Dalle Donne Maria

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Maria Dalle Donne [Sanlorenzo, 1988, p. 149]

Nata: 12 Luglio 1778 (Loiano, Bologna)

Morta: 9 Gennaio 1842 (Bologna)

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Maria Nanni nasce il 12 luglio 1778 a Roncastaldo, nel Comune di Loiano (Bologna), da una famiglia di contadini. Riceve una buona istruzione da un cugino paterno, don Giacomo Dalle Donne, da cui prende il cognome, e viene introdotta allo studio della letteratura italiana e latina dal medico e botanico Luigi Rodati, uomo di vasta cultura che, riconosciute le sue precoci doti di apprendimento, si prende cura della sua formazione. Quando il Rodati è nominato professore di patologia e di medicina legale all'Università di Bologna, porta con sé la sua allieva e la affida ai migliori docenti affinché la istruiscano nelle materie filosofiche e nel campo della medicina chirurgica. Maria ha maestri quali il matematico Sebastiano Canterzani, il fisico Giovanni Aldini ed il chirurgo Tarsizio Riviera, professore di ostetricia presso l’Università di Bologna dal 1798. È lo stesso Riviera ad indirizzare la giovane Dalle Donne verso lo studio dell'ostetricia e a spingerla a prendere la laurea in medicina e filosofia secondo il costume dell’epoca. Il 19 dicembre 1799 viene esaminata solennemente nel teatro anatomico dell'Archiginnasio con una grande partecipazione di pubblico. La laurea le viene consegnata per acclamazione. Pochi mesi dopo, il 23 e 24 maggio 1800, la dottoressa sostiene nella chiesa di San Domenico, in due pubbliche dispute, le tesi Ex Anatomia et Physiologia, in cui analizza, secondo una prospettiva storica, le teorie sulla struttura e funzione dei diversi organi ed apparati, ed Ex Universa Medicina, in cui tratteggia i vari metodi terapeutici allora in uso, attribuendo grande importanza al ruolo delle regole igieniche. Il 29 maggio affronta all’Archiginnasio una terza disputa, andata perduta, su temi inerenti più specificamente all'ostetricia al fine di ottenere un incarico di lettura medica presso l'Università.
In considerazione dei suoi meriti, il 31 maggio 1800 viene assegnato a Maria il posto in soprannumero di accademica benedettina dell’Istituto delle scienze, che nel 1745 era stato conferito a Laura Bassi. La relativa pensione, insieme con una rendita elargitale dal conte Prospero Ranuzzi Cospi, mecenate bolognese, le permettono di continuare le sue ricerche anche se non riceve incarichi di insegnamento da parte dell'Università.
Nel 1804 viene nominata direttrice della scuola per levatrici, istituita a Bologna quello stesso anno sul modello di quella già operante a Milano presso l'ospedale di S. Caterina. Dal momento che non era stato possibile trovare una sede idonea per la scuola, la Dalle Donne è autorizzata, prima dal governo napoleonico poi da quello pontificio, a tenere i corsi presso la propria abitazione.
La scuola da lei diretta è frequentata da donne provenienti dal circondario bolognese e, in alcuni casi, anche da altre province: il corso prevede, nell'arco di un anno, una parte teorica e una pratica di tirocinio. Al termine viene rilasciato un certificato di idoneità necessario per poter esercitare la professione di levatrice.
Salvo alcune brevi interruzioni dovute ai mutamenti politici, Maria Dalle Donne si occupa della direzione della scuola e dell'insegnamento per trentasette anni, dall'inizio dei corsi nel 1805 fino alla sua morte nel 1842.


La giovane Maria Dalle Donne si specializza in ostetricia in un ambiente, quello bolognese, tradizionalmente attivo e ricco di stimoli. Infatti, già nel 1757 era stato istituito il primo insegnamento italiano di ostetricia presso l’Istituto delle scienze, affidato a Giovanni Antonio Galli (1708-1782), cui subentrò nel 1782 Luigi Galvani (1737-1798).
La scuola di ostetricia a quel tempo forniva un insegnamento rivolto sia a studenti di medicina che a levatrici, adatto quindi ad allievi con un certo livello di istruzione. La creazione della scuola per levatrici nel 1804 segna il riconoscimento della necessità di procedere alla formazione specifica di operatrici esperte nella costruzione di una figura professionale riconosciuta per legge.
La dottoressa Dalle Donne eserciterà il ruolo di direzione e di insegnamento della scuola per quasi quarant'anni, con accuratezza, responsabilità e doti umane, riuscendo a rendere il corso per levatrici una realtà istituzionalmente riconosciuta.


In una lettera inviata nel maggio 1789 all'amico Nicola Fabbri, canonico e letterato, così il medico e poi accademico Luigi Rodati si esprime sulla sua allieva ancora undicenne: «Ho con me una fanciulla bolognese di undici anni, che parla e scrive il latino, e si dedica agli studi umanistici. Si possono riporre su di lei tutte le speranze di recuperare Laura Bassi» [Sanlorenzo, 1988, p. 147], avvicinando così la sua promettente e dotata protetta ad un'altra famosa bolognese.
Il 21 dicembre 1799 la «Gazzetta» di Bologna dedica l’intera prima pagina al pubblico esame per il «grado dottorale» in filosofia e medicina della giovane, che si era tenuto qualche giorno prima presso il teatro anatomico della città «alla presenza di tanti spettatori, quanti appena capir potevano in quell'ampio recinto». L'evento aveva attirato un grande pubblico, in quanto è «raro che si trovino Giovani Donne, le quali intraprendano la difficile carriera degli studi, e più la proseguiscano fino a meritarsi questo insigne premio della loro dottrina». La «valorosa Giovine bolognese Sig. Maria Dalle Donne», appena ventunenne, «con ammirabile dottrina ed eloquenza commentò due tesi assegnatele 4 ore prima.. e poscia con singolare prontezza e grazia sostenne due Argomentazioni fatte contro le dette Tesi» [Sanlorenzo, 1988, p. 146].
Clotilde Tambroni, la poetessa e professoressa bolognese di lingua e letteratura greca che aveva accompagnato la giovane Dalle Donne già in occasione del suo esame di laurea, nell'Orazione inaugurale dell'anno accademico 1805/1806 la cita come ultimo anello di una serie di donne dotte e docenti, e come promessa di un ulteriore ampliamento degli spazi per le donne all’interno dell’Università, dichiarando per questa «donna egualmente grande per la sua modestia, e pel il suo sapere» un'amicizia che «né la fuga degli anni, né la serie numerosa de' variati successi di nostri labili giorni saranno mai possenti a disciogliere.» [Sanlorenzo, 1988, p. 156].
Alla morte della dottoressa, avvenuta nel 1842, un necrologio sull'«Almanacco statistico bolognese» ne celebra la fama, la carriera e i molti anni di insegnamento, «che nella città nostra, nella provincia, e fuori ben anco, valsero a rendere più grande e diffuso il nome della Maestra» [Buriani, 1842, p.129].
Edmea Pirami Emiliani, dottoressa bolognese, nel 1964 la ricorderà nel corso delle adunanze della Società medica chirurgica, citando l’epigrafe a lei dedicata sulla lapide della sua tomba presso il Cimitero della Certosa: «Sepolcro di Maria – figlia di Carlo Dalle Donne – donna di grande dottrina – illustre per ogni genere di virtù – dottoressa in filosofia e medicina – ascritta, in segno di onore, fra i soci dell’Accademia Benedettina. Pia, amabilissima, castigata – ebbe consuetudine e famigliarità con gli scienziati – Fu carissima ai suoi, carissima a tutti» [Pirami, 1964, p. 75].


Theses ex universa medicina depromptae quas defendendas proponit Maria Dalle Donne philosophiae, et medicinae doctrix Bononiensis Academiae Scientiarum Instituti socia, Stamperia di San Tommaso d’Aquino, 1800

Theses ex anatomia et physiologia depromptae, Stamperia di San Tommaso d’Aquino, 1800


R. Buriani, Necrologio della Dottoressa Anna Maria Delle Donne, «Almanacco statistico bolognese per l'anno 1842 dedicato alle donne gentili», Bologna, Tip. Natale Salvardi, 1842, p. 129 
 
A. Rebière, Les femmes dans la science, Paris, Librairie Nony & Cie, 1897
 
C. Villani, Stelle femminili, Napoli, Tipografia Aldina, 1913, p. 225 
 
E. Pirami, Rievocazione della dottoressa in medicina Maria Dalle Donne, «Bollettino delle scienze mediche», a. 136, fasc. 1, Bologna, 1964, pp. 69-76
 
O. Sanlorenzo, Maria Dalle Donne e la Scuola di ostetricia nel secolo XIX, in Alma mater studiorum. La presenza femminile dal XVIII al XX secolo,  Bologna, Clueb, 1988

M. Cavazza, "Dottrici" e lettrici dell'Università di Bologna nel Settecento, «Annali di storia delle università italiane», I, 1997, pp. 109-125

M. Ogilvie, J. Harvey (a cura di), The biographical dictionary of women in science. Pioneering lives from ancient times to the mid-20th century, New York-London, Routledge, 2000, p.323
 
P. Berti Logan, Women and the Practice and Teaching of Medicine in Bologna in the Eighteenth and early Nineteenth Century, «Bulletin of the History of Medicine», 77 3 (2003), pp. 507-535
 



Francesca Patuelli
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