Neppi Pincherle Muratori Bice Rachele Lia

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Facciata dell'Istituto sieroterapico di Milano verso via A. Lecchi. [L'istituto sieroterapico milanese..., 1919].

Nata: 5 Agosto 1880 (Ferrara)

Morta: 15 Giugno 1968 (Milano)

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Bice Neppi nacque a Ferrara il 5 agosto 1880 da Clemente ed Ernesta Bassani.  
Nel 1899 si iscrisse alla Scuola di farmacia dell’Università di Ferrara conseguendo il diploma professionale il 25 giugno 1902. Acquisita nel 1901 la licenza della sezione fisico-matematica dell’Istituto tecnico di Ferrara, cui seguì un periodo di praticantato in una farmacia nel semestre gennaio-luglio 1902,  frequentò il corso di chimica dell’ateneo di Bologna, accedendo direttamente al terzo anno di corso e laureandosi nel 1904 con una tesi sui fenomeni tautomerici, ovvero strutture chimiche in equilibrio tra loro che differiscono nella disposizione degli atomi. Commissari all’esame di laurea furono Giacomo Ciamician, ordinario di chimica generale; Dioscoride Vitali, ordinario di chimica farmaceutica e tossicologica; Giuseppe Plancher, libero docente in chimica generale. Presentò altresì tre sottotesi orali, rispettivamente, in fisica, sul tema “Polarimetri e saccarimetri”, relatore Augusto Righi; in chimica, discutendo di “Dissorbimento dell’azoto atmosferico mediante i carburi” con Plancher medesimo; mentre in botanica descrisse le caratteristiche di un albero ad alto fusto, Cinnamomum Camphora, con la supervisione di  Fausto Morini.
Iniziata la sua carriera universitaria sotto la guida di Felice Garelli, direttore del gabinetto di chimica dell’ateneo estense, fu però a Milano, ove giunse nel 1907 presso l’Istituto sieroterapico fondato nel 1894 da Serafino Belfanti, che la giovane studiosa subì l’influsso di un ambiente stimolante, favorito dalla presenza di personalità scientifiche di primo piano, dedite specialmente alla medicina sociale. È qui che, nel 1916, dopo aver ottenuto il diploma di ufficiale sanitario presso l’ateneo di Pavia nel 1912, raggiunse la libera docenza in chimica tecnologica delle fermentazioni al Politecnico. Sposò l’ingegnere Gustavo Pincherle Muratori, probabilmente conosciuto al Politecnico, dove si era laureato nel 1909.  
I suoi lavori riguardarono principalmente l’opoterapia, ossia la somministrazione ai pazienti di preparati estratti da organi animali, in particolare ghiandole endocrine, per riportare le carenze ormonali ai valori normali. In particolare, si interessò di questioni connesse alla sterilizzazione, al dosaggio e ai metodi per standardizzare la potenza terapeutica delle singole unità di tali prodotti. Sulla scia dell’opoterapia, intraprese svariate ricerche sulle vitamine nonché sui fenomeni fermentativi e le loro applicazioni all’industria farmacologia.
Essersi cimentata fin dagli esordi con problematiche centrali per la preparazione dei sieri, le valse la co-direzione, insieme a D. Carbone, della sezione di opoterapia e fermentologia dell’Istituto sieroterapico, dove fu titolare di svariati corsi di chimica tecnologica delle fermentazioni dal 1918 al 1930. Insegnò la medesima materia, in qualità di professore incaricato, pure al Politecnico dal 1926, anno in cui ebbe come assistente straordinaria Giorgina Turco, fino al 1938.
Eseguì altresì  ricerche sperimentali in zimologia, ovvero lo studio della funzione degli enzimi nei processi di fermentazione, analizzando in particolare le azioni bioriducenti che molti microrganismi hanno sul molibdato ammonico. Discusse, inoltre, della complessa questione della natura chimica degli enzimi, dimostrando come il tannino precipiti completamente la tripsina e, parzialmente, l’invertina e la diastasi; al contrario, l’idrato di ferro colloidale precipita completamente tutti e tre questi enzimi.  Infine, verificò per prima l’inibizione dell’azione catalica di alcuni metalli colloidali sull’acqua ossigenata da parte del tellurito, del selenito e dell’arsenito di potassio; mentre, viceversa, il tellurito potassico, opportunamente diluito, non danneggia né attenua alcuni enzimi come la tripsina, l’amilasi pancreatica ed il presame.  
Si occupò della diffusione della scienza a livello popolare grazie alla collaborazione a periodici come «La scienza pratica» e «La scienza per tutti»; mentre, sul fronte della didattica, tenne l’insegnamento della chimica presso la Scuola professionale femminile della Società Umanitaria e nella Scuola agraria femminile di Niguarda a Milano. 
In conseguenza delle leggi razziali promulgate dal regime fascista che nel 1938 privarono tutti i cittadini italiani di origine ebraica dei diritti civili e politici, fu dichiarata decaduta dall’insegnamento al Politecnico e, contestualmente, costretta a rassegnare le dimissioni dall’Istituto sieroterapico. Reintegrata nel 1945, nell’immediato dopoguerra venne collocata in pensione.
Ha collaborato a numerose riviste specialistiche quali il «Bollettino chimico farmaceutico», «L’industria», il «Giornale di chimica industriale e applicata»; «Biochimica e terapia sperimentale», il «Bollettino dell’Istituto sieroterapico milanese», scrivendo articoli poi recensiti sul «National Institutes of Health Bulletin»; «Chemical Abstracts; «Hygienic Laboratory Bulletin»; «The Vitamines»; «Giornale di batteriologia e immunologia», «Annali d’igiene», per citarne alcuni.
Membro onorario della Società di farmacia di Torino, è deceduta a Milano il 15 giugno 1968.


I fermenti dell’organismo animale, Ferrara, 1906.

Il tellurito potassico sulle azioni fermentative, «Rassegna di bacterio-opo e sieroterapia», anno IV, n. 2, 1908.

Sulla precipitazione di alcuni liquidi fermentativi con tannino e idrato di ferro colloidale, «Biochimica e terapia sperimentale», anno II, n. 9, 1910.

L’inibizione dell’azione catalica di alcuni metalli colloidali, «Biochimica e terapia sperimentale», anno V, n. 6, 1913.

Per un metodo di dosaggio dei fermenti proteolitici, «Bollettino chimico farmaceutico», n. 10, maggio 1915.

Gli studi fermentologici e loro applicazioni nelle industrie relative, «L’industria», vol. XXX, 1916, pp. 171-173, 187-189, 205-206, 219-220.

Le così dette vitamine,  «Giornale di chimica industriale e applicata», n. 10, 1920, pp. 573-580.

Perché opoterapia?, «Bollettino chimico farmaceutico», n. 23, dicembre 1920.

Intorno alla standardizzazione della ghiandola tiroide, «Bollettino chimico farmaceutico», n. 8, aprile 1925.

La sterilizzazione dei prodotti opoterapici e la standardizzazione dei medesimi, «Bollettino chimico farmaceutico», n. 15, agosto 1926.

Nuovi aspetti del problema delle vitamine, «Giornale di chimica industriale e applicata», n. 8, 1926, pp. 432-437.

Cose vecchie e nuove intorno all’opo- e ormonoterapia, «Giornale di chimica industriale e applicata», n. 7, 1930, pp. 341-347.

Per giudicare del potere antisettico di un composto, «Bollettino dell’Istituto sieroterapico milanese», n. 11, novembre 1934.


L’Istituto sieroterapico milanese nel I venticinquennio 1894-1919, Milano, ISM, 1919, in particolare pp. 96-100, 127-129.

«La chimica e l’industria», rubrica “Notizie personali. Lutti”,  vol. 50, 1, 1968, p. 830.

A. Galbani, a cura di, Donne politecniche. Atti del convegno e catalogo della mostra. Milano, 22 maggio 2000, Milano, Libri Scheiwiller, 2001, pp. 182-183.

R. Farina, a cura di, Dizionario biografico delle donne lombarde. 1568-1968, Milano, Baldini & Castaldi, 1995, pp. 797-798 (con elenco delle pubblicazioni).

A. Capristo, L’espulsione degli ebrei dalle accademie italiane, Torino, Silvio Zamorani editore, 2002, pp. 306-307.
 


Sandra Linguerri
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