Traube Mengarini Margarethe (Margherita)

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Foto di Margerethe Mengarini Traube. [«Tribuna» del 11 dicembre 1912].

Nata: 4 Giugno 1856 (Berlino)

Morta: 11 Dicembre 1912 (Anzio, Roma)

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Margarethe, nata il 4 giugno 1856 a Berlino, appartiene a una famosa famiglia di scienziati e intellettuali tedeschi: suo padre è il clinico berlinese Ludwig Traube (1818-1876), suo zio il fisiologo chimico Moritz Traube (1826-1894), suo fratello il filologo e paleografo Ludwig Traube (1861-1907), suo cognato il noto medico Moritz Litten (1845-1907), i suoi cugini il chimico Wilhelm Traube (1866-1942) e il medico Albert Fraenkel (1848-1916) e sua nipote Anna Fraentzel (1878-1958), che sposa l’igienista italiano Angelo Celli.
Nel 1877, all’età di 21 anni, viaggia in Italia in compagnia della scrittrice ed emancipazionista tedesca Fanny Lewald (1811-1889), rimanendo affascinata del Belpaese. A Roma incontra il fisiologo tedesco Franz Christian Boll (1849-1879), un allievo del celebre Du Bois-Reymond e amico della famiglia Traube, che sei anni prima si era trasferito in Italia perchè gravemente ammalato di tubercolosi polmonare. Nel 1878 Margarethe decide di stabilirsi a Roma e l’anno successivo, superato a Berlino l’esame di licenza liceale, si iscrive alla Facoltà romana di scienze naturali. Qui diventa allieva prediletta del fisiologo olandese Jakob Moleschott (1822-1893) che era stato allievo di suo padre. Il 12 marzo 1879 sposa Boll, professore di Anatomia e fisiologia comparata all’Università di Roma e amico di molti personaggi influenti come il ministro Ruggero Bonghi (1836-1895) e il fisico Pietro Blaserna. Sei mesi dopo il matrimonio, il 19 dicembre, Boll muore, e Margarethe, che lo aveva assistito nella sua ultima ricerca, dirige la pubblicazione postuma delle opere del marito, in tedesco e in italiano.
Nel 1883, Margarethe Traube si laurea con lode in scienze naturali, compilando la sua tesi nel Gabinetto di anatomia umana di Francesco Todaro (1839-1918). Frequenta, inoltre, il circolo fisico di Blaserna. Trascorre dal 15 settembre al 17 ottobre dello stesso anno un periodo di ricerca presso la Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli e diventa subito dopo, per un anno, assistente di Emil Du Bois-Reymond a Berlino. Qui lavora liberamente nel laboratorio del suo maestro e pubblica il suo primo saggio scientifico; ma per assistere alle sue lezioni è, con grande dispiacere di Du Bois-Reymond, costretta a nascondersi dietro una tenda!
Torna in Italia perché nel frattempo si è fidanzata con Guglielmo Mengarini (1856-1927), un ingegnere elettrotecnico, assistente di Blaserna. Si sposano il 18 agosto 1884 a Zurigo. Mengarini, appassionato scalatore e speleologo, sarà poi fondatore della Scuola romana di ingegneria elettrotecnica, professore di fisica all'Università "La Sapienza" di Roma e senatore del Regno. Egli attua nel 1891 la prima trasmissione industriale di energia elettrica in corrente alternata fra Tivoli e Roma. Hanno quattro figli: Publio (1885-1949), che diventa economista, Cora che muore nel 1886 all’età di un anno, Valeria (1889-1938) e Fausta (1893-1952), che diventa una nota scultrice.
Nonostante la sua dedizione al ruolo di moglie e madre, Margerethe trova il tempo per continuare le sue ricerche, pubblicare alcuni articoli sulla filosofia naturale e dilettarsi nelle arti. Inoltre, prosegue il suo impegno sociale e femminista. Non si ferma nemmeno quando nel 1911 scopre di essersi ammalata di cancro. Trascorre alcuni mesi in una clinica specializzata a Milano. Quando sembra aver superato la malattia, viene stroncata, a 56 anni di età, da un violento attacco di influenza. Muore nella sua villa ad Anzio l’11 dicembre 1912.


Carattere pieno di spirito d’iniziativa, entusiasmante e poliedrico, Margarethe Traube Mengarini pubblica 18 articoli scientifici in prestigiose riviste italiane e tedesche. Le sue indagini vertono su vari argomenti di fisiologia sperimentale e vengono eseguite in una decina di laboratori diversi.
La prima pubblicazione, realizzata nel laboratorio di Emil Du Bois-Reymond (1818-1896), concerne il cervello di alcuni pesci. A Roma lavora prima con il chimico Stefano Capranica (1850-1893), allievo del suo defunto primo marito, e poi con il fisico Pietro Blaserna (1836-1918) sui gas contenuti nella vescica natatoria. Continua a indagare questo filone di fisiologia animale, sperimentando, presso la Clinica dermosifilopatica di Casimiro Manassei (1824-1893), la permeabilità della pelle, un tema che la occuperà per 25 anni. Passa poi all’Istituto di fisiologia di Luigi Luciani (1849-1919) per lavorare sul ruolo delle membrane cellulari nel processo dell’assorbimento e sulla biologia riproduttiva delle amebe. Infine, presta la sua opera anche nell’Istituto di igiene di Angelo Celli (1857-1914), stampando, insieme a Alberto Scala, una serie di lavori sui colloidi e sull’azione dell’acqua distillata sui metalli e sulle leghe. Dal 1911, già indebolita dal cancro, si impegna in tali ricerche, questa volta nell’Istituto romano di chimica di Emanuele Paternò (1847-1935). Perfino durante la terapia a Milano prosegue a lavorare, ospitata dal Molinari, sui colloidi metallici e la susseguente formazione di cristalli, esponendo i suoi risultati sulle soluzioni colloidali del carbonio cristallizzato davanti alla Società italiana di chimica. Compila altresì una lunga serie di saggi su temi filosofici, geografici e sociali, che rimangono però inediti.
Famosi sono i ricevimenti nella casa dei Mengarini a Roma e nella loro villa ad Anzio. Margarethe, circondata fin da bambina da illustri personaggi, fonda a Roma un circolo del quale fanno parte, tra altri, lo storico e premio Nobel Theodor Mommsen (1817-1903), il fisico Pietro Blaserna, Nadine Helbig (1847-1922), moglie del segretario dell’Istituto archeologico tedesco a Roma, l’archeologo Adolf Furtwängler (1853-1907), al quale rese possibile l’accesso alla Fanciulla d’Anzio, la famosa statua disseppellita nel 1878 da una tempesta sulla spiaggia di Anzio, ma anche molti artisti, politici ed esponenti del movimento femminista. Istituisce nella sua casa la Società Bach per la cultura della musica classica, che viene descritta da Gabriele D’Annunzio (1863-1938) nel Trionfo della Morte e citata da Albert Schweitzer (1875-1965) nel suo libro su Johann Sebastian Bach.
Una stretta amicizia lega Margarethe Traube Mengarini alle attiviste Fanny Lewald e, più tardi, Sibilla Aleramo (1876-1960), Teresita Sandeschi Scelba (1884-1975), Elena Lucifero (1871-1953) e Teresa Labriola (1873-1941). È membro della “Alleanza pro suffragio” e dell’Associazione per le Donne e tiene una serie di conferenze al Lyceum di Roma, all’epoca un noto auditorio del movimento femminista. Si attiva per la riforma del codice civile a favore delle donne, in particolare della ricerca della paternità e della protezione delle donne gravide. Nel marzo 1906 è una delle firmatarie della petizione al parlamento per il suffragio femminile.


Francesco Brioschi giudica nel 1888: «Deve l’Accademia alla signora Margherita Traube Mengarini alcune interessanti ricerche sui gas contenuti nella vescica natatoria dei pesci. La esistenza e la origine di questi gas era già nota nel secolo scorso, ma successivamente non piccolo numero di fisiologi si occupò della quistione, la quale poteva dirsi pochi anni sono, cioè nel 1870, giunta, dopo le esperienze di Moreau, a quanto ne scrive Paul Bert nelle sue lezioni sulla respirazione Il se fait donc dans la vessie natatorie une véritable sécrétion d’oxigène aux dépens du sang. [...] L’autrice dimostra, già dal principio del suo lavoro, la sua estesa coltura riferendo brevemente le esperienze e le opinioni di oltre quaranta naturalisti i quali si occuparono dell’argomento; e condotta dall’accurato esame, passa a stabilire quali altra desiderata sperimentali potessero occorrere per risolvere il problema postosi da Moreau: d’onde provenga l’aria della vescica natatoria. Le nuove esperienze, che non mi è possibile di qui descrivere, sono condotte con molta sagacia e conoscenza del metodo; esse non confermano che in parte i risultati di Moreau o per dir meglio, ne limitano il campo, aggiungendo nuovi fatti, i quali secondo il procedimento scientifico moderno, portano luce sopra altri aspetti della quistione». [Brioschi, 1888]

Giovanni Battista Grassi (1854-1925), famoso professore e caposcuola di zoologia a Roma, la giudica in un documento inedito: «Ricordo ancora benissimo i nostri discorsi e che io uscii dalla stanzetta dove essa lavorava meravigliato di aver incontrato una giovane signora che manifestava uno spirito d’iniziativa quale, come naturalista non mi sarei mai aspettato di trovare. Dopo quel giorno ho nel sesso femminile conosciuto molte donne giudicate piene d’ingegno ma che spesso pensavano colla testa degli altri e credevano di pensare con la propria, ma mai ne incontrai un’altra che fosse capace di avere idee tanto originali, come la Mengarini» [Grassi, Archivio].

La femminista e medico Teresita Sandeschi Scelba dichiara nel primo anniversario della morte di Margarethe Traube Mengarini che «Gli eroi non sono solo della spada! Tutte le grandi evoluzioni e rivoluzioni hanno avuto gli eroi del pensiero e le eroine del pensiero sono certamente queste Donne che come Margherita Mengarini hanno saputo con le loro opere di mostrare la capacità della mente femminile a liberarsi nelle sfere più elevate dello scibile, il diritto quindi ad un riconoscimento equo a queste loro capacità, e che per la conquista di tale diritto hanno speso gran parte della loro esistenza, pur conservando anime profondamente, squisitamente femminili, conscie di tutti i doveri che la natura loro confida» [da: Manasse, 1913].

Una delle più vaste sale della Grotta di Monte Cucco in Umbria fu chiamato dal cartario fabrianese e appassionato speleologo Giambattista Miliani (1856-1937) “La Margherita”, dedicandola alla Mengarini, prima donna ad averla esplorata nel 1892.


Experimentelle Beiträge zur Physiologie des Fischgehirns, in «Archiv für Anatomie und Physiologie», 1884.

Ricerche sui gas contenuti nella vescica natatoria dei pesci, in «Rendiconti della R. Accademia dei Lincei», 1888.L’educazione dei nostri figli, in «Nuova Antologia», 1898.

Sulla coniugazione delle amebe, in «Rendiconti della R. Accademia dei Lincei», 1903.

(con Alberto Scala) Ueber die chemische Durchlässigkeit lebender Algen- und Protozoenzellen für anorganische Salze und die spezifische Wirkung letzterer, in «Biochemische Zeitschrift», 1909.

(con Alberto Scala) Soluzione di metalli allo stato colloidale ottenuta per azione dell’acqua distillata bollente, in «Atti della Società Italiana per il Progresso delle Scienze», 1910.

 


Archivio Grassi a Roma. Fasc. “Attestati di Grassi”, scatola 8, fasc. 2.3.2.

AA.VV., Margherita Traube Mengarini, in «La Tribuna», 11 dicembre 1912.

AA.VV.,  Margherita Traube Mengarini, in «Vita», 31 gennaio 1913.

L. Belloni, Franz Boll, scopritore della porpora retinica. Sue lettere a Emil Du Bois-Reymond, Camillo Golgi e Ernst Haeckel, in «Memorie dell’Istituto lombardo di scienze e lettere. Classe di scienze matematiche e naturali», 27, 1980, pp. 315-437.

F. Brioschi, Relazione del Presidente, in «Rendiconti delle sedute della Regia Accademia dei Lincei», Adunanza solenne del giorno 27 maggio 1888, s. 4, v. IV, 1888, p. 606.

M. Manasse, Margarethe: Zum Gedächtnis einer Forscherin, in «Beilage zur Vossischen Zeitung», 9, 1913.

A. Nebrig, Margarethe Traube Mengarini (manoscritto inedito).

A. Rebière, Les femmes dans la science, Paris, Librairie Nony & Cie, 1897, p. 276.

J. Wildner, Anna Celli-Fraenkel, Ein Leben im Zeichen des Kampfes gegen die Malaria, in «Pflegezeitschrift», 58, 2005, pp. 757-761.


Ariane Dröscher
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