Foà Jone

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Jone Foà in un laboratorio di chimica svizzero nel 1898 [Foà Chiaromonte, 2006, p. 37]

Nata: 10 Luglio 1873 (Parma)

Morta: 19 Novembre 1962 (Napoli)

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Nata a Parma il 10 luglio 1873 in una famiglia di origine ebraica, si trasferì a Napoli con la famiglia negli ultimi anni del secolo. Qui si iscrisse all’Università in Chimica e Farmacia, laureandosi nel 1900, avendo come relatore Arnaldo Piutti (1847-1928). Fu la seconda laureata a Napoli in Chimica dopo Marussia Bakunin (Colella 2018, p. 230 ss.). Impegnata nel partito socialista, fu attiva nel movimento emancipazionista femminile e membro della «Società pel progresso della donna», associazione fondata a Napoli da Teresa Labriola (1873-1941) (Foà Chiaromonte 2006). Di carattere fermo e volitivo, ebbe forti contrasti con l’ambiente accademico, nel quale avrebbe aspirato ad essere accolta: fu in forte contrasto con Piutti, al quale contestò il diritto di utilizzate i dati della sua tesi a suo piacimento, ritardandone di fatto la pubblicazione. Delusa, rinunciò all’insegnamento, anche quello secondario, e si occupò della gestione degli interessi farmaceutici del marito, Raffaele Piccoli (1866-1994), conosciuto nel laboratorio di Piutti. Questi, infatti, pur insegnando Chimica nelle scuole secondarie, era anche un imprenditore farmaceutico (Colella, 2018, p. 230 ss.). C’è un aneddoto sulla sua vita, raccontato da una nipote, Bice Foà Chiaromonte, nel suo libro autobiografico Donna, ebrea e comunista, secondo il quale Jone si era rivolta ad una società svizzera a cui aveva proposto una particolare procedura per la produzione di seta artificiale, ma «poco prima della sua assunzione, i responsabili della ditta, avendo scoperto che Jone non era sinonimo di John, le scrissero che erano molto spiacenti – nous regrettons beaucoup – ma la loro politica non prevedeva l’assunzione di donne con mansioni direttive» [Foà Chiaromonte, 2006, p. 38]. In realtà, la vicenda non è detto che sia veridica, perché non risulta che la Foà si sia mai occupata di seta artificiale, mentre è accertato che ebbe dei problemi con le leggi razziali del 1938: fu estromessa dalla Società dei Naturalisti, nella quale militava da trent’anni, fu costretta ad autodenunciarsi e a trasferirsi ad Agnone, città di origine del marito, dove vissero, gestendo una farmacia, fino all’abrogazione delle leggi razziali. Jone Foà morì a Napoli il 19 novembre 1962 (Colella, 2018, p. 230 ss.).
B. Foà Chiaromonte, Donna, ebrea e comunista. Una vita con i grandi italiani del ‘900, Roma, Ed. Memori, 2006, pp. 36-38
C. Colella, La Bakunin e poi? La chimica al femminile a Napoli nel primo Novecento, «Atti dell’Accademia Pontaniana», Napoli 2018, pp. 219-275.
Carmine Colella
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