Zanotti Teresa Maria

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Il padre Giampietro Zanotti in un’incisione del 1739

Nata: 3 Ottobre 1693 (Bologna)

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Nate a Bologna rispettivamente nel 1693 e nel 1703, Teresa Maria e Angiola Anna Maria, figlie del poeta e storico dell’arte Giampietro Zanotti (1675-1765), autore della Storia della Accademia Clementina (1739), e di Costanza M. Teresa Gambari, nonché nipoti del poeta Francesco Maria Zanotti (1692-1777), erano legate da stretta amicizia alla famiglia dei Manfredi, in particolare alle sorelle Maddalena (1673-1744) e Teresa (1679-1767). I Manfredi, soprattutto il celebre astronomo Eustachio (1674-1739), avevano acquistato fama europea ed è possibile che la loro collaborazione famigliare nella produzione di opere scientifiche e letterarie di successo fungesse da modello per i membri della famiglia Zanotti. Oltre alla sorella Faustina Berenice, della quale non si sa quasi niente, ne faceva parte innanzi tutto il fratello Eustachio Zanotti (1709-1782) che a sua volta divenne un astronomo di spicco e successore del Manfredi nella direzione della Specola bolognese.

Del progresso dell’affermazione femminile negli ambienti culturali bolognesi testimonia la commedia L’ignorante presuntuoso (1743) del padre, nella quale descrisse la storia del giovane Cleandro, ignorante e fiero di esserlo, e di sua sorella Ersilia, amante della poesia ma che non poté studiare in quanto donna. Dalle canzoni scherzose in dialetto bolognese delle sorelle Zanotti emerge però, nonostante la voglia di produrre opere proprie, soprattutto l’attenzione a non essere prese per dottora o femme savante, figura ancora guardata con molto sospetto e con ironia negli ambienti bolognesi di metà Settecento. Tuttavia, non sembra che le sorelle Zanotti abbiano contribuito con lavori propri all’opera scientifica del fratello astronomo, come avevano fatte le sorelle Manfredi. Contribuirono invece in modo significativo, insieme alle sorelle Manfredi, alla traduzione e all’integrazione con canti e allegorie proprie di storielle napoletane in dialetto bolognese: il Bertoldo (1740), La Chiaqlira dla Banzola (1742) e Pentamerone (1744). 

Giudica la storica Ilaria Magnani Campanacci: «Per la cultura bolognese, negli anni che avevano visto affermarsi, con la laureazione di Laura Bassi, un modello di acculturazione femminile di ben maggiore rilievo, le Zanotti [...] vennero a costituire un esempio più modesto e contenuto, ma proprio per questo comunemente accettato nei suoi valori concreti. [...] A differenza delle donne illustri del passato, che rappresentavano l’eccezione, esse assumono valore normativo.» [Magnani Campanacci, 1988, p. 52]


I. Magnani Campanacci, La cultura extraccademica: le Manfredi e le Zanotti, in AA.VV., Alma Mater studiorum. La presenza femminile dal XVIII al XX secolo. Bologna, CLUEB, 1988, pp. 39-67.

F. Zanasi, In cerca di fama. Docenti universitarie, artiste virtuose e animatrici dei salotti culturali in Bologna, dal Medio Evo al XIX secolo, su: www.homolaicus.com/uomo-donna/donne_famose.htm.


Ariane Dröscher
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