nell’ambulatorio, soprattutto bambini, sviluppò interessanti osservazioni sui riflessi di automatismo midollare degli arti superiori, sul morbo di Parkinson, riconducendolo a forme larvate di encefalite, sulla poliomielite e la paralisi facciale, raccomandando per contrastarne gli effetti cure elettriche, bagni caldi, kinesiterapia manuale passiva e in seguito la radioterapia. Nel 1934 ottenne il titolo di “specialista in neurologia”.

L’approccio di empatia e di ascolto utilizzato da Giulia Bonarelli nei confronti dei pazienti affondava le radici nell’amore della dottoressa per la cultura umanistica, che non reputava affatto disgiunta da quella scientifica. Si interessò di storia della medicina, di letteratura, di filosofia, traduceva il greco, il latino e lingue moderne come il francese, ma soprattutto si occupò di arte. Il suo impegno per la conoscenza e la valorizzazione di tutte le arti fu evidente nella sua effettiva collaborazione alla realizzazione di eventi artistici di rilievo, come la prima esposizione marchigiana d’arte moderna di Ancona nel 1921, la mostra nazionale della ceramica di Pesaro nel 1924 e quella del giardino italiano che si svolse nel 1931 a Firenze presso palazzo Vecchio. Fu socia corrispondente della Deputazione di storia patria per le Marche. Pubblicò notevoli contributi (dal 1922 al 1931) nella rivista «Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica» diretta da Luigi Serra, scrivendo sulle opere di artisti/e a lei vicini/e, che ospitava abitualmente nella sua casa: gli xilografi e incisori Adolfo De Carolis, Bruno da Osimo ed Eleonora Gallo, lo scultore Vittorio Morelli, l’architetto Guido Cirilli, il pittore Augusto Mussini, noto come fra’ Paolo. Nella rivista dedicò anche articoli alla contea di Montegallo di Offagna – dimora che ritornò a splendere, dopo i fasti settecenteschi, grazie ai conti Soderini e in particolare attraverso la figura di Donna Fiammetta, duchessa di Carafa d’Andria – al palazzo Ferretti di Ancona e ai giardini all’italiana nelle Marche. Frequenti, inoltre, erano i suoi rapporti con i pazienti “tranquilli” del manicomio che guidava e consigliava nell’esecuzione dei loro lavori, molti dei quali vennero esposti in mostre locali. Giulia Bonarelli morì il 19 agosto 1936 a Bolzano, a quarantaquattro anni. Nella biblioteca comunale di Ancona “Luciano Benincasa” è conservata la biblioteca dei coniugi Modena, mentre quadri e sculture sono nella pinacoteca “Francesco Podesti” della stessa città, come donazione fatta da Gustavo Modena in memoria della moglie.

Fu la prima donna iscritta all’albo dell’ordine dei medici e chirurghi della provincia di Ancona ed ebbe la possibilità di praticare la professione in quanto moglie di Gustavo Modena, direttore del manicomio di Ancona dal 1913 al 1938, pubblicando diversi contributi nell’ambito della neurologia e della riabilitazione. Con il marito partecipò al primo convegno nazionale per l’assistenza agli invalidi di guerra presentando una comunicazione intitolata Terapia delle forme fisiopatiche, pubblicata l’anno successivo negli atti del convegno, in cui enunciò il «metodo di dolcezza», considerato uno degli aspetti più significativi del suo pensiero scientifico. Tra le sue pubblicazioni sull’arte, la letteratura e la storia della medicina in «Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica», a. IX, n. VII/VIII, aprile – maggio 1931, si segnala quella intitolata I giardini all’italiana nelle Marche, che presenta il primo resoconto dei giardini del tipo “all’italiana” della regione e costituisce ancora oggi uno dei principali riferimenti per chi voglia occuparsi dell’argomento.

Nell’opera Scritti d’Arte del 1937, voluta da Gustavo Modena in memoria della giovane moglie scomparsa l’anno precedente (19 agosto 1936), con una prefazione di Luigi Serra, vennero raccolti i contributi artistici e uno di storia della medicina di Giulia Bonarelli Modena con i principali necrologi dedicati alla dottoressa da parte di amici, amiche, familiari e importanti esponenti della cultura locale e nazionale e una poesia della nipote Pia Maltese (1909-1988), figlia della sorella di Gustavo Modena Rachele (alias Lina), autrice di numerosi romanzi pubblicati sotto il nome di Pia d’Alessandria tra gli anni Quaranta e Settanta.

Ecco alcuni estratti dalla prefazione di Luigi Serra e dai necrologi che raccontano la figura della Bonarelli:

« […] una delle più elette creature ch’io abbia incontrato sul mio cammino mortale. […] Ella aveva inteso in una nativa comprensione la natura del fenomeno artistico, ed intuito che, se per comprenderlo compiutamente è necessaria una preparazione erudita, è d’altra parte affatto inopportuno disperdersi in ricerche assai minuziose che creano una base troppo vasta ed ingombrante per la valutazione artistica: quindi sceglieva felicemente a fondamento dei suoi studi sol quanto era essenziale. E, ciò che è più importante, aveva subito avvertito che siffatte ricerche non debbono essere fine a se stesse e che insomma la mèta di ogni indagine e di ogni studio nell’ambito della critica d’arte è la valutazione estetica dell’opera, la celebrazione di essa in una sfera di purità e di silenzio».

Luigi Serra (1881-1940), storico dell’arte, primo Sopraintendente per l’arte medievale e moderna delle Marche e Zara, dal 1921 al 1931, e fondatore della rivista «Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica».

«Sposa all’eminente dott. Gustavo Modena, volle essergli compagna anche nell’arduo esercizio professionale. Addottoratasi in medicina si approfondì singolarmente negli studi di neurologia, e una parte della sua laboriosa giornata era costantemente dedicata agli infermi. Nella Casa del dolore, che il prof. Modena dirige con tanta sapienza e con bontà generosa, la giovine avvenente Signora diffondeva un profumo di superiore umanità. […] per ogni ramo dell’arte aveva una sensibilità squisita, un’attitudine pronta, una preparazione sicura: e ben lo sanno quanti, professionisti ed artisti di Ancona e di fuori, ella accoglieva ospitalmente nella sua casa, in cui ogni libro, ogni quadro, ogni oggetto ha l’impronta della sua grazia colta e leggiadra».

Roberto Ascoli (1870-1965), avvocato, scrittore, poeta, conferenziere e stimato traduttore dell’opera di Percy Bysshe Shelley.

«Caratteri costanti degli studi di Giulia Bonarelli Modena sono la esatta documentazione, un’argomentazione logica e serrata; e, insieme a questi elementi, una forma particolarmente limpida, che segue docile lo snodarsi agile del pensiero e si manifesta in linee, che accoppiano alla esattezza scientifica un colore quale solo un temperamento artistico può dare […] anche i più umili ebbero per Lei commoventi espressioni di rimpianto, e il popolo d’Ancona Le diede prova solenne della sua riconoscenza accompagnandola all’estrema dimora con un importante plebiscito di affetto e di cordoglio».

Arturo Donaggio (1868-1942), psichiatra, noto per i suoi studi sulla cellula nervosa all’interno della quale individuò l’esistenza di un sistema periferico e di una rete neurofibrillare.

« […] si raccoglieva a vivere quella vita contemplativa, ove con signorilità squisita riceveva talora studiosi ed artisti illustri o giovani bisognosi di incoraggiamento e di ispirazione. E qui, specialmente nello studio ampio e luminoso circondato dalla ricca biblioteca da Lei ordinata, adorno di pregevoli opere d’arte da Lei scelte, con lo scrittoio del marito professore nel centro e il suo, di minori proporzioni di fianco, come quello di discepola, qui soprattutto sono profonde e ancor palpitanti, anche adesso che Ella se ne è andata per sempre, le impronte della sua personalità, fortemente intellettuale e soavemente femminile, segnata da due caratteristiche fondamentali: compostezza aristocratica e candida grazia; quelle che La resero dignitosa e affascinante fin sul letto di morte  […] tutte le discipline l’attirarono: dalla filosofia alla filologia, dalle scienze naturali alla poesia: poiché tutte le considerava come espressioni dello spirito umano, aspetti della bellezza, rivelazioni della verità; e non s’accontentava di superficiali informazioni ma esigeva cognizioni profonde; e non si chiudeva presuntuosamente nei propri giudizi ma amava rafforzarli e correggerli alla luce degli altrui; giacché non l’apparenza ma l’essenza delle cose essa voleva possedere. Lunghe ore occupava nella scelta del vocabolo che esprimesse un suo pensiero o traducesse nella nostra lingua il pensiero di un antico o di uno straniero: onesto desiderio di mostrare nel modo più limpido la propria anima e di non svisare l’altrui».

Clelia Viani (1899-1936), cognata di Giulia Bonarelli, in quanto moglie di uno dei fratelli di Gustavo Modena, Aldo, era scrittrice e letterata, autrice del volume Un letterato cristiano: Cesare Guasti(1822-1889). Firenze, F. Le Monnier, 1932.

«Amatissima dei libri, aveva raccolto, con fine gusto, rare e pregiate edizioni, dedicandosi in special modo a riunir quelle dei Suoi maggiori, di Guidobaldo e Prospero Bonarelli […] Le esposizioni d’arte, che si sono nella nostra città tenute, molto hanno profittato del Suo ausilio. Senza rumore, con parola breve e precisa accompagnata dal sorriso degli occhi buoni e della bocca lievemente triste, parlava di arte, con osservazioni che erano Sue, solamente Sue, perché erano il frutto della Sua penetrazione psicologica, della Sua mente adusata ed esperta, del Suo spirito di signora, che sentiva l’espressione dell’artista, la comprendeva, la seguiva nello svolgimento, la viveva in sé. Si ascoltava in silenzio; si ammirava».

Ernesto Spadolini (1874-1948), avvocato, professore, scrittore, fu direttore e sovraintendente della biblioteca “Luciano Benincasa” di Ancona, socio della Deputazione di storia patria per le Marche e socio ordinario dell’Istituto marchigiano di lettere, scienze e arti;fu direttore e pubblicista di «Lucifero».

Bonarelli Modena Giulia, Neurologia di guerra in Francia 1. Nervi periferici, in «Rivista Sperimentale di Freniatria», vol. XLII, fasc.II, 1917.

Ead., Lesione della 3° radice lombare per ferita d’arma da fuoco, in «Rivista di patologia nervosa e mentale», a. XXIII, fasc. I, 1918.

Ead., Paralisi del nervo spinale da ferita, in «Annali di Neurologia», a. XXXVI, nn. III/IV, 1919.

Ead., Terapie delle forme fisiopatiche, in Federazione Nazionale dei Comitati d’assistenza ai militari ciechi, storpi e mutilati (a cura di), Atti del Primo Convegno Nazionale per l’Assistenza agli Invalidi della Guerra, Stabilimento Tipografico Adolfo Koschitz&C., Milano 1919, pp. 195-196.

Modena Gustavo, Ead., Il Centro neurologico di Ancona, Stabilimento Tipografico del Commercio, Ancona 1920.

Ead., La contea di Montegallo presso Offagna, in «Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica», a. I, n. II, novembre 1922, pp. 54-50.

Ead., Riflessi di automatismo midollare e speciale riguardo ai riflessi di a. nell’arto superiore, in «Rivista Sperimentale di Freniatria», vol. XLVI, fasc. I, 1922.

Ead., Palazzo Ferretti in Ancona, in «Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica», a. I, n. VIII, maggio 1923, pp. 299-307.

Ead., Xilografie di Adolfo De Carolis, in «Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica», a. I, n. XII, settembre 1923, pp. 470-476.

Ead., Un monumento sulle Dolomiti, in «Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica», a. II, n. III, dicembre 1923, pp. 114-116.

Ead., La tomba dei dieci militi ignoti in Aquileia, in «Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica», a. II, n. VII, aprile 1924, pp. 290-291.

Ead., Bruno da Osimo – xilografo, in «Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica», a . III, n. II, novembre 1924, pp. 67-75.

Ead., Forme larvate di encefalite, Stabilimento Tipografico del Commercio, Ancona 1924 (comunicazione tenuta al Congresso di Freniatria di Roma dell’aprile 1923).

Ead., Poliomielite anteriore acuta e paralisi facciale. Note statistiche ed elettroterapiche, Stabilimento Tipografico del Commercio, Ancona 1924.

Ead., La medicina di Erasistrato, in «Illustrazione Medica Italiana», a. VIII, fasc. X, 1926.

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Ead., Recenti opere di Vittorio Morelli, in «Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica», a. VI, n. V/VI, febbraio-marzo 1928, pp. 207-218.

Ead., L’«Arte rustica italiana», in «Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica», a. VII, n. VII/IX, aprile- giugno 1929, pp. 253- 260.

Ead., I giardini all’italiana nelle Marche, in «Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica», a. IX, n. VII/VIII, aprile - maggio 1931, pp. 163-183.

Ead., La poliomielite anteriore in Provincia di Ancona, Premiato Stab. Tip. S.T.A.M.P.A. ex Combattenti, Ancona 1932.

Ead., Bruno da Osimo – Xilografo, in «Terra Picena», a. I, n. VIII, novembre 1932.

Ead., Scritti d’Arte, Regio Istituto d’Arte del Libro, Urbino 1937.

Archivio di Stato di Ancona, Ufficio di Stato Civile del Comune di Ancona, atto di nascita e di morte della contessa Giulia Bonarelli; atto di matrimonio di Modena dott. Gustavo e Bonarelli contessa Giulia.

Archivio storico dell’Università di Bologna, Archivi degli studenti, fascicolo 4645, Giulia Bonarelli di Guglielmo di Ancona.

Amadori Isabella, Sciamanna Alessia (a cura di), Archivi degli studenti. Facoltà di Medicina e Chirurgia (1860-1930), CLUEB, Bologna 2004.

Bonarelli Guido, I Bonarelli d’Ancona e l’insediamento dei Normanni nella Marca Fermana, Tipografia Vispi&Angeletti, Gubbio 1983.

Diambra Monica, Sabbatini Vanessa, Bonarelli Modena Giulia, in Pupilli Lidia, Severini Marco (a cura di), Dizionario biografico delle marchigiane, il lavoro editoriale, Ancona 2018 (2° edizione), pp.49-50.

Federcostante Roberto, Donne anconitane, Marcelli Editore, Ancona 1991.

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Sabbatini Vanessa, Giulia Bonarelli Modena: vita e pensiero di una medica del Novecento, tesi di laurea magistrale in Storia dell’Italia Contemporanea, relatore Marco Severini, Università degli Studi di Macerata, anno accademico 2018/2019.

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Vicarelli Giovanna, Donne di medicina. Il percorso professionale delle donne medico in Italia, il Mulino, Bologna 2008.

Stefania Fortuna e Vanessa Sabbatini
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