Medaglia Faini Diamante

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Diamante Medaglia Faini. [Medaglia Faini, 1774, p. IX].

Nata: 28 Agosto 1724 (Savallo- Brescia)

Morta: 13 Giugno 1770 (Salò- Brescia)

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Figlia del medico bresciano Antonio Medaglia e di Annunziata Gnecchi di Casto, Diamante fu educata dallo zio, mostrando una predilezione per la letteratura e specialmente per la poesia cinquecentesca. Iniziò a comporre sonetti e madrigali che suscitarono l’attenzione dei letterati locali e che le aprirono le porte ai salotti e alle accademie del luogo.

Nel 1748 il padre, a disagio per l’attività poetica e la popolarità della figlia, la diede in sposa al giovane medico Pietro Antonio Faini. I due si trasferirono nella vicina Salò, sulle rive del Garda. Il matrimonio, pur senza figli, portò un decisivo cambiamento nella vita di Diamante Medaglia che fu costretta a interrompere la produzione di versi d’amore che l’avevano resa famosa. Si limitò a poesie più “adatte” ad una donna. Compose, di fatto, una folta raccolta di versi per matrimoni, investiture e altre occasioni sociali. Fu eletta socia delle Accademie degli Agiati di Rovereto (1751), degli Orditidi Padova e, con il nome Nisèa Corcirense, dell’Arcadia di Roma (1757). Tuttavia, la negata libertà di espressione e la crescente insoddisfazione con la propria produzione poetica culminarono il 5 maggio 1763 nell’orazione pubblica davanti all’Accademia degli Unanimi e nel 1764 in un amaro sonetto autobiografico, Protesta di non voler più componere in Poesìa, ma che vuol attendere con Euclide a studj più serj. Questo fu l’ultimo sonetto che compose, nel quale non nascose la sua frustrazione di essersi dovuta piegare alle convenzioni del suo tempo: 

«Io che finor tanti ad altrui richiesta
   Fatti ho sonetti, stanze, e madrigali
   Per medici, per sposi, per legali,
   E per chi cinse velo, o sagra vesta:

Nò più non voglio rompermi la testa
   Senza profitto, e dietro a cose tali
   Gettar il tempo; che di mover l' ali
   A più alto segno in me desìo si desta.»

[Medaglia Faini, 1774, Sonnet 122, p. 251]

Almeno cinque anni prima di quel clamoroso annuncio pubblico, Medaglia Faini si era già messa alla ricerca di nuove frontiere intellettuali, interessandosi di scienze e filosofia naturali, in particolare di matematica, astronomia e fisica. Espresse apertamente la sua ammirazione per Cristina Roccati (1732-1797), anch’essa poetessa, ma per di più laureata in filosofia e lettrice di fisica newtoniana all’Accademia dei Concordi di Rovigo. Altra sua fonte di ispirazione, pur non citandola mai, fu probabilmente il Newtonianesimo per le dame di Francesco Algarotti. Infatti, in questa opera, che vide tra il 1737 e il 1764 sei edizioni ed è oggi considerata opera di spicco dell’illuminismo letterario e della divulgazione scientifica del Settecento, Algarotti descrisse la conversione di una marchesa dalla poesia alla fisica sperimentale.

Per realizzare ciò che lei considerava la sua “seconda carriera”, a quarantuno anni Diamante Medaglia prese lezioni di filosofia, storia e francese dal reverendo Domenico Bonetti di Volciano. Poi si recò dal conte Giambattista Suardi (1711-1767), autore dei Nuovi istromenti per la descrizione di diverse curve antiche e moderne (1752) e dei Trattenimenti matematici (1764). Visse tre mesi con lui e sua moglie Cecilia Curvi nella loro villa di Brescia per studiare in particolare gli Elementi di Euclide. Purtroppo, la sua carriera scientifica non ebbe il tempo di svilupparsi. Frequenti malattie e crisi depressive la costrinsero a rimanere rinchiusa in casa. Inoltre, la prematura morte di Suardi la privò del suo tutore. Pochi anni dopo, il 13 giugno 1770, Diamante Medaglia morì nella sua villa di Salò alla giovane età di quarantasei anni. Alla sua morte l’Accademia degli Unanimi tenne una pubblica orazione funebre.


La prematura morte di Diamante Medaglia Faini evitò che ella riuscisse a scrivere o pubblicare un lavoro matematico o fisico. Nonostante ciò, il suo nome è strettamente legato alla cultura scientifica del suo tempo. Incoraggiò infatti altre donne a non rinunciare alle più alte ambizioni intellettuali. Combatté apertamente per il diritto all’educazione femminile e dissentì pubblicamente da ciò che divulgatori come Francesco Algarotti (1712-1765) considerarono nozioni idonee e non idonee per le donne. Algarotti, infatti, aveva escluso la matematica dal suo famoso Newtonianesimo per le dame dichiarando che non era adatta per la mente femminile.

Nel suo discorso forse più famoso, una pubblica orazione tenuta il 5 maggio 1763 davanti all’Accademia degli Unanimi, Diamante ricorse tuttavia ad un ragionamento che oggi può sembrare contraddittorio: da una parte, sfidava coraggiosamente l’opinione dei tradizionalisti, ma anche di tanti uomini illuminati, che erano favorevoli solo all’educazione letteraria delle donne. Citando Cicerone, Aristotele, Platone, Socrate e alcuni noti teologi, si fece promotrice della loro istruzione anche in logica, filosofia, religione e soprattutto in matematica e fisica, reclamando la piena autorità intellettuale per le donne. Dall’altra, probabilmente essendo ben consapevole di avere davanti a sé un pubblico esclusivamente maschile, non citò nessuna donna, che pur aveva già espresso idee emancipatrici, ma si basò sull’autorità di Antonio Vallisneri (1661-1730), naturalista di fama internazionale, per dichiarare che soltanto donne benestanti e con intelletto superiore dovessero avere diritto all’istruzione.


«Faini è degna di un coro rappresentato da un trio fatto dalle voci delle Muse, gli occhi delle Grazie e la mente di Minerva».

[Incisione riportata in: Versi e prose di Diamante Medaglia Faini: con altri componimenti di diversi autori e colla vita dell'autrice, il tutto insieme raccolto, e dato alla luce da Giuseppe Pontara. Salò: B. Righetti, 1774]

Nonostante la sua sia una carriera scientifica mancata, la storica Paula Findlen giudica importante il ruolo svolto da Diamante Medaglia Faini nella divulgazione della scienza: «La possibilità di diventare un filosofo donna esisteva in singole occasioni. Medaglia Faini era tra le prime a chiedere come potrebbe diventare un’opportunità per tutte le donne. Ella comprese come la pubblicità accordata ad alcune donne filosofe aveva iniziato a trasformare l’immagine del sapere a metà del Settecento... Nel suo caso, lo sforzo e l’idea che generò – che tutte le donne sono capaci di conoscenza scientifica – era più importante del risultato.» [Findlen, 2003, p. 84].

Rebecca Messbarger giudica: «Unlike Lattanzi and other female insurgents... Medaglia Faini continues to speak from within the masculine discursive tradition. She seeks to change the condition of women neither through revolutionary politics nor through dissident discourse, but rather by canonical means of persuasion: dispassionate terms and well-reasoned arguments. ... In essence, Medaglia Faini revisits and recasts the academic discourse on the education of women, without overturning it.» [Messbarger, 2002, pp. 70-71].

Nel 2004-05, in occasione della grande mostra “The Newtonian moment” della New York Public Library, Diamante Medaglia Faini fu esposta insieme a Laura Bassi, Maria Gaetana Agnesi e Émile de Châtelet nella galleria delle “donne newtoniane”.


Versi e prose di Diamante Medaglia Faini: con altri componimenti di diversi autori e colla vita dell'autrice, il tutto insieme raccolto, e dato alla luce da Giuseppe Pontara. Salò: B. Righetti, 1774.


M. Bandini Buti (a cura di), Poetesse e scrittrici, in Enciclopedia biografica e bibliografica italiana, Roma, Istituto editoriale Tosi, vol. 6, 1941.

P. Findlen, Becoming a scientist: Gender and knowledge in eighteenth-century Italy, in «Science in Context», 16, 2003, pp. 59-87.

R. Messbarger, Palliated resistance: Diamante Medaglia Faini on ‘Which studies are fitting fon women, in R. Messbarger, The century of women: representations of women in eighteenth-century Italian public discourse. Toronto: University of Toronto Press, 2002, pp. 69-86.

R. Messbarger, Diamante Medaglia (1724-1770), 2004. on: http://www.lib.uchicago.edu/efts/IWW/Portraits/HTML/A0199.html

R. Messbarger, Introduction to Diamante Medaglia Faini’s oration in defense of women’s education. In The contest for knowledge: debates about women’s learning in eighteenth-century Italy, edited and translated by R. Messbarger and Paula Findlen, Chicago: University of Chicago Press, 2005.

G. Pontara, Vita di Diamante medaglia Faini, in Versi e prose di Diamante Medaglia Faini: con altri componimenti di diversi autori e colla vita dell'autrice, il tutto insieme raccolto, e dato alla luce da Giuseppe Pontara. Salò: B. Righetti, 1774, pp. X-XXI.


Ariane Dröscher
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